mercoledì 10 febbraio 2016

L'inferno esiste, si chiama "Gaza"



Le ultime notizie sul ghetto vengono, come di consueto, dal di fuori. Solo la paura in Israele fa ricordare questa realtà. L’Iran non è più all’ordine del giorno. La Svezia non è abbastanza spaventosa. Gli Hezbollah sono occupati. Quindi torniamo a Gaza. Commentatori annoiati, editori, politici, generali assetati di sangue vogliono trascinare Israele in un’altra “guerra” a Gaza, dove la “guerra” è sempre un altro massacro sotto controllo, dove i risultati sono misurati nel numero di cadaveri e nella quantità di edifici distrutti. Isaac Herzog lo ha già promesso.

Le novità di Gaza non raggiungono gli israeliani. Qualcuno sa degli aerei dell’esercito più morale del mondo che hanno avvelenato nelle ultime settimane i campi di una “zona cuscinetto”, dove Israele ha dichiarata unilateralmente una distanza di 300 metri dalla recinzione? Il veleno viene diffuso fino a 500 metri, 1.187 dunams (293 acri) sono stati danneggiati nel corso nel mese di dicembre. I piloti hanno colpito i loro bersagli con precisione.

Ai pescatori è vietato avventurarsi a più di sei miglia nautiche dalla costa. A volte arrestano un pescatore o gli sparano. Tutto è fatto per servire la sicurezza di Israele e l’occupazione della Striscia di Gaza si è conclusa molto tempo fa secondo i media.

A solo un’ora di auto da Tel Aviv vi è un ghetto dove quasi nulla cresce. L’associazione Gisha- indica che la disoccupazione è al 43 per cento, il 70 per cento degli abitanti di Gaza ha bisogno di assistenza umanitaria e il 57 per cento soffre di sottoalimentazione.

E poi c’è il rapporto agghiacciante delle Nazioni Unite: “Gaza 2020? Un luogo vivibile?” A quel punto il danno alle infrastrutture dell’ acqua sarà irreversibile. L’acqua oggi come oggi non è più potabile. Il PIL pro capite è di $ 1273, meno di quanto non fosse 25 anni fa,1.000 medici e 2.000 infermieri saranno necessari per il sistema sanitario al collasso. L’ Egitto stringe la sua presa, il mondo si è sottratto ai suoi impegni e Israele sfrutta questo per continuare il blocco.

I residenti ottengono tre ore di energia elettrica, a volte sei, nonostante il freddo e la pioggia. Dopo di che non c’è elettricità per 12 ore giorno dopo giorno. Ci sono circa due milioni di persone, un milione di loro sono rifugiati, profughi direttamente o indirettamente a causa di Israele. Circa un milione di loro sono bambini. Nessun israeliano immagina questo. Pochi israeliani si sentono in colpa per questo o si preoccupano per questo.

Quando la prossima catastrofe colpirà nel mondo, sia esso un terremoto o un’alluvione, saremo lì con una delegazione delle Forze di Difesa israeliane, la stessa IDF che avvelena i campi a Gaza. .

E intanto nel ghetto due milioni di esseri umani vivono in condizioni di estrema povertà e nella disperazione pietrificante, soprattutto a causa del blocco israeliano.

“Abbiamo lasciato Gaza”. L’operazione è completata. Ora abbiamo solo bisogno di aspettare che i tunnel siano terminati per iniziare a bombardare di nuovo.

 Gideon Levy


(Fonte: Bocchescucite)

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