In molti chiedono come ci si SBATTEZZA e ci si CANCELLA dalla Chiesa cattolica.
Facilissimo! Grazie alla lungimiranza di Stefano Rodotà. Ecco il modulo fac-simile da compilare e spedire alla parrocchia nella quale avvenne il proprio battesimo. Non è necessario spiegare al prete le motivazioni o cose simili. Egli deve soltanto eseguire e soddisfare la tua richiesta entro 15 (quindici) giorni dalla ricezione della raccomandata. Tu richiedente dovrai ricevere poi una lettera nella quale il prete dichiara l’avvenuta cancellazione dalla Chiesa cattolica. Se il prete facesse lo gnorri non esaudendo la richiesta può essere denunciato alla Procura della Repubblica.
Se il prete affiggesse nella bacheca pubblica parrocchiale la tua richiesta di SBATTEZZO CANCELLAZIONE dalla Chiesa cattolica, come una sorta di messa al bando, può essere denunciato alla Procura della Repubblica con relativa richiesta di risarcimento danni subiti e gli si può fare un esposto alla magistratura in base alla Legge del Diritto alla Privacy.
Il tempo della caccia alle streghe e agli eretici è finito!
Axteismo Press - axteismo.press5@yahoo.it
SBATTEZZO CANCELLAZIONE
DALLA CHIESA CATTOLICA
Raccomandata A/R
data: ……/ ……/ …..…
Al Parroco della parrocchia di:
……………………………………………………
indirizzo: ………………………………….……..
cap: ……….. città: ………………………………. provincia: ……………………………….
OGGETTO: Istanza ai sensi dell'art. 7 del Decreto Legislativo n. 196/2003.
Io sottoscritto/a ……………………………………. , nato/a a ……………………………. il ………………….. e residente a …………………………………………………………………….. ,
con la presente istanza, presentata ai sensi dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n. 196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto responsabile dei registri parrocchiali.
Essendo stato sottoposto/a a battesimo nella Sua parrocchia, in una data a me non nota ma presumibilmente di poco successiva alla mia nascita, desidero che venga rettificato il dato in Suo possesso, tramite annotazione sul registro dei battezzati, riconoscendo la mia inequivocabile volontà di non essere più considerato/a aderente “Chiesa cattolica apostolica romana”.
Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi sia data conferma per lettera, debitamente sottoscritta.
Segnalo che, in caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro 15 (quindici) giorni, mi riservo, ai sensi dell'art. 145 del Decreto Legislativo n. 196/2003, di rivolgersi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Dichiaro di rinunciare fin da subito a qualsivoglia pausa di riflessione o di ripensamento in ordine; avverto che considererò ogni dilazione come rifiuto di provvedere nel termine di legge (15 giorni, ai sensi dell’art. 146, comma 2, del D. lgsn. n. 196/2003) e che quindi ricorrerò immediatamente all’autorità giudiziaria o al Garante per la tutela dei dati personali, qualora Lei illegittimamente differisse l’annotazione richiesta ad un momento successivo al quindicesimo giorno dal ricevimento della presente.
Sottolineo di nuovo – nel caso non Le fosse chiaro – che il mio nominativo deve essere CANCELLATO dal registro parrocchiale dei battezzati e La diffido ad usare la inutile ed inaccettabile dicitura “Abbiamo preso atto” e/o diciture analoghe, senza tuttavia aver provveduto alla cancellazione. Ripeto, il mio nominativo deve essere CANCELLATO dal registro parrocchiale dei battezzati e senza discussioni né esitazioni.
Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n. 196/2003 (che ha sostituito, a decorrere dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996), in ossequio al pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali del 9/9/1999 e alla sentenza del Tribunale di Padova depositata il 29/5/2000.
Si diffida dal comunicare il contenuto della presente richiesta a soggetti terzi che siano estranei al trattamento, e si avverte che la diffusione o la comunicazione a terzi di dati sensibili può configurare un illecito penale ai sensi dell’art. 167 del D.lgs. n. 196 del 2003.
Si allega fotocopia del documento d’identità.
Distintamente.
Firma: ………………………………..
