domenica 16 marzo 2014

Chi volò sul nido di Albione? Ipotesi alternative sulla "fuga" di Rudolf Hess in Inghilterra





Notizie di stampa ci dicono che, dopo che analoghe deduzioni si erano espresse in America, anche  in Inghilterra mesi addietro sono filtrate, da parte del "Telegraph" e del "Daily Mail" informazioni con le quali si ammetterebbe che Rudolf Hess, nel maggio del 1941, volò da quelle parti per proporre una pace su mandato di Hitler.

Cerchiamo di capire come stanno le cose in quanto girano molte inesattezze, anche perché nella comprensione complessiva della seconda guerra mondiale è importante avere le idee ben chiare su questa faccenda. Nonostante gli inglesi abbiano segretato le documentazioni, che ancora non sono disponibili, proprio questa segretazione, il suo imprigionamento pervicacemente isolato, e il suo assassinio, quando oramai a causa della imminente "caduta del muro" era evidente che, anziano com'era, doveva essere liberato, attestano che Hess era venuto in Inghilterra per proporre la pace, ma venne stroncato immediatamente da quel criminale di Churchill.

Intanto bisogna partire dalla conoscenza, non indifferente, che Hess e la sua famiglia venivano da Alessandria d'Egitto, una località che pullulava di sette massoniche e/o esoteriche anglofile che attraversavano tutta la nervatura dell'Impero britannico. Hess e la famiglia tornarono in Germania nel 1908 quando Hess aveva 14 anni.

Tra queste sette ve ne erano di quelle che propugnavano una specie di santa alleanza, anche su basi razziali tra la Gran Bretagna e la Germania.

Interessante sapere che in queste sette c'erano anche personaggi di origine ebraica, tanto che non pochi hanno sostenuto una tesi, a mio avviso esagerata, di un certo connubio anglo-tedesco-sionista che si perpetuò anche nella Germania nazionalsocialista.

Del resto, connubi e accordi tra sionisti e la Germania Nazionalsocialista ce ne furono eccome, ma traevano tutti origine dalla comune necessità di proibire matrimoni misti e di far uscire  il considerevole numero di ebrei tedeschi dalla Germania.

I sionisti ovviamente avevano interesse che, una volta usciti dalla Germania, questi ebrei tedeschi, istruiti e in genere di alta qualificazione, ma restii e non propensi a questo trasferimento, andassero in Palestina a gettare le basi per la programmata creazione dello stato di Israele.

Oltretutto non c'era solo un interesse biblico-religioso e nazionalista, ma c'erano anche forti interessi economico finanziari alla costituzione dello stato ebraico, che nei progetti della grande finanza monopolistica, quella che controllava anche l'industria
petrolifera, il progetto di uno stato israeliano era assolutamente necessario per avere un "controllo" diretto sulle rotte petrolifere e l'area mediorientale pregna di petrolio.

Ci sarebbe da raccontare come dagli Stati Uniti arrivarono direttive, da parte del potente Congresso Mondiale Ebraico, per inasprire le tensioni tra nazionalsocialisti ed ebrei, creare incidenti, boicottare la Germania, ecc., in modo da costringerla a prendere misure pesanti contro gli ebrei tedeschi, costringendoli così ad andarsene via. Ma questo è un altro argomento.

Torniamo ad Hess che fu ben presto impregnato da una specie di convinzione ideologica e geopolitica circa una possibile grande alleanza tra la Germania e la Gran Bretagna che poi prese anche una sua dimensione più vasta ed esaustiva  attraverso il contatto, di quello che divenne anche un suo amico, il professor Karl Haushofer tra i creatori della moderna scienza geopolitica e suo figlio Albrecht, altro geopolitico,  nato da madre ebrea e da Hess protetto.

In sintonia con quelle idee giovanili Hess era anche un cultore di astrologia, non indifferente, a indovini, astrologhi, ecc.

Da precisare subito comunque, che Hess era anche un buon soldato, che divenne un fedele membro del partito nazionalsocialista ed un convinto estimatore di Hitler, ed amava, da grande idealista, la sua Germania.

Comunque sia, tutti questi precedenti e specificità di Hess, che dopo il fallito push del 1923  si trovò  nella prigione di Landsberg in Baviera assieme ad Hitler al quale fece da segretario aiutandolo nella stesura del Mein kampf,  probabilmente non furono indifferenti alla elaborazione da parte di Hitler di una strategia politica in campo
internazionale, che si basava principalmente sulla possibilità di una grande alleanza con l'Inghilterra: agli inglesi l'Impero, ai tedeschi il dominio nel continente Europeo. Chissà, forse i due si rafforzarono a vicenda in questa comune convinzione Euro Atlantica.

Una grande alleanza con la Gran Bretagna, che oltre alle reciproche convenienze geopolitiche, aveva anche presupposti razziali, considerando gli inglesi "cugini di razza" dei tedeschi.

