venerdì 8 maggio 2015

Il lungo viaggio dei pollini allergenici



Il caso dell'ambrosia
La maggior parte dei pollini allergenici sono caratterizzati da una modalità di diffusione operata dal vento, definita anemofila. Questa modalità di diffusione implica la produzione di una notevole quantità di polline e può pertanto creare problemi per la salute dei soggetti allergici.
Fra le specie ad impollinazione anemofila merita attenzione l'Ambrosia artemisiifolia, pianta della famiglia delle Compositae che, sebbene non sembri avere una diffusione significativa in Toscana, è una specie molto conosciuta a causa della forte allergenicità dei granuli pollinici.
È una pianta infestante e pioniera; questa caratteristica favorisce il suo insediamento in aree dove la vegetazione originaria è stata rimossa, dando origine a zone incolte (margini di campi, bordi stradali, sedi ferroviarie, cantieri edili e aree abbandonate in genere).
Informazioni sulla pianta e sui pollini sono state già fornite nell'ARPATnews Monitoraggio dei pollini: rilevata anomala presenza di ambrosia.
Si sottolinea che, anche in aree dove la pianta non risulta presente, possono essere rilevate elevate concentrazioni polliniche, in quanto i pollini sono trasportati dal vento anche da grandi distanze in quanto una sola pianta di Ambrosia nel periodo di pollinazione da fine luglio a ottobre può produrre più di un miliardo di pollini.
Nel corso del monitoraggio aerobiologico effettuato da ARPAT in Toscana sono state rilevate, in genere, concentrazioni poco significative dei pollini di Ambrosia, con eccezioni che si sono verificate nel 2002, 2004 e 2014.
Per quanto riguarda gli anni 2002 e 2004, nella stazione di Pistoia sono state rilevate alte concentrazioni di ambrosia rispettivamente nelle settimane dal 26/08/02 al 01/09/02 e dal 06/09/04 al 12/09/04 (vedi tabella 1).
 Concentrazioni di ambrosia nelle settimane dal 26/08/02 al 01/09/02 e dal 06/09/04 al 12/09/04
Il Centro interdipartimentale di Bioclimatologia dell’Università degli Studi di Firenze (CIBIC), che da anni collabora con ARPAT, ha studiato la diffusione dei pollini che si è avuta nel 2002 e nel 2004.
In particolare sono state analizzate le condizioni meteorologiche locali e le condizioni a livello sinottico nei giorni di presenza di pollini di ambrosia rilevate nel 2002 e 2004; successivamente sono state computate ipotetiche back-trajectories utilizzando il modello Hysplit, che ha consentito di individuare la probabile area di provenienza di tali pollini e il probabile percorso che hanno effettuato per giungere in Toscana (Cecchi et al., 2006, Cecchi et al., 2007).
Inserendo le coordinate geografiche di Pistoia fu possibile identificare come possibile fonte di tali pollini un’area nel nord dei Balcani, zona particolarmente ricca di piante di ambrosia (fig. 1). Non appena cessò il flusso d’aria proveniente da tali aree, infatti, si instaurò una condizione di scarsa circolazione e il picco si ridusse drasticamente sino a scomparire nei giorni seguenti. Il fenomeno del trasporto di pollini di ambrosia da grandi distanze si verifica quando si manifestano particolari condizioni meteorologiche caratterizzate dall’arrivo di masse d’aria provenienti da Nord-Est ed Est-Nord-Est nel periodo di fioritura dell’ambrosia nelle aree balcaniche.
Possibile traiettoria dei pollini di ambrosia dall’area nel nord dei Balcani alla stazione di Pistoia 
Riguardo all'evento del 2014, nella settimana di monitoraggio dei pollini aerodispersi che va dal 1 al 7 settembre 2014, nella stazione di campionamento di Firenze è stata rilevata la presenza di pollini di Ambrosia con concentrazioni medio/alte a metà settimana, fino a raggiungere valori elevati nella giornata di sabato (vedi tabella 2).
Concentrazione di pollini di ambrosia nelle stazioni di monitoraggio toscane nella settimana dal 1 al 7 settembre 2014 
Questa situazione/evento ha fatto ipotizzare, anche in questo caso, un possibile trasporto a distanza di pollini di ambrosia verificatosi nella stazione di monitoraggio di Firenze. Sono stati, quindi, presi contatti con i colleghi di ARPA Umbria che gestiscono la rete di monitoraggio aerobiologico della regione Umbria, per verificare se anche nelle loro stazioni era stata registrata un'alta concentrazione di pollini di ambrosia in quella settimana. Dai dati è emerso che anche la stazione di monitoraggio di Perugia ha avuto una concentrazione di 31 pollini/m3 di ambrosia il 6 settembre 2014 (vedi figura 2).
 Concentrazioni polliniche di ambrosia rilevate a Perugia dal 1 al 7 settembre 2014
Sempre in collaborazione con il Centro Interpartimentale di Bioclimatolgia dell'Università di Firenze sono stati analizzati i dati delle stazioni di Firenze e Perugia. Attraverso l’utilizzo del citato modello Hysplit è stata determinata la provenienza delle particelle presenti sia a Firenze che a Perugia nei giorni di picco rilevati nelle due città. L’analisi ha confermato che la provenienza delle particelle polliniche è la zona dell’Europa orientale, tra cui l’area Balcanica, analogamente ai risultati degli studi del 2002 e 2004 (vedi figura 3).
 Area di provenienza delle particelle polliniche
Questi eventi confermano l’importanza sia del monitoraggio aerobiologico, sia dell’utilizzo dei modelli previsionali che analizzano i movimenti delle masse d’aria responsabili del trasporto dei pollini anche da aree extraregionali o extranazionali.
Si ringraziano il colleghi di ARPA Umbria per i dati forniti.
Testo di questo numero a cura dell’Area Vasta Centro ARPAT e di CIBIC (Centro interdipartimentale di Bioclimatologia dell’Università degli Studi di Firenze)

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