lunedì 13 aprile 2015

Il clima cambia... non si sa se in meglio od in peggio



Lo stato di salute dell’ambiente europeo e le sue prospettive dipendono in parte da eventi che accadono fuori dai propri confini, infatti, per esempio, le emissioni di gas serra di oggi potranno influenzare il clima in luoghi distanti un domani, così come le scelte di gestione del territorio dall'altra parte del mondo influenzeranno i prezzi alimentari ed energetici in Europa.
La crescente importanza delle reti globali ha aumentato questa interdipendenza imponendo ai singoli governi un ripensamento delle governance tradizionali, in modo da andare verso una più profonda comprensione dei determinanti (drivers) globali e delle loro possibili conseguenze al fine di attuare politiche in grado di gestire i cambiamenti ambientali in atto.

Forte di queste considerazioni, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), a partire dal 2010, ha elaborato una valutazione delle tendenze emergenti a livello globale che è confluita nella relazione quinquennale sullo stato dell’ambiente europeo (SOER 2010).

In vista della stesura del report sullo stato dell'ambiente 2015, l'EEA ha aggiornato l’analisi dei megatrend globali, analizzando ognuno dei driver in modo più dettagliato rispetto al passato, in termini di impatto sull'ambiente e sulla salute umana. Nel corso del 2015 queste relazioni verranno consolidate e confluiranno in un unico rapporto tecnico.

L'analisi prende in considerazione 11 megatrend globali (GMTs), fra cui i cambiamenti climatici a cui è dedicato il report “Le conseguenze sempre più gravi del cambiamento climatico”.
Negli ultimi 150 anni, gli studiosi hanno rilevato un riscaldamento globale del clima che è senza precedenti nella storia, infatti, da quando abbiamo misurazioni affidabili (1880 circa), la temperatura media globale è aumentata di 0,85 °C e le proiezioni indicano che questa avrà un aumento, entro il 21° secolo, stimato tra 1 °C e i 3,7 °C, a seconda del grado di abbattimento delle emissioni.


Ci si aspetta che questo riscaldamento sia accompagnato:
  • da un innalzamento medio globale del livello del mare fino a 1 m;
  • da un aumento fino a 2 °C della temperatura globale superficiale degli oceani;
  • da una riduzione dei ghiacciai, calotte polari e dei ghiacci marini;
  • da un aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, come la siccità e le inondazioni, in molte regioni del mondo.
Il cambiamento climatico porterà inoltre danni agli ecosistemi naturali, tra cui notevoli perdite in termini di biodiversità e un aumento dei tassi di estinzione; particolare preoccupazione destano ecosistemi come le barriere coralline, la foresta amazzonica e la tundra.
Questi cambiamenti rischiano, inoltre, di rallentare crescita economica, erodere la sicurezza alimentare globale, aumentare le disuguaglianze e influire negativamente sulla salute umana, con impatti disastrosi nei paesi a basso reddito e le zone costiere basse.

Per quanto riguarda le proiezioni che riguardano più direttamente l’Europa, in futuro si assisterà ad un aumento di eventi meteorologici estremi che andranno dall’aumento di siccità e mancanza di acqua, ad un incrementato di inondazioni e di danni sulla salute umana dovuti a temperature estreme.

(Fonte: Arpat)

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