mercoledì 16 luglio 2014

UE - Lager di facile ingresso e di impossibile uscita... di guardia al campo l'Eurogendfor




Quando il 27 giugno scorso Georgia, Ucraina e Moldavia hanno firmato
gli accordi di associazione con l'Ue in vista di un futuro ingresso
nell'organizzazione, i media hanno parlato di una svolta per la
democrazia, i diritti umani ed un futuro economico prospero dei tre
paesi. Il problema è che alle popolazioni non è stata fatta molta
chiarezza su un aspetto che secondo Andrei Akulov avevano il diritto
di sapere prima della “scelta europea” dei loro governi.

Oltre al periodo di transizione economica che verrà imposta ai paesi,
che non sarà certamente morbido per le popolazioni, nulla è stato
fatto trapelare sulle ultime decisioni in relazione alla cosiddetta
Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR). "Le popolazioni di
Georgia, Ucraina e Moldavia sono informate di tutto questo? Sono
consapevoli? Qualcuno si è preso la briga di informarli e spiegar loro
cosa questo significa in pratica? Difficile! Un aspetto importante
tralasciato di proposito!"


.......................

La Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR) è un’iniziativa
multinazionale di 6 stati membri dell’UE – Francia, Italia, Paesi
Bassi, Portogallo, Romania e Spagna – sancita da un trattato firmato
nel 2006 con l’obiettivo di rafforzare le capacità di gestione delle
crisi internazionali e contribuire allo sviluppo della Politica di
Sicurezza Comune e Difesa. EUROGENDFOR può essere considerata una
forza di polizia integrata, studiata per portare a termine missioni in
differenti scenari, compresi quelli destabilizzati, a supporto
dell’UE, dell’ONU, dell’OCSE, della NATO o di coalizioni create ad
hoc.

[...]

Le metodologie di intervento sono le seguenti: rimpiazzo delle forze
dell’ordine locali in aree in cui la conduzione della normale vita
civile è in crisi (ovvero privare la nazione del suo potere sovrano,
nota dell’autore) e costruire strutture militari in ambienti in cui i
livelli di insicurezza e crimine sono molto elevati a causa di un
malfunzionamento del’esercizio della legge (un pretesto molto facile
da far stare in piedi – nota dell’autore). C’è la possibilità di
appellarsi ad essa durante eventi considerati particolarmente a
rischio come i meeting annuali del G8 o simili. Una volta che il G8
sarà diventato G7 le nazioni occidentali dominanti decideranno il
destino di stati sovrani e li costringeranno a fare ciò che ci si
aspetta da loro.

Il contingente è di circa 2.500 uomini in grado di intervenire entro
30 giorni in ogni angolo del mondo. L’articolo 29 stabilisce che i
membri dell’EUROGENDFOR non subiranno alcun processo per le loro
azioni negli stati da cui provengono, in quelli in cui agiranno o in
casi connessi alla loro missione. Qualsiasi atrocità i membri
operativi commettano – non comporterà alcuna responsabilità. Per cui,
ad esempio, potranno andare in Ucraina e sparare indiscriminatamente
senza affrontare alcuna conseguenza. Secondo la Dichiarazione di
Intenti e il Trattato, EUROGENDFOR è configurata come una forza
“Operativa, preorganizzata, robusta e rapidamente dispiegabile” atta a
sostenere la Politica di Sicurezza Comune e Difesa, anche se
utilizzata in strutture esterne all’UE.

[...]

Il 24 giugno è il giorno in cui il Consiglio Europeo ha deciso sulle
regole e le procedure per la messa in opera della clausola di
solidarietà (Articolo 222 TFEU). Questa clausola stabilisce che
l’Unione ed i suoi membri devono agire congiuntamente per difendere
uno stato membro vittima di attacchi terroristici (le Repubbliche di
Donetsk e Luhansk nell’Ucraina dell’Est?) o di disastri naturali.
L’Unione è tenuta a mobilitare le forze in suo possesso la Commissione
e gli Alti Rappresentanti, assistiti dal Servizio Europeo per l’Azione
Esterna, identificheranno  tutti gli strumenti e le capacità
dell’Unione che potranno meglio contribuire a rispondere alla crisi e
prenderanno le dovute contromisure sotto le loro rispettive
competenze. Il 24 giugno è stato inoltre attivato con effetto
immediato l’accordo di Risposta Politica Integrata alle Crisi, un
meccanismo approvato nel giugno 2013 dal Consiglio. Questo permetterà
un rapido coinvolgimento delle autorità politiche di tutta l’Unione
per permettere al Consiglio di assicurare una gestione strategica
delle contromisure e di intraprendere azioni appropriate per il
benessere dello stato in difficoltà.

Andrej Hanko di Linke, partito di sinistra tedesco ha commentato in
questo modo la decisione. Lo riporta sempre Akulov:

“L’approvazione presso il Consiglio degli Affari Generali è stata
fatta in segreto: il punto non era menzionato nel programma
dell’incontro. La stampa non era stata informata. Questa è una delle
clausole più controverse contenute nei trattati dell’UE. È
precisamente la ragione per cui l’accordo sui dettagli della clausola
di solidarietà era stato rimandato al momento della firma del Trattato
di Lisbona”. Secondo Andrej Hanko la clausola rafforza il corso verso
la militarizzazione degli affari interni, poiché il personale militare
può essere inviato in un altro stato membro a richiesta. “Sono
preoccupato che questa clausola si applicherà a situazioni che
potrebbero avere un impatto funesto sulle persone, l’ambiente e la
proprietà”.

Nigel Farage il leader dell’UKIP il 15 maggio ha dichiarato:
“Fronteggiamo la prospettiva di malcontento civile diffuso, persino
una rivoluzione in Europa”. Viene alla mente la situazione in Ucraina,
Moldavia e Georgia. È un finto segreto che questi stati siano di
fronte al pericolo di manifestazioni di malcontento popolare durante
l’attuazione delle misure richieste dagli accordi stipulati. La gente
sarà felice del crollo degli standard di vita a cui è abituata? E se
iniziassero a pensare ed a chiedere informazioni sulla situazione? Per
loro c’è l’EUROGENDFOR.


(Dalla traduzione di Comedonchisciotte dell'articolo di Andrei  Akulov)

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