Arriviamo quindi al 1941, quando Hess aveva circa 47 anni e la guerra con l'Inghilterra, era per Hitler e per Hess stesso, illogica ed un vero e proprio dramma tra l'altro irrisolvibile, visto che il mancato possesso da parte tedesca di una adeguata marina da guerra, mentre gli inglesi avevano la formidabile Home Flett ed una fortissima aviazione, impedivano anche di poterla vincere, invadendo il territorio inglese
come era avvenuto con la Francia.

Ma se era alquanto arduo poter vincere la guerra, che oltretutto a breve paventava anche un futuro intervento risolutore della potenza statunitense, non si riusciva neppure a chiuderla con una pace, perché l'Inghilterra era completamente nelle mani e sotto l'influenza giudaico massonica. Sull'asse City di Londra - Wall Street di New
York, infatti,  passavano non solo le grandi direttive massoniche, alle quali ogni lobby, ogni obbedienza doveva uniformarsi, ma anche la potenza dell'Alta finanza e il cuore dell'ebraismo internazionale.

Queste entità avevano preso la decisione, diventata  irresolubile verso la fine degli anni '30, che la Germania doveva morire, l'Europa doveva essere scompaginata e posta sotto sicuro dominio, i fascismi spazzati via definitivamente dalla storia. E a questa decisione, drastica e irreversibile, passaggio obbligato verso un atavico sogno
di dominio mondiale, non era a nessuno dato di defilarsi.

A fronte di questa situazione militare, in quel momento di stallo, ma con il tempo che lavorava contro la Germania, Hitler prese quindi la tragica, ma logica decisione di attaccare la Russia.

Fu una decisione sofferta e risultata perdente, ma in quel momento non c'erano assolutamente alternative. Non solo infatti la Germania sapeva benissimo che i sovietici stavano per prepararsi , a loro volta, ad attaccare la Germania e occorreva assolutamente precederli, ma oltretutto solo una vittoria sull'Urss, con l'occupazione del grande territorio sovietico, avrebbe  concesso ai tedeschi le materie prime per proseguire la guerra, ed avere una minima possibilità, se non di vincerla, di difendersi adeguatamente, quando la potenza statunitense, che oramai aveva quasi completato il suo gigantesco progetto di riarmo "sui due oceani" gli sarebbe piombata addosso.

Il progetto  tedesco di attacco all'Urss, con la distruzione del bolscevismo, aveva anche fatto nascere la speranza che questa svolta potesse essere ritenuta interessante dagli inglesi, o almeno da molte componenti inglesi che non vedevano di mala voglia sia la distruzione del comunismo che una alleanza con la Germania.

Sicuramente Hitler ed Hess avranno discusso più di una volta se conveniva giocare questa carta, quella della ennesima proposta di pace, fino ad allora rifiutata, ma che ora comprendesse anche la possibilità di distruggere la Russia di Stalin, compito che si sarebbero accollati i tedeschi.

Hitler deve quindi aver assicurato Hess, il più predisposto ed entusiasta di questa possibilità, che l'avrebbe tenuta in considerazione, o comunque non l'aveva esclusa a priori.

Ovviamente questi incontri tra il Fuhrer ed Hess sono argomenti che non possono aver lasciato tracce documentali, nè testimoniali, per cui possiamo ragionevolmente supporli, ma non dimostrarli, se non indirettamente e deduttivamente.

Comunque sia, ed è qui il segreto di quello che poi è successo, mentre Hitler fu concorde su questo piano, non si decideva ad attuarlo, anche perché realista com'era si rendeva conto che con Churchill al potere in Inghilterra, non avrebbe avuto molte possibilità di successo ed anzi, le conseguenze clamorose di un suo fallimento si sarebbero ritorte contro la Germania, considerando che Hess era stato nominato
dal 1933 vice di Hitler, era numero tre del partito dopo Hitler e Goering ed aveva ampi incarichi nel partito e nel governo.

Senza qualche entratura  o occasione che gli avrebbe dato la possibilità di sondare gli inglesi in questo senso, Hitler giustamente era restio a percorrere questa iniziativa.

Ma il tempo stringeva ed Hess, un entusiasta  per natura, oltretutto estremamente audace, forte del consenso di Hitler a  quelle proposte, confortato magari da qualche astrologo e indovino, conscio che il tempo stava fuggendo, decise di tentare lui stesso quella carta disperata, rischiosissima, perché un viaggio diretto in Inghilterra
non era uno scherzo e le possibilità di riuscita dell'iniziativa erano poche.

Sicuramente  Hess, che altrimenti sarebbe stato veramente pazzo, dovette anche avere un incoraggiamento e qualche assicurazione da vecchi amici, sulle due sponde della manica, di quella che impropriamente è stata definita "massoneria bianca", magari vecchie conoscenze originarie da Alessandria d'Egitto.

Decise quindi, all'insaputa di Hitler, di giocare il tutto e per tutto.

