Ante scriptum: "Il biometano è una fonte di energia che si ottiene da biomasse agricole (quindi da colture dedicate, scarti agricoli e organici), agroindustriali (vale a dire gli scarti della lavorazione della filiera alimentare) e dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani (la cosiddetta FORSU)".
Il settore del biometano sta crescendo in Italia e in Europa: secondo i dati della European Biogas Association a livello continentale ci sono oggi 1.548 impianti di biometano, cresciuti del 32% rispetto al 2023 e, per la grande maggioranza (oltre l’80%), connessi alla rete del gas – di cui il 49% collegati alla rete di distribuzione e il 14% a quella di trasporto. Installazioni e investimenti stanno portando il settore del biometano europeo vicino agli obiettivi fissati nel piano RePowerEu che punta a raggiungere i 35 miliardi di metri cubi di biometano entro il 2030 – ma studi recenti valutano in 150 miliardi di mc entro il 2050 il potenziale del settore.
Settore in cui l’Italia si posiziona al secondo posto a livello europeo e, per il 2026, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la crescita del biometano potrebbe aggiungere ulteriori 2,3 miliardi di Smc (standard metro cubo) di biometano attraverso la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione di una parte di quelli esistenti.
A questi si aggiunge la linea indicata dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) che ha un obiettivo ambizioso di produzione di 5 miliardi di mc di biometano entro il 2030. Obiettivi sfidanti e ambiziosi che però raccolgono la risposta delle imprese che stanno aumentando il loro impegno in questo settore.
Luigi Campanella, chimico
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