Sono
stato contattato dalla Radio dell’Esercito di Israele, in quanto
giornalista di lingua ebraica a Mosca. Cosa penso della giustizia
britannica che accusa Vladimir Putin in persona dell’omicidio di
Litvinenko? Cosa pensa la gente di Mosca sul fatto che il loro
presidente sia un omicida?
Ho
detto che la gente di Mosca non crede a questa storia. Litvinenko era
veramente una figura minore, un agente della FSB (la FBI russa) che si
occupava del crimine organizzato in una città provinciale, fino alla sua
defezione. Non aveva probabilmente accesso a nessuno degli oscuri
segreti di Putin, ammesso che ve ne siano. Le sue accuse erano già state
formulate in precedenza, e nessuno degli accusatori è passato a miglior
vita. Perciò, i russi non prendono molto sul serio le accuse
britanniche.
“Basta
così per ora…” , il conduttore radiofonico mi ha fermato in fretta e
furia. Sapreste indicarmi una persona di lingua ebraica a Mosca con un
punto di vista diverso? O qualcuno che è sicuro del fatto che sarebbe
stato fatto fuori da Putin?
Non
diventerò mai –ahimè- un corrispondente estero di successo. Da sempre
dico e scrivo ciò che penso e che vedo, indipendentemente da ciò che
vuole l’editore. Negli anni 90, durante il mio soggiorno precedente a
Mosca, mi venne chiesto se si stessero preparando dei pogrom contro gli
ebrei. Nelle mie corrispondenze l’ho sempre negato, anche se i miei
colleghi del Newsweek e del Times puntualmente
riferivano di molte avvisaglie a riguardo. Non ho mai visto niente del
genere.
L’unico pericolo per un ebreo russo nel 1990 era la
sovraesposizione, dato che fu proprio in quel periodo che gli oligarchi
ebrei salirono alla ribalta.
Ahimè
simili osservazioni non portarono a una buona carriera nel giornalismo
russo. I corrispondenti esteri di successo a Mosca erano sempre
apocalittici, come il famigerato Luke Harding che riferiva del dominio
criminale del KGB e della mafia di stato, e fu promosso ai vertici della
professione. Io punto piuttosto alla verità, nell’interesse dei miei
lettori.
Tornando
a Litvinenko, la Russia non è di certo ai primi posti per quanto
riguarda gli assassinii politici. Il presidente Obama uccide più nemici
politici coi droni in un mese, di quanto non sia accaduto in Russia in
una generazione. I leader israeliani comandano la classifica: essi
uccidono ogni esponente politico che non prende ordini da loro.
Ricorderete forse del tentato omicidio di Khaled Mashaal nel 1997, che
si concluse con un clamoroso fiasco. Agenti del Mossad travestiti da
turisti canadesi – in maniera Shakespeariana - gli spruzzarono del
veleno in un orecchio, ma furono colti in flagrante. Nel 2004,
presumibilmente avvelenarono Arafat con la stessa sostanza radioattiva
con la quale si pensa sia stato avvelenato Litvinenko.
Per
questo motivo, molte persone nei circoli ebraici russi hanno attribuito
l’omicidio di Litvinenko al suo precedente sostenitore, il diabolico
miliardario Berezovsky. Lui aveva le ragioni, i mezzi e un accesso
privilegiato agli apparati di morte del Mossad.
Ancora, nessun
giudice britannico ha mai provato a criticare un primo ministro
israeliano per un omicidio, o per un sequestro, come quando Mordechai
Vanunu è stato rapito su ordine di Shimon Peres.
Ad ogni modo il fantasma di Litvinenko non disturba il sonno dei moscoviti: non era una figura di primo piano, nemmeno da vivo.
Israel
Shamir
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