Nell’era postmoderna della fine delle grandi narrazioni (Illuminismo,
Hegelismo, Marxismo), dove ormai la neolingua regna sovrana, e la
politica si muove tra ipocrisia endemica e infantilismo ricattatorio,
il doublespeak impazza sui media di ogni tipo, divulgando a destra e a
manca le proprie oscene verità. Ed anche gli spin doctor al servizio
del premier maschio alfa, si agitano freneticamente per dotarlo delle
parole giuste ad intarsiare una vera storytellig della democrazia … il
referendum costituzionale di ottobre non può fallire, e la massiccia
campagna mediatica partita 6 mesi prima del fattaccio senza quorum,
dovrà resettare le menti dei poveri spettatori di ogni probabile
dubbio.
Nel gennaio del 2015, dopo la strage dei vignettisti di Charlie-Hebdo,
venne lanciato lo slogan "Je suis Charlie" da parte di Joachim Roncin,
amministratore di “Reporters sans frontières” … da quel momento quel
grido venne ripreso sistematicamente su ogni medium possibile, così da
identificarlo come una vendetta solidale e consolatoria contro tutti i
possibili attentati … e nella cultura di massa, tutto ciò che piace
allo sciame confuso dei sudditi, deve divenire di dominio pubblico e
soprattutto imporsi con la perentorietà del dogma. Ogni possibile
critica di opposizione è solo un fastidioso ostruzionismo alla libera
circolazione del dogma, quindi le opinioni che si discostano dal
pensiero dominante sono sgradevoli e intollerabili. Declinato di
seguito nella forma di "Je suis Bruxelles", nel marzo 2016, escludeva
tutti coloro che si permettevano di dissentire, accusati di devianza e
"complottismo", quelli che non si riconoscevano parte del grido di
dolore categorico.
Naturalmente la Confindustria, a nome del suo neo presidente Boccia si
è apertamente schierata per il Sì alla Riforma, interessata
soprattutto all’eliminazione del bicameralismo perfetto, motivo
supremo dell’estenuante lentezza decisionale del Parlamento (anche se
la Legge Fornero è passata in 15 giorni), e facile strumento degli
ostruzionismi dell’opposizione. E ciò risponde egregiamente alla
lettera che il 5 agosto 2011 il presidente della Bce Jean Claude
Trichet inviava al governo italiano, per di più condivisa e firmata
dal futuro numero uno dell'Eurotower, Mario Draghi. Una missiva
minuziosa nei dettagli, pubblicata sul Corriere della Sera, in cui la
Bce indicava le misure antispeculazione da adottare «con urgenza»
dall'Italia per «rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e
il suo impegno alla sostenibilità del bilancio e alle riforme
strutturali»: le riforme avrebbero dovuto toccare molte voci, dalle
liberalizzazioni, alla riforma del mercato del lavoro e delle
pensioni, fino alla pubblica amministrazione.
Poi nell’estate del 2013 arriva sul tavolo del governo un'altra
missiva, in cui la JP Morgan, storica società finanziaria
statunitense, scriveva quella che sembrava essere la ricetta del
grande capitale finanziario per gli stati dell’Eurozona, per
sopravvivere alla crisi del debito: “Liberatevi al più presto delle
vostre costituzioni antifasciste !!”. Nel documento di 16 pagine
infatti, datato 28 maggio 2013, dopo una lunga introduzione, si
arrivava a trattare le origini delle Costituzioni dei paesi europei:
“Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti
intrinseci avessero natura prettamente economica (…) Ma col tempo è
divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I
sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro
costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano
una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la
maggiore integrazione dell’area europea” … e ancora “Le costituzioni
mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò
riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra
dopo la sconfitta del fascismo”.
Quindi i poteri finanziari, e i loro eponimi economico industriali,
chiedono al governo una mutazione giurisdizionale della Carta,
funzionale alle strategie del sistema economico internazionale e che
non abbia l’intralcio della discussione democratica. Perché, come dice
Nino Galloni, il capitalismo iperfinanziario, novello Pluto infernale,
si ciba di sangue umano e di carne tenera, e dunque è costretto a
provocare stragi sociali, per soddisfare i propri bisogni fisiologici.
E mentre in Francia continuano le ‘settimane di passione’, che
rischiano di portare alla paralisi il paese, alle prese con gli
scioperi contro la riforma sul lavoro del governo socialista, dopo due
mesi e mezzo di mobilitazione nazionale contro la Loi Travail, i
sindacati più combattivi (Cgt, Fo, Solidaires, Fsu) hanno deciso di
mettere in pratica una strategia di blocco della produzione che non fa
sconti al governo … da diversi giorni infatti i camionisti si sono
fermati, sei delle otto raffinerie presenti sul territorio francese
sono state bloccate, i depositi di carburante, vari porti e aeroporti
sono sbarrati al pari di alcune delle più importanti arterie
autostradali. Nel frattempo, continua lo sciopero dei ferrovieri e dei
trasporti pubblici, che dal 2 giugno potrebbe divenire illimitato.
