domenica 12 aprile 2015

Italia - Come campare sulla morte altrui e vivere "sereni"...



Devo ricordare ancora una volta che l'Italia è uno dei maggiori produttori ed esportatori d'armamenti del pianeta, e che periodicamente sollevo questo problema, a me particolarmente caro quale vecchio obiettore di coscienza: le industrie italiane fanno soldi armando il mondo e favorendo l'ampliamento delle guerre (la merce si vende se quella vecchia viene consumata e si rende necessario acquistarne altra nuova).

Pertanto risulta indispensabile, per cambiare il corso delle cose, la costruzione di una politica di riconversione industriale della produzione bellica e la riduzione dell'export di morte: niente che ecceda le strette esigenze della difesa dovrebbe essere prodotto, e le esigenze della difesa sono certamente scarse, visto che nel suo secolo e mezzo di esistenza lo stato italiano non ha mai dovuto combattere una guerra di difesa, sempre e solo di aggressione contro gli altri popoli ne ha fatte (una ventina, contatele pure): solo i 45 anni della cosiddetta "prima repubblica" hanno fatto eccezione.

Ma questo problema non suscita mai interesse, agli italiani non importa una beata minchia di essere una nazione assassina, questa è l'unica conclusione che se ne può dedurre. Oggi la nazione è continuativamente in guerra contro gli altri popoli da un quarto di secolo, ormai, però chissenefrega, parliamo sempre d'altro.

Guerra coloniale e armamenti costituiscono uno dei tabù più radicati della riflessione politica nazionale, tutti (quasi) fan finta di niente e cambiano argomento.

Un mio conoscente, leader politico sedicente nonviolento, giunge a scrivermi che bisogna votare un partito di governo (della guerra, però) in base alla necessità di voto utile". Certo, non sprecateli, per carità, continuate a votare chi compravende armi e spedisce l'esercito a cannoneggiare e bombardare il mondo. Poi il medesimo si fa propaganda come pacifista e, perbacco, non immaginavo che il losco figuro sarebbe sceso così in basso per mero interesse e convenienza.

"La rimozione di questa condizione di vita è patologica e patogena."

Traduzione semplice: un popolo di assassini è un popolo di malati mentali, e il fatto che non riescano nemmeno a discutere il problema lo conferma.

Cari italiani, siete un manicomio.
Criminale, però.

No, va bene, proprio tutti no, d'accordo: ma a grande maggioranza sì.

Ogni tanto provo un senso di spiacevole vergogna anche io, rendendomi conto di non essere riuscito a organizzare niente di più che una sorta di protesta solitaria, senza riuscire a dare vita ad una qualche azione collettiva, nonostante i mie sforzi, mediocre risultato che attribuisco alle mie scarsissime qualità di organizzatore. Il che però significa che se qualcuno volesse partecipare ad un tentativo di costruzione di una area di attività e propaganda pacifista sarà il benvenuto.

Cosa crea ricchezza ?
Il lavoro.
Cosa crea etica ?
La scelta del tipo di lavoro, ovvero del tipo di produzione.

A me  dà sinceramente fastidio far parte di una nazione di rapinatori e serial killer omertosi, che si nascondono dietro il dito: "è colpa dei politici".

Col cazzo !

E' colpa dei cittadini che se ne strafregano, dal che si evince che guadagnare soldi con le armi va loro benissimo: elettori (che a maggioranza sostengono i partiti della guerra) e non elettori (che se ne strafottono sempre e allegramente di discutere la riconversione delle industrie di armamenti).
Un manicomio criminale, appunto.

"Può una intera società essere mentalmente malata?" si chiedeva in passato il sociologo e psicoanalista Erich Fromm.
E rispondeva "Sì", citando l'esempio della Germania nazista.
Purtroppo, però, la società contemporanea non è diversa, da questo punto di vista.
L'imperialismo militare stragista è vivo e vegeto, nell'indifferenza generale.
Naturalmente, la costituzione di un eurosistema che emette monopolisticamente moneta debito è un generatore automatico di necessità di guerra coloniale espansiva, per sorreggere la necessità di far fronte al falso debito fraudolento costruito per la valorizzazione del capitale.
Sicché l'analisi etica umana si deve correlare alle sue manifestazioni economiche, inevitabilmente.

"I borghesi son tutti dei porci, più sono grassi più sono lerci...più son lerci e più c'hanno i milioni, i borghesi son tutti...." (Giorgio Gaber).

Evidentemente sempre vero, ieri come oggi, non è cambiato molto (casomai, comunque, in peggio).

Vincenzo Zamboni

Vincenzo Zamboni

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