I panni sporchi, lavati in casa, erano già noti nel 2015.
Per la precisione dati alla stampa il 27 aprile con una lettera aperta di Paolo Rumiz.
La Serracchiani ha risposto? Quando le domande le abbiamo fatte noi si è ben guardata dal mormorare qualcosa, ha preferito farsi intervistare da Vanity Fair. È più chic, ma si sa, noblesse oblige.
Va detto peraltro che nessuno ha mai risposto ai nostri interrogativi, CGIL inclusa. (Giorgio Stern)
Banche e potere, ecco la lettera di Rumiz: dodici domande alla Regione sulla “bomba” Mediocredito
Il giornalista scrive a Serracchiani: fate capire ai cittadini qual è la vera situazione. «Da
stabilire l’entità del passivo, che potrebbe essere vicino al miliardo di euro»
di Paolo Rumiz
Gentile presidente della Regione Debora Serracchiani qualche giorno fa mi sono trovato a una cena in Veneto e al tavolo vicino al mio c’erano degli industriali, per l’appunto veneti, i quali ridevano del Mediocredito del Friuli Venezia Giulia, il nostro gioiello. Ho allungato l’orecchio e tra un ghigno e l’altro ho carpito un’informazione.
A fronte di un miliardo e mezzo di impieghi, avremmo non cinquecento milioni, come è emerso dalla stampa, ma un miliardo di "incagli", come dire soldi che assai difficilmente tornano indietro. «Una bomba a orologeria», così la definivano i commensali, parlando grossolanamente - e qui mi sono infastidito assai - di Lei come “Frangetta nera”, del direttore Narciso Gaspardo come “Cavallo pazzo” e del presidente Crt Paniccia come del “puparo”, e la loro ilarità trasudava - mi è parso di capire - la soddisfazione di aver messo nel sacco la Regione, intrappolata in Veneto da una «politica di grandezza».
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