Al contrario i sindacati italiani hanno incassato il Jobs Act senza
battere ciglio, attraverso quell'improbabile strategia di lotta che si
chiama "concertazione", e fingendo di contestare queste riforme, che
in realtà hanno convalidato con il loro atteggiamento miseramente
ambiguo (ricordiamo i calorosi saluti tra Landini e Renzi), si sono
piegati al volere dei padroni. Aiutati da una stampa schieratasi a
zerbino dalla parte dei potentati economici, hanno sdoganato una
controriforma, che ha la precisa funzione di proiettare il dumping
salariale più selvaggio nel prossimo mercato del lavoro, sempre più
orfano di diritti e tutele sociali. Perché dunque in Italia può
verificarsi un simile massacro sociale senza che la popolazione ne
abbia il minimo sentore? Perché i nuovi schiavi sembrano essere
addirittura soddisfatti delle nuove riforme targate Bce, JPMorgan,
Ocse e Fmi ?
Beh … occorre partire da lontano … e risalire agli anni '70, quando
Pasolini scriveva i propri articoli sul Corsera, straordinari per
lucidità analitica e profetica. Quegli anni videro l'affermazione
della tv in Italia, sperimentarono gli effetti socialmente devastanti
della pratica quotidiana del Grande Fratello, strumento potentissimo
nelle mani dei ceti dominanti, che lo finanziavano e lo governavano
per ipnotizzare le masse, vanificare la loro coscienza critica e il
loro possibile ribellismo. "Scritti corsari" è l'ultimo libro
pubblicato da Pasolini (fu in libreria subito dopo la sua morte) ed è
molto più che una raccolta di articoli, interviste, recensioni,
piuttosto un libro che il lettore deve ricostruire: è lui che deve
rimettere insieme i frammenti di un'opera dispersa e incompleta, come
sarà anche il suo ultimo antiromanzo "Petrolio", quello che verrà
pubblicato solo 17 anni dopo circa, e che gli era costato la vita,
dato che denunciava la spudorata corruzione della politica affaristica
del tempo e il responsabile della morte di Enrico Mattei. Nati
dall'occasione comunque, questi scritti hanno una singolare unità,
anche perché nei fili che ne compongono il tessuto è sempre ben
visibile "l'arte eretica e corsara" di Pasolini.
La nuova pseudocultura consumistica stava demolendo ogni altra
autentica cultura, tipica della civiltà occidentale, il monoteismo del
mercato avrebbe reificato anche gli esseri umani (Karl Marx),
riducendoli a merce incapace d'intendere e di volere, anzi sostituendo
il plusvalore delle merci al valore stesso del genere umano (vedi il
nuovo olocausto che si verifica oggi nel mediterraneo).
Dunque lo slogan blasfemo del jeans Jesus "Non avrai altro jeans al di
fuori di me", non era altro che la nuova religione dei mercati, il
nuovo dominio planetario che avrebbe provocato una mutazione
antropologica nei confronti degli italiani, attraverso un'omologazione
selvaggia, killer seriale e fascistoide da cui la massa non sarebbe
riuscita a liberarsi, perché appunto il nuovo fascismo avrebbe mutato
l'identità stessa dei cittadini, i loro gusti, i loro consumi, la loro
anima e addirittura i loro corpi.
Poi arriva Jean Baudrillard, che nel 1996 dirà: "La tv è il controllo
sociale direttamente nel salotto di casa. Essa mantiene l'ordine
simbolico, garantendo la conformità del comportamento dei sudditi
ignari. Facendo diventare favola il mondo, la tv è strumento al
servizio dei dominanti. La fabbrica televisiva del consenso, proprio
come il clero giornalistico, induce ad odiare gli oppressi e ad amare
gli oppressori, producendo docili servi che lottano in difesa delle
proprie catene." (Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la
realtà?)
Ma già il sociologo francese Gustave Le Bon un secolo prima aveva
studiato la psicologia delle "folle", ossia l'infantilizzazione del
singolo all'interno delle folle massificate dal sistema capitalistico,
in tal modo quindi, ha identificato il principio di base della
propaganda moderna: l'individuo è perfettamente manipolabile, perché è
stato affogato ed annientato nello sciame confuso e privo di coscienza
della massa. « Dal solo fatto di essere parte di una folla, un uomo
discende da generazioni su una scala di civiltà. Individualmente,
potrebbe essere un uomo civilizzato; nella folla diviene un "barbaro"
in preda all'istinto. Possiede la spontaneità, la violenza, la
ferocia, e l'entusiasmo e l'eroismo dei primitivi, molto simile a loro
per la facilità con cui si lascia impressionare dalle parole e dalle
immagini … indotto a commettere atti contrari ai suoi interessi più
ovvi e alle migliori abitudini. Un individuo nella folla è un granello
di sabbia fra tanti altri granelli di sabbia, mossi dalla volontà del
vento.» (Psicologia delle folle)
E ancora sull'aristocrazia intellettuale delle élites, e sulla
barbarie della folla: « Le civiltà così come sono conosciute, sono
nate grazie ad un piccolo gruppo di intellettuali aristocratici, mai
dalla massa. La massa ha solo potere distruttivo. Il loro ruolo è
sempre effettivo in modo barbaro. Una civiltà involve ruoli stabiliti,
disciplina, passaggio dall'istinto alla razionalità, in previsione
futura, un elevato livello culturale, tutte condizioni che la folla,
lasciata a se stessa, ha sempre mostrato di non essere in grado di
realizzare. In conseguenza di questa pura forza distruttiva, il potere
delle masse è tale a quello dei microbi che dissolvono i corpi malati
o privi di vita. Quando la struttura di una civiltà è compromessa, è
sempre la massa che la porta alla caduta.»
