I veri discendenti della Israele biblica, di quel popolo che ha abbracciato la fede di Cristo e di Maometto poi, e sono rimasti da sempre nella Terra Santa, e sono proprio i Palestinesi. Gli Israeliani lo sanno!
Gli ebrei del nostro tempo appartengono a due gruppi principali:
1) I SEFARDITI (ebrei pressappoco “semiti”) discendenti degli ebrei che dall’antichità erano vissuti in Spagna, sino a quando alla fine del quindicesimo secolo, vennero espulsi e si insediarono nei Paesi costieri del Mediterraneo, nei Balcani e in misura minore nell’Europa occidentale.
2) Gli ASHKENAZITI (ebrei non-semiti) da “Ashkenaz” termine che nel testo biblico indica un popolo che viveva da qualche parte nelle vicinanze del monte Ararat e dell’Armenia.
DUNQUE SI PUO’ BEN AFFERMARE CHE NON ESISTE NESSUN ANTISEMITISMO SE NON QUELLO MANIFESTATO CONTRO GLI ARABI.
Il regno di Cazaria.
All’epoca in cui Carlo Magno veniva incoronato imperatore d’Occidente, l’estremo limite orientale dell’Europa tra il Caucaso e il Volga era governato da uno stato ebraico, noto come L’IMPERO DEI CAZARI. Fonti soprattutto ebraiche ci riferiscono che nel suo momento di massima potenza, tra il settimo e il decimo secolo, questo impero ebbe una certa qual influenza sui destini dell’Europa medievale. Il paese abitato dai Cazari, una popolazione di origine turca, occupava una posizione strategica sul vitale passaggio tra il Mar Nero e il Mar Caspio, nel 740 il Re, la Corte e la classe militare si convertirono al Giudaismo che divenne la religione di Stato dei Cazari (per motivi politici cioè per non assoggettarsi né all’Impero Romano d’oriente né al Califfato di Baghdad).
Dopo la fine e la distruzione dell’Impero Cazaro (tra il XII e XIII secolo) gli insediamenti Cazari si vennero a trovare in Crimea, Ucraina, Ungheria, Lituania e soprattutto in Russia e Polonia.
Uno dei maggiori studiosi dell’origine cazara degli ebrei è il professore di storia ebraica medievale all’Università di Tel Aviv A.N. POLIAK. Nel suo libro Cazaria del 1944 nell’introduzione egli scrive (in ebraico) che:
“I fatti richiedono un nuovo tipo di impostazione sia del problema relativo ai rapporti tra l’ebraismo cazaro e le altre comunità ebraiche, sia nel considerare fino a che punto si possa ritenere questo ebraismo (cazaro) il nucleo del grande insediamento ebraico in Europa orientale…. I discendenti di questo insediamento – quelli che rimasero dov’erano, quelli che emigrarono negli Stati Uniti o in altri paesi e quelli che sono andati in Israele – costituiscono oggi la grande maggioranza degli ebrei di tutto il mondo”
Si suppone quindi che la grande maggioranza degli ebrei vissuti nel mondo provengano dall’Europa orientale e siano perciò di origine prevalentemente Cazara, e ciò il altri termini significa che i loro antenati non provengono dal Giordano ma dal Volga, non da Canaan ma dal Caucaso, dal punto di vista genetico sarebbero perciò più strettamente legati alle tribu degli Unni e dei Magiari che al seme d’Abramo, Isacco e Giacobbe. E questa nostra conoscenza delle origini cazare della maggior parte degli ebrei del mondo, toglie finalmente e una volta per tutte, ogni pur minima credibilità alla leggenda da loro ossessivamente reiterata, secondo la quale essi sarebbero la “stirpe eletta”.
NASCITA DEL SIONISMO
Nel 1896 nasce in Europa il sionismo fondato dall’agnostico Theodor Herzl, il sionismo è una dottrina politica, un movimento ateo nazionalistico, completamente opposto alla vera fede Ebraica, e fin dalla sua nascita, proponeva la creazione di un “focolare ebraico”.
