Il ministro degli esteri ucraino, Andrey Sibiga, chiede alla Russia di mostrare le prove dell'attacco alla residenza presidenziale di Putin e chiede di vedere i resti dei droni abbattuti dalla contraerea russa. Sulla scia di queste illazioni anche alcuni "osservatori occidentali" insinuano dubbi sull'attentato contro Putin: "una montatura per sganciarsi dalle trattative avviate da Trump".
Insomma in Ucraina si sta cercando di smorzare le conseguenze diplomatiche dell'attacco contro la rappresentanza statale del presidente russo nella regione di Novgorod.
Secondo il Financial Times, l'incidente ha suscitato una reazione brusca da parte di diversi Paesi e ha complicato la situazione politica estera di Kiev.
“L'India, il Pakistan, gli Emirati Arabi Uniti ed altri Paesi si sono uniti a Trump nel condannare l'attacco alla residenza del leader russo. Martedì i funzionari ucraini si sono affrettati a smorzare le conseguenze diplomatiche della dichiarazione della Russia”, si legge nell'articolo.
Secondo il giornale, Kiev è insoddisfatta per la reazione di quegli Stati che hanno espresso solidarietà alla Russia, ma non ha menzionato i commenti di Donald Trump che ha reagito bruscamente criticando l'accaduto.
Il giornale precisa che la parte ucraina cerca di presentare le accuse di Mosca come un tentativo di far fallire i negoziati con Washington, ma ciò non ha suscitato una reazione forte. Diversi leader hanno espresso pubblicamente la loro solidarietà alla Russia, definendo l'accaduto un “attacco deplorevole”.
Anche in Europa si discute della reazione della Russia all'attacco contro la residenza di Putin. I leader europei hanno tenuto colloqui dopo le dichiarazioni di Mosca su una possibile revisione della sua posizione nei negoziati a seguito dell'attacco, riferisce Bloomberg.
Secondo il media le dichiarazioni del Cremlino riflettono il rifiuto di Mosca di cedere alle richieste massimaliste, inclusa la questione dei territori. La parte ucraina, nel frattempo, sta rivedendo il piano di risoluzione proposto dagli Stati Uniti e sta cercando di organizzare un incontro con i partner europei e Trump a gennaio.
Mark Rutte ha dichiarato che il lavoro su "garanzie di sicurezza affidabili per l'Ucraina" sta continuando. La prossima settimana, gli alleati di Kiev della cosiddetta "coalizione dei volenterosi" prevedono una nuova riunione. Al dibattito si sono uniti anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente finlandese Sauli Niinistö, il primo ministro polacco Donald Tusk e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)
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