martedì 29 aprile 2014

Pericolo di guerra e sistema transatlantico alla deriva



Il fondatore dell'EIR, Lyndon LaRouche, ha dichiarato molte volte che la forza motrice dietro questa politica di scontro capace di condurre alla guerra è il fallimento dell'intero sistema finanziario transatlantico, quello della City di Londra e della sua giovane ancella, Wall Street. Dopo la crisi del 2008 la bolla dei prodotti derivati speculativi s'è gonfiata ancor di più e ormai si trova sul punto di esplodere. Lei pensa, come altri in Russia, che il vostro Paese possa cogliere l'occasione "offerta" da queste sanzioni per accelerare il processo di liberazione dai centri offshore ["deoffshorizzazione"] e di sganciare la vostra economia dal sistema traballante di Londra, New York e Basilea?

Alexei Puskov: Penso che, indipendentemente dal fatto che la Russia colga o meno l'occasione, le sanzioni che le sono imposte dall'Occidente la condurranno inesorabilmente a rivedere le sue politiche economiche e finanziarie. Non credo che sia una scelta dalla Russia, da un certo punto di vista; il fatto è che siamo posti in una situazione per la quale dobbiamo contare molto di più su noi stessi.

Sullo sganciamento dell'economia dal sistema di Londra, New York e Basilea, non credo che sia una cosa facile. Londra e New York sono dei centri estremamente importanti sul piano economico e finanziario, e noi possiamo vedere che tutti gli attori del mondo hanno legami importanti con questi centri di potere: i cinesi, il mondo arabo, ecc. Così, non penso che il mondo degli affari russo si dia per obiettivo la rottura di tutti i legami con i mercati borsistici di Londra e New York, e con le banche che vi si trovano, ecc.

Tuttavia, in una certa misura noi saremo obbligati ad operare su una base più nazionale. La Russia non aveva, per esempio, un proprio sistema nazionale di carte di credito, e doveva fare ricorso a Visa, Mastercard e alle altre carte accettate a livello internazionale. Ora abbiamo deciso di creare un circuito nazionale di carte, ovviamente valido esclusivamente sul territorio della Federazione Russa. Finora non avevamo niente del genere; eravamo totalmente dipendenti dai sistemi esistenti all'esterno della Russia, controllati dal governo americano. Nel momento in cui Visa e Mastercard hanno deciso di bloccare l'attività di certe banche, prima di ravvedersi (in un almeno un caso, dopo aver affermato che vi era stato un errore di valutazione), noi abbiamo raccolto il messaggio.

Abbiamo compreso che non possiamo fidarci interamente di queste ditte, poiché, essendo domiciliate negli Stati Uniti, devono sottomettersi alla legge americana. Questo è un esempio minore, ma mostra efficacemente come il sistema finanziario russo stia rivedendo i suoi legami.

Penso anche che tra le conseguenze di questo cambiamento di politica economica ci sarà l'approfondimento delle nostre relazioni con le economie dell'estremo oriente, come quella cinese, e quelle del Sud-Est asiatico. Questi Paesi non hanno emesso sanzioni contro la Russia. Nemmeno il Giappone, che credo abbia congelato i negoziati sul regime dei permessi [di percorrenza libera dei territori russo e giapponese, NdR] non ha emesso sanzioni economiche contro la Russia. I cinesi ci hanno sostenuto durante questa crisi e i Paesi dell'Asia, come la Corea del Sud, la Malesia e Singapore, hanno il proprio approccio, che è del tutto diverso da quello dei Paesi della NATO.


Così, credo che la Russia dovrà riorientare una parte della sua economia, incluse le esportazioni del gas e del petrolio, verso l'Oriente, laddove si situa, sempre più, il baricentro del potere economico. Non si tratterà di uno sganciamento consapevole della sua propria economa, ma soltanto del fatto che le conseguenze delle sanzioni ci condurranno a fare qualcosa che non avremmo fatto, se posti in una situazione differente. Noi dovremo semplicemente trovare dei nuovi mercati e delle nuove occasioni per svilupparci. 

EIRStrategic Alert n. 18
italert@eirna.com

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