È una dottrina nazionalista che non è nata dall’ebraismo, ma dal nazionalismo europeo del XIX secolo. Il fondatore del sionismo politico, Herzl, non si richiamava alla religione: “Io non obbedisco a un impulso religioso”. (Fonte: Theodor Herzl, Diaries, Londra, Gollancz, 1958 – “Sono un agnostico” (p. 54).)
È una dottrina nazionalista che non è nata dall’ebraismo, ma dal nazionalismo europeo del XIX secolo. Il fondatore del sionismo politico, Herzl, non si richiamava alla religione: “Io non obbedisco a un impulso religioso”. (Fonte: Theodor Herzl, Diaries, Londra, Gollancz, 1958 – “Sono un agnostico” (p. 54).)
Ciò che gli interessa non è propriamente la “terra santa”: prende in considerazione allo stesso modo, per i suoi obiettivi nazionalistici, l’Uganda, la Tripolitania, Cipro o l’Argentina, il Mozambico o il Congo. (Fonte: Op. cit., passim)
Ma, di fronte all’opposizione dei suoi compagni di fede ebraica, egli prende coscienza dell’importanza della “grande leggenda” (”mighty legend” (Diaries, I, 9 giugno 1895, p. 56), che “rappresenta un richiamo di irresistibile potenza”.
(Fonte: Theodor Herzl, L’État Juif, p. 45)
(Fonte: Theodor Herzl, L’État Juif, p. 45)
Col passare degli anni, mentre i veri Ebrei (ortodossi) si oppongono a questo movimento politico, il Sionismo riscuote sempre più successo nelle alte sfere di potere, proprio perché il sionismo rappresentava già un’organizzazione colonialista, infatti la DICHIARAZIONE DI BALFOUR fatta dal Governo Britannico (1917) promette il cosiddetto focolare ebraico in Palestina. Tale dichiarazione è stata eseguita
1) 1) da una potenza Europea (Inghilterra)
2) 2) riguardo un territorio non-Europeo.
3) 3) In totale dispregio della presenza e dei desideri della popolazione nativa.
Nel 1919 in seguito alla Commissione americana KING-CRANE, ciò che è venuto fuori con chiarezza è che i sionisti mirano al completo dispossesso degli abitanti della Palestina sotto varie forme, nessun dirigente Britannico consultato dalla Commissione ritiene che il progetto sionista possa essere realizzato senza il ricorso alle armi.
(http://www.rondavid.net/Media-Watch.htm)
(http://www.rondavid.net/Media-Watch.htm)
I sionisti non fecero mistero delle loro intenzioni e difatti già nel 1921 il dottor Eder, membro della Commissione sionista, dichiarava bruscamente alla Corte d’Inchiesta:
“Ci può essere solo uno stato, in Palestina, ed è quello ebraico, così come non vi può essere uguaglianza nella collaborazione tra Arabi ed “ebrei” (sionisti). Vi sarà una preponderanza ebraica (sionista) non appena i numeri della razza siano sufficientemente aumentati” A quel punto egli chiese che solo agli ebrei fosse concesso di portare armi.
La proposta del 1947 di creare uno “Stato Ebraico” in Palestina, fu approvata alla prima votazione solo dagli stati Europei (stati colonialisti), dall’America (eretta sul colonialismo e sul genocidio degli autoctoni), dall’Australia e Nuova Zelanda (Stati fondati su precetti colonialistici; mentre la maggioranza degli Stati membri dell’ONU, cioè gli stati Asiatici e Africani (con l’eccezione del Sud Africa anch’esso fondata sul colonialismo e l’Apartheid) VOTARONO CONTRO.
Quando la questione fu rimessa ai voti nella sessione plenaria del 29 Novembre 1947, forti pressioni statunitensi in modi mafiosi, riuscirono ad ottenere l’approvazione della “spartizione” della Palestina, soltanto da altri tre stati: Le Filippine (Asia), Haiti (Centro-America) e Liberia (Africa) tre paesi oppressi dal debito estero e facile preda di intimidazioni e pressioni.
L’11 Maggio 1949 l’ONU, per volontà degli U.S.A. ammette lo “Stato” di Israele a 3 condizioni (mai rispettati dagli Israeliani)
1) 1) Non toccare lo Statuto di Gerusalemme
2) 2) Permettere agli Arabi Palestinesi di tornare a casa loro
3) 3) Rispettare le frontiere fissate dall’accordo di spartizione.
