Accadde un giorno in Italia, vicino alle elezioni politiche, che alla televisione di Stato, la RAI, soppressero la puntata di Samarcanda.
Nella qualità di abbonato alla RAI feci intervenire la Magistratura al fine di vedere garantiti i miei diritti che erano uguali a quelli di milioni di abbonati alla RAI. Speravo, quindi, di registrare milioni e milioni di ricorsi. Invece, alcuni abbonati RAI si sfogarono con l'uso delle parole. Tutti gli altri abbonati RAI preferirono il silenzio.
Sono questi episodi che "pesano" nella graduatoria mondiale sulla libertà di stampa; che ne determinano il posizionamento nelle diverse fasce di giudizio del livello della libertà di stampa. Attualmente l'Italia era al 72° posto, al limite inferiore della fascia della semi libertà di stampa (chiude la Turchia). L'odierna decisione della chiusura di "Annozero" determinerà una nuova posizione negativa dell'Italia in quella graduatoria mondiale.
Anche nell'ambito degli Stati dell'Europa occidentale la graduatoria sulla libertà di stampa avrà qualche (negativa)ripercussione: attualmente il 92 per cento di questi Stati delll'Europa occidentale è compreso nella fascia degli Stati con la libertà di stampa; il rimanente 8 per cento, che, come abbiamo visto, comprende l'Italia seguita dalla Turchia, occupa la fascia terminale della semilibertà di stampa.
Siamo sicuri che gli italiani provano vergogna di questa loro considerazione nel mondo? Ho i miei fondati dubbi.
La cultura egoistica, profusa negli anni di piombo dalle Istituzioni, sta dando i suoi (maledetti) frutti: prendiamo atto che dall'illegale finanziamento ai partiti (scandalo "mani pulite") siamo giunti agli attuali illegali arricchimenti dei singoli personaggi politici. Per singole persone (o piccolissimi gruppi, vedi; "autisti delle auto blu") si sta producendo la legalizzazione della illegalità che compieranno.
Sono scomparsi i freni. Sono scomparsi gli strumenti di garanzia. Sono scomparsi i Valori.
Una quotidiana carneficina umana (sulle strade, sui posti di lavoro, per l'aria inquinata che respiriamo, per i vitali beni comuni trasformati in merce, ecc.) che scompare nel Silenzio.
E noi siamo su questa barca. E pensando al nostro vissuto di lotta per un mondo diverso, per uno Stato diverso, per un Comune diverso, per la dignità di tutte le persone, per la concreta partecipazione, per una reale uguaglianza e solidarietà, per una scuola e sanità e mobilità di qualità, per una produzione senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo, per il consumo del necessario, eccetera, per la libertà dai bisogni e dalla paura e di parola e di religione, per costruire la "convivenza civile"; è pensando a tutto questo che piangiamo di rabbia.
E' pensando a tutto questo che non ci arrendiamo e ci rimbocchiamo le maniche per "resistere, resistere, resistere" e riuscire a frenare questa inumana, immorale e pericolosa deriva.
Vito De Russis - Lista European Consumers
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