Apple, Facebook, Microsoft, Amazon, ecc.: il coronavirus ha ulteriormente consolidato la loro posizione. Cloud, ricerche, acquisti, tutto ruota intorno ai giganti che ormai plasmano anche la politica degli Stati e possono decidere di "zittire" anche il presidente degli Stati Uniti. I tardivi sforzi dei regolatori europei e le cause negli Usa non sembrano in grado di intaccare il loro potere. Ammesso che si voglia e si possa davvero farlo. L'esperto: "Ad alcuni Stati va anche bene che sia così".
Analisi
“Domination!”. Si narra che questo sia il grido con cui il padre padrone di Facebook, Mark Zuckerberg, è solito concludere le riunioni con il suo staff. Manie di onnipotenza? O semplicemente presa d’atto di quella che è la realtà. Più probabile la seconda, quando si guida un social media che conta una comunità di iscritti pari a due volte la popolazione cinese e un gruppo che vale in borsa 760 miliardi di dollari, ossia quanto il prodotto interno lordo della Turchia. O quando si può decidere di silenziare, da un momento all’altro, il presidente degli Stati Uniti senza dover rendere conto a nessuno di questa scelta, come avvenuto in questi giorni con Donald Trump. Sparito da Facebook e Instagram dopo l’assalto al Congresso di alcuni dei suoi sostenitori. E poi cancellato anche da Twitter.
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