Parlando proprio di questa risoluzione ONU, il fondatore dello stato di Israele, David Ben Gurion dichiarò:
“Lo Stato di Israele considera che la risoluzione delle Nazioni Unite del 29 Novembre 1947 è nulla e non sussistente”
Per Israele l’ONU esiste solo nella misura in cui serve i suoi fini e suoi interessi, altrimenti non esiste affatto, proprio come lo ha dimostrato nel 1949 e ora nel 2006 con la distruzione del Libano.
STORIA ANTICA DELLA TERRA SANTA.
Prima che gli Ebrei vi emigrassero intorno al 1800 a.C. la terra di Canaan (attuale Palestina) era abitata da Cananei, la civiltà Cananea fiorì in tutta l’area mediorientale dalla Palestina, al Libano, parte della Siria e dell’attuale Giordania. Coloro che restarono tra le colline di Gerusalemme dopo l’uscita degli ebrei dalla Palestina costituivano un pot-pourri: pagani e convertiti al Cristianesimo, discendenti di Arabi, Persiani, Samaritani, Greci e vecchie Tribù Cananee, Gebustee e Filistee. (Marcia Kunstel e Joseph Albright).
Quello dei Regni Ebraici fu solo uno dei tanti periodi storici, e il più breve, dell’Antica Palestina: I regni di Davide e Salomone, su cui i sionisti basano le loro richieste territoriali, durarono per soli 73 anni….poi caddero. Anche se consideriamo l’intera vita degli antichi regni ebraici, dalla conquista di Canaan da parte del Re Davide nel 1000 a.C. alla cacciata di Giuda nel 586 a.C. arriviamo solo a 414 anni di dominio ebraico (Illene Beatty, Arab and Jew in the Land of Canaan).
Tutti i sionisti sostengono che la Palestina, prima dell’invasione sionista, era una terra deserta, ma ciò è ASSOLUTAMENTE FALSO, infatti, oltre alla notorietà della Palestina (Filastin), nell’intero mondo islamico per la sua bellezza e fertilità (ancora prima del VII secolo d.C.), l’alto commissario britannico per la Palestina, John Chancellor affermò che in questo paese “tutte le terre coltivabili erano occupate e che nessuna terra coltivabile in possesso della popolazione autoctona avrebbe potuto essere ceduta ad ebrei (sionisti immigranti) senza creare una classe di agricoltori disoccupati”
(Fonte: http://pericolosionismo.Articoli collegati:
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http://www.circolovegetarianocalcata.it/2016/01/28/ebraicita-perduta-sheol-olocausto-e-campo-psichico/
Commento di Vincenzo Brandi:
RispondiElimina"Naturalmente sono d'accordo con Paolo. I Palestinesi sono etnicamente i discendenti degli antichi Ebrei con qualche apporto greco-romano o arabo. Il fatto che l'intera popolazione ebrea della Palestina antica sia stata deportata e dispersa dai Romani non ha nessun serio fondamento storico, anche se vi fu una massiccia emigrazione soprattutto verso Alessandria d'Egitto, Creta, Roma, e altre zone dell'Impero Romano. L'emerito professore israeliano di storia dell'Università di Tel Aviv, Shlomo Sand, nel suo documentatissimo libro "L'invenzione del popolo ebraico", ci ricorda che gli Ebrei moderni derivano in gran parte da popolazioni nord-caucasiche turco-slave, gli Askenaziti, da popolazioni berbere convertite (i Sefarditi), da Arabi di fede ebraica (i Miznahi), da Etiopi di fede ebraica (i Falasha), ecc. , tutte popolazioni di rispettabilissime tradizioni storico-culturali (basti pensare all'enorme numero di scienziati e capi rivoluzionari di origine askenazita), ma comunque scarsamente coincidenti con gli Ebrei di prima della cosiddetta Diaspora. La posizione sionista di "ritorno alla Terra Promessa" è pura ideologia, che purtroppo ha causato molti danni. Speriamo si possa creare uno stato democratico unico per Ebrei e Palestinesi non-Ebrei nel territorio della Palestina storica; altrimenti questo strazio continuerà, ciao a tutti.." (Vincenzo Brandi)