Mittente:
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"Sembrerebbe un’iniziativa, ma non lo è. È invece una risposta alla Sua iniziativa. Eccola, in un testo del Crisostomo: "Non ti chiedo compenso alcuno per quello che ti do, ma mi rendo addirittura tuo debitore solo che tu voglia far uso dei miei doni ". Cosa può batterlo in una munificenza così: "Io sono Padre, fratello, sposo, casa, cibo, veste, radice, fondamento, sono tutto quello che desideri." "Non hai bisogno di niente: sarò perfino il tuo servo, giacché sono venuto per servire, non per essere servito; sono amico, membro, capo, fratello, sorella e madre; sono tutto; solo stammi vicino. Fui povero per te, pellegrino per te, crocefisso per te, nella tomba per te. Lassù intercedo presso il Padre per te; quaggiù agisco da ambasciatore di mio Padre per te. Sei tutto per me, fratello, coerede, amico e membro." Cosa vuoi di più? Perchè ti allontani da Colui che ti ama? Perchè ti affanni per le cose del mondo? Perchè attingi acqua da una cisterna rotta? Ciò è lavorare per la vita presente. Perchè pettini la lana nel fuoco? Perchè dai colpi all’aria? Perchè corri invano?" (Giovanni Crisostomo, omelia 76 sul Vangelo di Matteo). Poi ognuno faccia quel che gli pare." Silvano Borruso
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"Quanto è responsabilità degli evangelizzatori e quanto del dono della fede?
Ad oggi nessuno mi ha dato una risposta ragionevole.... e sopratutto quando dei praticanti cominciano a guardarti dall'alto in basso quasi come da compatire perché tu non hai capito o non hai fede comportandosi di fatto come lor signori..... le cose sono due o il dio è unico ed allora per forza di cose gli altri sono sbagliati oppure non c'è un dio onnipotente ma solo una suddivisione delle pecore a degli arconti di gerarchie diverse più o meno forti! (molti POI vogliono marchiare le proprie pecore..... o con il taglio del prepuzio o con il battesimo o con altro... ma il principio non cambia)." Giuseppe Turrisi
Provo a dare una risposta.
RispondiEliminaIntanto evangelizzatori è una parola con un certo significato negativo, perché indica, oggi almeno, l’idea che qualcuno ti abbia convinto su qualche tema religioso usando anche un po’ di violenza o quantomeno di costrizione (fisica o morale che sia). Di esempi nella storia falso-cristiana ne abbiamo a iosa. Quindi evangelizzare è sbagliato, mentre è lecito esprimere la propria idea per rettificare ciò che si è udito o letto che contrasta con la Verità. E tutto ciò mitigato dal fatto che, dicendo un qualcosa per rettificare, non si offenda l’interlocutore. Il quale, arrabbiandosi o reagendo malamente se non addirittura con violenza, si incolpa e, di conseguenza, si incolpa anche chi ha ribattuto, perché l’ha fatto in modo non adatto all’interlocutore e l’ha fatto allontanare dalla Verità anziché avvicinarcelo. Ragion per cui Gesù, alle domande di Pilato, “sei tu il re dei Giudei ?” non rispondeva nulla e se ne stava in silenzio. Pilato non era in grado di capire cosa stava alla base delle parole “re dei Giudei” e avrebbe reagito con violenza, incolpandosi anche per questo e facendo incolpare Gesù. Invece, alla fine, disse, “non trovo nessuna colpa in quest’uomo”.
E veniamo alla fede. Gesù disse e il Cristo dice “Le Mie pecore Mi riconosceranno”. Bene, quelle che hanno fede sono le pecore che, durante la loro vita terrena, riconoscono la verità delle parole del Cristo, dai tempi di Gesù fino ad oggi. E sono quelle anime che, pur incarnatesi come tutte con un obiettivo specifico, prospettato loro prima di nascere sulla base del loro karma, hanno accettato il compito di portare avanti la parola di Dio e la propria evoluzione. Ovviamente, avendo però ogni anima anche il libero arbitrio, una volta in vita può disattendere il proprio mandato perché trascinata fuori strada dalle “gioie” del mondo e tornare indietro nella scala spirituale.
Quindi la fede è innata e ci porta a credere in base a quanto abbiamo accettato di esprimere prima di nascere come uomini. Tenendo presente che innata non vuol dire che la manifestiamo la fede fin da piccolissimi, magari si esprime solo quando la persona ha 30 o 50 o 70 anni, di fronte ad una manifestazione anche banalissima (per gli altri) dell’esistenza di Dio. Quindi la fede non è qualcosa che si acquisisce per "grazia divina" (Dio sarebbe ingiusto se la concedesse a uno e non ad un altro) ma che si ha a seguito di quanto fatto da ogni anima nelle incarnazioni precedenti e nell'attuale.
E aggiungo, a commento della frase ... o Dio è unico .... oppure non c'è un Dio onnipotente.....Per quel che ne so e credo, Dio è UNICO, mentre sono tante le religioni che se Lo vogliono accaparrare per fini egoistici e di potere, pur se ogni religione, per poter essere credibile alle masse, contiene alcuni sprazzi della Verità Universale.
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