Donald Trump è stato il primo “complottista” dell’11 settembre 2001 a parlare in tv, quello stesso giorno, sfidando la Versione Ufficiale e dicendo chiaro e tondo che dovevano essere state usate delle bombe per fare crollare i tre edifici del World Trade Center. Sì, perché quel giorno non sono crollati solo i due enormi grattacieli che abbiamo visto milioni di volte in tv, ma ben tre, e il terzo era l’edificio WTC-7, venuto giù in perfetta verticale alle 17,20 di quello stesso 11 settembre. E Trump lo ha detto anni prima che venisse costituita l’associazione Architects & Engineers for 9/11 Truth, che ha provato e documentato scientificamente tale fatto. In questo modo The Donald confermava che gli edifici delle Twin Tower erano stati progettati e costruiti per resistere anche nel caso d’impatto di più aerei contemporaneamente, e dunque che il motivo del loro clamoroso crollo non poteva certo essere ricondotto a quella sola causa. Sembra paradossale, ma colui che può reclamare il titolo di primo complottista sul più grosso attacco che l’America abbia mai subito, è oggi insediato alla carica di Presidente degli Stati Uniti. Ed è ipotizzabile che tra le ragioni che l’hanno reso così inviso e combattuto dall’intero Establishment vi sia anche questa.
Larry Silverstein è il magnate immobiliare newyorkese che acquistò l’intero complesso del World Trade Center proprio 6 mesi prima degli attacchi dell’11 settembre. Quella fu la prima volta che nei 33 anni di storia del complesso vi fu un cambio di proprietà. Un’altra piccola “coincidenza”: Mr. Silverstein, che diede un acconto di 124 milioni di dollari su questo complesso da 3,2 miliardi di dollari, lo assicurò prontamente per la cifra di 7 miliardi di dollari. Non solo, assicurò il complesso contro “attacchi terroristici”. A seguito degli attacchi, Silverstein presentò due richieste di indennizzo per la cifra massima della polizza (7 miliardi di dollari), basate, secondo il parere di Silverstein, su due attacchi separati. La compagnia assicurativa Swiss Re, diede a Silverstein un risarcimento di 4.6 miliardi di dollari – un principesco compenso per un investimento relativamente misero di 124 milioni di dollari. Ma c’è dell’altro. Le World Trade Towers non erano proprio quell’affare immobiliare che siamo portati a credere.
Da un punto di vista economico, il Trade center – sovvenzionato fin dall’inizio dal New York Port Authority – non ha mai funzionato, né si intendeva farlo funzionare, indifeso nel disordinato mercato immobiliare di Manhattan. Come non faceva a esserne al corrente il Gruppo Silverstein? Le torri avevano bisogno di ristrutturazione e migliorie per un totale di 200 milioni di dollari, gran parte dell’ammontare relativo alla rimozione e rimpiazzo dei materiali edilizi dichiarati rischiosi per la salute fin già negli anni quando le torri vennero costruite. Era ben risaputo dalla città di New York che il WTC era una bomba all’amianto.
Per anni il Port Authority trattò l’edificio come un vecchio dinosauro, cercando in diverse occasioni di ottenere i permessi per demolire la costruzione per motivi liquidità, mai concessi a causa dei risaputi problemi riguardanti l’amianto. Inoltre si sapeva benissimo che l’unico motivo per cui la costruzione stava ancora in piedi fino all’11/9 era perché sarebbe stato troppo costoso smantellare le Twin Towers piano per piano dato che al Port Authority venne impedito legalmente di demolire gli edifici. Il costo stimato per smontare le torri: 15 miliardi di dollari. Solo il materiale da impalcatura per l’operazione venne stimato sui 2.4 miliardi di dollari! In poche parole, le Twin Towers erano strutture condannate. Che cosa conveniente, quindi, quell’attacco “terroristico” che le ha demolite completamente. L’edificio 7 era parte del complesso del WTC, e coperto dalla stessa polizza assicurativa. Questa struttura di 47 piani, in acciaio, che non venne colpita da un aereo, crollò misteriosamente su se stesso a caduta libera , otto ore più tardi nello stesso giorno (h 17,20) – esattamente nello stesso modo delle Twin Towers.
(Notizie raccolte a cura di Paolo Sensini)
Video collegato: https://www.youtube.com/watch?v=Rt-ldMj9y9w
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