Sulla insaputa di Hitler possiamo esserne certi, in quanto conosciamo perfettamente ogni ora e movimento di Hitler prima e durante quei giorni di maggio 1941 e nulla fa supporre che Hitler ne sapesse qualcosa di questo progettato viaggio in Inghilterra.

Le sue reazioni stizzite e disperate, a quella notizia, tramandate anche dal diario di Goebbels, non possono essere state una messa in scena, che nella cerchia intima e ristretta non aveva senso.

Un conto che fosse al corrente e consenziente sulla proposta di pace da avanzare in quei termini agli inglesi, ma cosa diversa è che invece fosse anche d'accordo sulla modalità di presentarla e il tempo e di azzardarla in quel modo ai britannici, con tutti i rischi che comportava. Ed infatti, d'accordo non lo era.

Non è neppure escluso che Hess da certi ambienti massonici  o para massonici, venne attirato in trappola, oppure ancora che gli stessi ambienti massonici, concordi su una svolta di pace tra Germania e Inghilterra, vennero immediatamente richiamati alla grande obbedienza dalla Massoneria Universale, con la quale non si scherzava e in questo argomento non avrebbe ammesso divergenze.

Fatto sta che Hess Il 10 maggio del 1941 con un  volò  solitario arrivò a paracadutarsi nel Lanarkshire in Scozia, per raggiungere il castello del duca di Hamilton (uno dei suoi referenti anglofili).

Ma venne immediatamente catturato e consegnato nelle mani di Churchill. I suoi referenti, massoneria "bianca" o meno, si squagliarono come neve al sole, e il suo tentativo di pace fallì miseramente, mettendo la Germania in grande imbarazzo. Ad Hitler non restò dichiarare che Hess, ultimamente provato, era probabilmente
uscito di senno, ma il danno per la Germania fu ugualmente notevole.

Paradossalmente questa follia di Hess tornò almeno in parte utile per l'attacco alla Russia.

Stalin infatti, pur informato degli spostamenti e della preparazione dell'esercito tedeschi in procinto di aggredire la Russia, non poteva fare molto, perché era da tempo che stava, anche lui, attuando un piano di attacco su larga scala, spostando e predisponendo le sue divisioni (che infatti poi, anticipate nell'attacco, si trovarono su
posizioni sbilanciate e vennero annientate con facilità). Stalin non poteva far molto, perché non era pensabile che il dispositivo sovietico si fermasse e si mettesse in poco tempo su uno schieramento difensivo.

Quindi a Stalin  non restava che continuare nei suoi progetti e nella commedia dell'alleanza, facendo finta di nulla, sperando che ce la facesse ad anticipare l'attacco tedesco.

La situazione che si  venne a creare dopo il volo di Hesse, con gli inglesi che lo sequestrarono e segretarono ogni notizia, instillò nel sospettoso Stalin il dubbio che poteva esserci dietro tutto, un tentativo di accordo anglo tedesco ai danni della Russia. Nel dubbio, probabilmente, Stalin perse iniziative e tempo prezioso e così venne sorpreso dall'attacco tedesco.


 Maurizio Barozzi




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Commento ricevuto: 

In merito a tale ricostruzione dei fatti, mi compiaccio con l'Autore. Con alcune chiose. Anzitutto, a mio giudizio, Hitler ha voluto sbarazzarsi di un competitor, mandandolo allo sbaraglio. D'altra parte, è ormai dimostrato che, per fortuna di noi europei, i tedeschi hanno forza, ma non lucidità d'insieme o di prospettiva, in nessun tempo. Lo stesso Hitler aveva speso anni di trattative con gli inglesi, in materia di flotta militare, senza cavar un ragno dal buco. Poi aveva stretto alleanza e quindi volto in guerra i rapporti con la Russia, senza tener presente il Grande Freddo, che aveva già sconfitto Napoleone. Anche noi Italiani abbiamo iniziato male la guerra: con una flotta considerevole, ma con poco carburante, potevamo però fare male all'Inghilterra: attaccando con navi ed aerei Gibilterra ed Alessandria, partendo da basi vicine: Taranto e la Libia, così impadronendoci di Suez e dei pozzi del Medio Oriente, poco difesi in quel momento. Potevamo usare, come deterrente, dell'esperimento di Fermi ed altri ragazzi, effettuato in via Panisperna, per condizionare sia i Tedeschi, che i nemici.
Coi soliti strateghi italici, nulla di ciò è stato nemmeno tentato. Così i tronfi e poco intelligenti Tedeschi.
Era ovvio che Churchill approfittasse di simili avversari, per farne salsicciotti, come è avvenuto del resto col famoso "scambio di garanzie". Purtroppo, nel mio immaginario, titolo tali fatti, come i successivi della tragica storia d'Italia, sotto il nome "Le occasioni perdute per incapacità degli Italiani".

Luciano Sarmati

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