Dunque la massa è un magma orribile e infecondo che annulla e
avvilisce la coscienza critica del singolo, il quale risulta portatore
sano di idee preconcette iniettate nel corpo sociale da parte del
potere capitalistico, che riesce a perseguire i propri obiettivi
autoritari proprio attraverso il consenso e l’adesione degli individui
alla sua ideologia politica, senza dover ricorrere alla violenza, ma
semplicemente utilizzando il potere propagandistico dei mass media.
Mentre la stampa di regime è diventata una mera cinghia di
trasmissione dei postulati dell’establishment e del sistema dominante,
che realizza una vera operazione di distrazione di massa, dato che
invece di informare le folle sul merito dei problemi, disinforma e
distrae.
Così il sociologo tedesco Herbert Marcuse, nel suo libro “L’uomo a una
dimensione”, spiegava che “la funzione basica dei media è quella di
sviluppare degli pseudo bisogni di beni e di servizi, fabbricati dalle
grandi corporations, legando gli individui al carro del consumismo e
della passività politica” … sistemi politici che saranno il brodo di
coltivazione del virus patogeno conosciuto come “autos-kratos” o
autocrazia, o meglio ancora oligarchia delle lobby finanziarie.
Dunque è un dato storico, l'omologazione delle folle italiane è ormai
giunto allo stato terminale, e il nuovo autoritarismo politico è in
dirittura di arrivo con la riforma costituzionale renziana, la cui
responsabilità riguarda i partiti della cosiddetta "sinistra", che
hanno promosso e gestito lo smantellamento dei diritti sociali
conquistati in decenni di lotte, la privatizzazione del patrimonio
dello stato e delle aziende pubbliche, le leggi che codificano la
precarizzazione del lavoro, il famigerato Jobs Act, e l'accettazione
acritica delle politiche economiche di Bruxelles e di Francoforte.
L’attuale establishment delle società occidentali sembra dunque
utilizzare una sorta di autoritarismo invisibile del consumismo
compulsivo, bene espresso da una straordinaria scena di un episodio
cinematografico di Pasolini, "La ricotta", dove un dialogo tra Orson
Wells, che riveste il ruolo di alter ego di Pasolini stesso e un
giornalista, risulta fulminante, perché l' "uomo medio”, il borghese
appunto, colui che vota senza manco sapere per chi, senza manco capire
le dinamiche politico economiche del suo paese, sarebbe definito dal
regista appunto “un mostro, un pericoloso delinquente, conformista,
colonialista, razzista, schiavista, qualunquista”.
E’ questo infatti che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi basiti …
lo smantellamento dei diritti sociali conquistati in decenni di lotte,
la privatizzazione del patrimonio dello stato e delle aziende
pubbliche, le leggi che codificano la precarizzazione del lavoro, e
l'accettazione acritica delle politiche economiche di Bruxelles e di
Francoforte. La sinistra a un certo punto dello storytelling ha dovuto
barattare la propria identità con la sopravvivenza all'interno delle
logiche del potere.
Intanto il maschio alfa dominante è partito all’attacco, insieme alla
femmina alfa, ministra senza portafoglio per le Riforme Costituzionali
e i Rapporti con il Parlamento, con delega all'attuazione del
Programma di Governo … la coppia di licantropi dominanti ha iniziato
un tour in giro per l’Italia, frequentando tutti i luoghi fisici e
non-luoghi ammissibili, utilizzando tutti i canali mediatici
mainstream e non, praticando codici verbali, subliminali, linguaggi
del corpo e del volto, sorrisi amichevoli, e stomachevoli … insomma
tutto quanto permetterà di catturare il SI’ al referendum sulla
imprescindibile costituzione autoritaria.
Non importano i contenuti, che quelli la folla apocalittica e
disinformata non li capisce … importano invece i gesti, la
capigliatura, il portamento, la simpatia, gli sguardi attraenti, i
rumori di fondo, il gossip sulle possibili frequentazioni hot tra i
due … comunque il tour, partito molti mesi prima del referendum,
sembra procedere come una sorta di marcia trionfale … fascista, turca,
dannunziana, di Radetzky, non importa … però mira diritto alla
vittoria di autunno, quando le folle omologate, prive d’identità, e
composte di solitaria sudditanza, saranno ipnotizzate, stremate e
infine consenzienti con il progetto satanico dei due protagonisti
della terza stagione tv “Il trappolone referendario costituzionale”.
Rosanna Spadini
Fonte: comedonchisciotte.org
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