venerdì 1 maggio 2015

Perequazione pensionistica e 5 miliardi di debito in aggiunta




Sono uno dei tanti Italiani che, grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, riceverà quella perequazione sulla pensione che non avevo ricevuto per via della Legge Fornero che col decreto “Salva Italia” aveva bloccato parzialmente la perequazione al costo della vita per le pensioni che superavano di 3 volte l’importo delle pensioni minime e totalmente per quelle che superavano di 5 volte le minime.

Quindi da “beneficiario” ritengo di avere tutti i diritti di criticare questa sentenza, anche perché i Giudici sono uomini e come tutti gli uomini possono sbagliare e poi perché dicono che siamo in democrazia e in democrazia ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero.

Quello che mi ha sorpreso in questa sentenza sono le motivazioni che grosso modo dicono che :
- nel decreto il diritto alla perequazione “risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio”;
- perché nel decreto “risultano intaccati i diritti fondamentali come la proporzionalità del trattamento di quiescenza e l’adeguatezza ed i principi di solidarietà e di eguaglianza”.
Quanto alle “esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio” penso che bastava guardare alla disastrosa situazione finanziaria dell’Italia lasciata in eredità dal governo Berlusconi e dalla finanza allegra e creativa dei suoi Ministri, situazione disastrosa certificata anche da tutte quelle Autorità finanziarie internazionali che, in fatto di numeri e di cifre, se ne intendono bene.
Invece, per la “mancanza di proporzionalitàadeguatezzasolidarietà edeguaglianza”, mi permetto di fare un’osservazione.

Se milioni di persone devono tirare avanti con una pensione mensile minima sotto i 500 euro o sotto i 1.000 euro e per pagare la loro perequazione e far quadrare i conti devo non dare la perequazione a chi di pensione mensile ne percepisce 2.000, 2.500, 3.000 o più di euro, questo sarebbe una “mancanza di proporzionalitàadeguatezzasolidarietà ed eguaglianza”?

Quindi è ingiusto non dare la perequazione (o parte di essa) a chi percepisce 3 volte o 5 volte di più della pensione minima quando questi soldi servono a garantire la perequazione a chi di pensione minima percepisce meno di 500 o meno di 1.000 euro?

Adesso sono curioso di vedere dove prenderanno i circa 5 miliardi di euro di buco che si è creato, perché non ci sono molte soluzioni.
O facciamo altri debiti (e nessuno poi si scandalizzi se il gigantesco debito pubblico dell’Italia continua a crescere), o aumentiamo le tasse, o aumentiamo l’Iva (aumento che si pensava di scongiurare) o   rinunciamo a ridurre le tasse sul costo del lavoro e facciamo pagare ai lavoratori il buco delle pensioni creato dalla sentenza.

Ai politici l’ardua scelta, io mi limito a ricordare che un grande Personaggio, nel lontano 1926, per mettere a posto i conti pubblici e salvare la già allora traballante lira, fece ben altro che bloccare le perequazioni su un certo numero di pensioni ma, tra le altre dure misure, impose d’imperio la drastica riduzione per legge dei salari e degli stipendi, di operai, impiegati e dipendenti pubblici.

Adriano Rebecchi

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