mercoledì 8 giugno 2016

I misteri dell'universo visibile - Buchi neri, particella di Dio, materia oscura.... e prana...



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Solo 50 anni fa accennare all’esistenza dei buchi neri nell’Universo  per molti era un’eresia scientifica, nonostante Einstein  ne avesse previsto l’esistenza, oggi  è una realtà acquisita scientificamente. Parlare poi di materia ed energia oscura fino al 1980 per molti accademici era roba da film di fantascienza. Oggi gli scettici di allora si pentono di non far parte di chi, invece, ha iniziato a riscrivere la storia dell’Universo.

Dal Cern di Ginevra è arrivata la conferma definitiva sull’esistenza della materia oscura e dell’energia oscura. L’anello di 27 Km che compone il super acceleratore di Ginevra è stato ulteriormente potenziato, ora riceve ben 13 mila miliardi di elettronvolt ( 13 TeV ), contro i precedenti 12 TeV che gli avevano consentito di scoprire nel 2012 l’esistenza del bosone di Higgs ( la “particella di Dio”). Questa estrema potenza ha permesso di dare le prime risposte sull’esistenza delle misteriose forze invisibili che governano l’universo.  Finalmente si è capito che la materia oscura e l'altrettanta misteriosa energia oscura sono due elementi base del nostro universo. Insieme occupano il 96% del cosmo e la loro influenza è immensa. Si è scoperto infatti che siamo immersi in qualcosa che fino a qualche decennio fa era impensabile: esiste (ma non sappiamo bene ancora cosa sia) una materia oscura, che tende a far restringere il cosmo per effetto della gravità e un’altra, l’energia oscura, che invece tende a farlo espandere. Quindi per gli scienziati la materia oscura serve a tenere insieme ammassi stellari e più propriamente le galassie, mentre l’energia oscura dal Big Bang  ad oggi non fa altro che allargare i confini dell’Universo.

Le galassie, gli ammassi stellari, le stelle e i pianeti che osserviamo con i nostri telescopi, sono solo una minima parte della massa stessa del cosmo, e questo  perché la materia oscura è invisibile all’occhio umano ed ai più sofisticati strumenti elettronici. E’ accertato che ogni galassia è “incapsulata” in una sorte di bolla invisibile o, meglio, in una nube che la NASA ha anche cercato di rappresentare graficamente ( vedi illustrazione ). Questa nube di materia oscura si estende per un raggio molto più grande della galassia stessa.

Uno dei metodi applicati per capire la presenza e la quantità di materia oscura che avvolge le galassie o gli ammassi delle stesse è quello della distorsione della luce proveniente da fonti di luce dietro la galassia che osserviamo. Si sa ( il grande Einstein lo aveva già scoperto ), che la luce non viaggia nell’universo solo in linea retta, ma può deviare e superare l’ostacolo che incontra per poi procedere nuovamente in linea retta. Questo fenomeno si osserva attraverso degli archi che si visualizzano intorno ad un corpo celeste in osservazione. Vediamo questi effetti da lente gravitazionale: queste distorsioni ci dicono, ancora, che gli ammassi sono avvolti da materia oscura.

Basandoci quindi sulla quantità di distorsione presente nelle immagini che catturiamo con i potenti telescopi orbitanti possiamo calcolare quanta massa ci deve essere in una galassia o ammasso di galassie. Alla fine risulta una  quantità enorme rispetto al visibile. La deviazione della luce quindi ci informa sulla consistenza della struttura che attraversa. Questa struttura è la materia oscura in cui le galassie sono immerse.

“La materia e l’energia oscure, oltre ad ampliare le conoscenze sulla composizione del cosmo, ha implicazioni sulla nostra vita quotidiane?”- Questa la domanda che una studentessa di una università olandese ha posto giorni fa agli scienziati della NASA.  Ed ecco la risposta: -“ Si!” -  

Questa materia oscura esiste intorno a noi, ci pervade  e, forse, condiziona la nostra esistenza senza che noi ce ne accorgiamo. Sappiamo da molti anni che gli stessi neutrini provenienti dallo spazio   (nascono all’interno delle stelle) penetrano senza che ce ne accorgiamo la materia, il pianeta e i nostri corpi. Ora dobbiamo aggiungere la materia oscura. Possiamo ben dire a questo punto che siamo immersi in un “ambiente alieno “ da cui dipendiamo forse anche come sopravvivenza. Ma tutto ciò migliaia di anni fa qualcuno l’aveva già intuito: le antiche culture dell’India da cui poi sono nati l’Induismo e il Buddismo questo lo sapevano. La materia oscura, nonché l’energia oscura, loro la chiamavano e la chiamano: Prana.

Per gli indù e i buddisti il Prana è l’essenza della vita  è la forza vitale che pervade ogni cosa dalle stelle ai pianeti fino agli esseri viventi. I maestri tibetani hanno sempre affermato che se l’essere umano sapesse compenetrare l’energia pura dell’universo, cioè il prana, e con essa e armonizzarsi, potrebbe vivere fino al termine della sua vita biologica, anche senza assumere cibo.  Questa affermazione, che per la scienza ufficiale è illogica, trova invece conferma nei centinaia di casi riportati dalle cronache indù, dal lontano passato ad oggi. Molti asceti infatti hanno vissuto, superando anche  i 100 anni di vita, in meditazione senza mai nutrirsi.  Anche ai giorni nostri c’è un caso simile studiato da decenni da medici e scienziati, è il caso dello yogi indiano Prahlad Jani che vive dall’età di 12 anni senza bere e mangiare all’interno di una grotta nella regione settentrionale indiana di Gujarat.

Il team di scienziati del Defence Institute of Physiology and Allied Sciences (Dipas) che lo ha studiato 24 ore su 24 per 15 giorni consecutivi, non sa spiegare il fenomeno. Nessun essere umano potrebbe resistere senza bere più di 5 giorni. In ogni caso i valori metabolici e comunque funzionali di un organismo che non si alimenta né assume acqua verrebbero sconvolti.  In Prahlad Jani invece gli esiti degli esami hanno dato valori positivi, riscontrabili in un giovane di 25/30 anni e non in un vecchio di oltre 80 anni. Per gli scienziati è un caso sconvolgente per la scienza, la quale non sa dare una risposta. Alla domanda del team scientifico all’asceta di come fa a nutrirsi, lui risponde :-“ in me entra l’energia del Sole e quella mi nutre e mi disseta”-. Ma come fa quest’energia ad entrarti dentro, hanno chiesto ancora gli scienziati, e lui: - “attraverso la meditazione consento all’energia vitale dell’universo di fluire dentro di me”-

E allora, a questo punto, possiamo dire che la risposta data da uno scienziato della NASA alla studentessa olandese calza a pennello: “Si, questa scoperta può cambiare il futuro dell’umanità.”-

In conclusione dobbiamo ancora volta considerare la sapienza e la conoscenza degli antichi e forse, con un po’ di umiltà, cercare attraverso antichi testi, miti e legende le risposte che oggi ci dà la scienza, ma che scopriamo ogni volta già scritte.

Ennio La Malfa


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