mercoledì 8 settembre 2010

Alpinismo, spiragli di storia, Macrobio... e l'armonia delle sfere!

QUEST'ANNO E' STATO UNA TRAGEDIA PER GLI ALPINISTI. NON SI RIESCE A CONVINCERE GLI SCRITERIATI AD ESSERE PIù RIFLESSIVI. E D'ALTRONDE LE ESIGENZE TURISTICHE SONO QUEL CHE SONO. AGLI ALPINISTI SERI E SOPRATTUTTO PREPARATI è INDIRIZZATA QUESTA POESIA.


Monte Bianco.

Del monte Bianco il vertice
che con le nubi cozza
raggiunto spesso vedesi
in sua sublime altozza

Sembrò che un dì quel culmine
delle nostr'Alpi Onore
per cause ancora incognite
dovesse, ohimè, cadore

così che l'altitudine
della sua cima algente
e la fama d'altissimo
dovesse andare a mente.

Invece ancor rifulgere
la guglia di cristallo
può, a chi da giù guardandola,
venir fa il torcicallo

Cadono a frotte gli uomini
che voglion cimentare
salendo sul ghiacciaio
il proprio loro valare

salgono per le crode
scavalcano le selle
scivolando sul ghiaccio
arrivan fino a velle

MA TU, alpinista intrepido,
sull'ORLO del crepaccio
getta lo sguardo rapido
al fondo del burraccio

poi torna indietro,
o saggio,
chè meglio è la Ragione
di 100 atti di coraggio

Mentr'io non mi preoccupo
se ben o male razzolo
tanto oramai non restami
che guardare il...cocazzolo!

Georgius Vitalicus Aulicus

SPIRAGLI DI HISTORICA
(del grandissimo storico Sofrone di Tessalonica)
“Confecto bello, DEGASPER, artis reipublicae administrandae peritissimus, cunctas italica gente ad urnas vocaverat, ut confirmarent aut abrogarent regnum Humberti Secundi regis, quem omnes accusabant de nostri exercitus clade.
Urnarum responsum Reipublicae favit atque Humbertus Secundus rex, in Lusitaniam se contulit in exilium.
DEGASPER autem, usque ad annum millesimum nongentesimum quinquagesimum et secundum semper in administratorum Collegio fuit.
Tanto nomine protectus, Iulius Andreotus ipse in Collegium reipublicae administratorum ingressus est.
Ex tunc igitur initium cepit eius honorum cursus, quem magis felicem quam ancipitem Nos putare audemus”

Piccola nota su... MACROBIO.
Macrobio è stato uno dei maggiori neoplatonici pagani di lingua latina, assieme a Calcidio ed a Marziano Capella. Il suo "Commento al Sogno di Scipione" è la sua opera più famosa ed è quella che ha avuto maggiori influssi nell'Occidente.
Il brano che tratta del sogno del condottiero romano è tratto dal VI ed ultimo libro della "repubblica" di Cicerone, ed il commento presenta, in forma di annotazioni al testo ciceroniano, le più importanti dottrine della religione-filosofica tardo antica: l'esistenza del mondo intellegibile, l'immortalità dell'anima ed i suoi destini ultraterreni, i paradigmi della "vita buona" per l'uomo di quaggiù, insieme ad altre digressioni sull'interpretazione dei sogni, sulle loro capacità profetiche, la scienza dei numeri pitagorici, la cosmologia, la geografia, i cicli del tempo, l'armonia delle sfere.

INSOMMA, COMMENTA GEORGIUS ROMANDIOLICUS, è tutto lì.

Una buonissima parte di quanto venuto dopo e presentato ai villici come grandi invenzioni successive, è tutto dentro la classicità, che va sicuramente riscoperta sbugiardando i falsi profeti, distruttori di civiltà, sopraffattori e soprattutto FALSARI.

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