Su ampia scala basti esaminare quello che si è formato per contrastare lo Stato Islamico dell'Irak e del Levante (Isis): caccia ed istruttori russi, truppe speciali e droni americani, pasdaran ed armamenti iraniani, dollari degli emiri, solidarietà da tutto il mondo "impegnato", preghiere vaticane e "preoccupazioni" israeliane.
Tutti insieme, più o meno appassionatamente, a difendere il "legittimo" governo di Al Maliki messo in piedi e sostenuto dal nobel per la pace, l'ineffabile Obama. Incredibilmente capace di aver quasi permesso la realizzazione del sogno di Bin Laden: la creazione di un grande Califfato Islamico. Però questo avvenimento è "globalizzato", se ne occupano governi, diplomazie, stati maggiori e mercanti d'armi varie.
Noi, ovvero io e gli amici che ospitano e leggono queste righe, avremo tempo di discuterne se, come intuibile, le cose prenderanno una piega ancora peggiore.
Invece, sempre nel tema di "alleanze e schieramenti", qualcosa di particolare è accaduto a Roma il 1 luglio scorso 2014: "squadre di miliziani sionisti feriscono la gente". Così ha titolato un articolo Irib (il sito della radio di stato iraniana in Italia) in cui sono state accusate "milizie squadriste della comunità ebraica romana" di aggressione ai danni di attivisti di sinistra, palestinesi e semplici cittadini che protestavano per la rappresaglia israeliana seguita all'assassinio dei tre giovani studenti ebrei. Tutto con la rigorosa "complicità" delle forze dell'ordine (??) presenti ed il silenzio delle competenti autorità e dei media.
Dal tono dell'articolo si rileva come le "vittime" le avessero buscate a quattro ed un soldo, oltreché un fortissimo risentimento per la mancata mobilitazione della sinistra (estrema e meno) a difesa
"dell'antifascismo militante contro il fascismo sionista".
E qui abbiamo una ulteriore conferma di come repentinamente mutino "sul campo" (nostrano) alleanze ed unità d'intenti. Era appena ieri, ottobre 2013, quando "milizie sioniste", centri sociali, partigiani e loro eredi, giornalisti militanti e non, persino sacerdoti (poco) cristiani ed altre varie componenti, TUTTE unite,
impedivano il funerale di Erich Priebke. Con la violenza, prendendo a calci e sassate pure il carro funebre ed impedendo una civile sepoltura. TUTTI assieme appassionatamente: comunisti e resistenti vari, ebrei militanti e no, associazioni partigiane, stampa, radiotelevisioni pubbliche e private. Con la tutela delle istituzioni, delle forze di polizia e la benedizione del Vaticano. In nome e per conto della lotta contro "il nazifascismo". Di ieri, oggi e domani. Fatti e dati incontrovertibili, chiunque può verificarli dalla cronaca di quei giorni.
Oggi la "sinistra protestataria" piange per le botte prese a Roma e chiama a raccolta le bande rosse per combattere "il fascismo sionista".
A parte il rallegrante pensiero di Marx, Lenin, Trotsky e compagnia bella che fremono nelle tombe in vista della nuova mobilitazione contro la "stirpe" di appartenenza, non posso evitare di porre a me stesso ed a chi legge un grande dilemma: ma i "nazifascisti" di oggi, veri o presunti che siano come dovrebbero schierarsi?
Cambiano le alleanze ma le teste restano quelle.
Stralcio di una lettera di Vincenzo Mannello
Articolo collegato: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/07/roma-squadracce-sioniste-allopera.html
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