Caro Paolo, ho predisposto un piano per salvare l’ILVA e creare nuova occupazione anziché licenziare il personale.
Il problema mondiale è che si è ridotta la committenza per l’acciaio e quindi la via è quella di trovare, facendo anche leva sulla sensibilità mondiale per i problemi ambientali, nuovi modi di impiego per l’acciaio.
A me occorre l’energia positiva tua innanzitutto e dei tuoi lettori per avere risposte dai Ministri ai quali tramite loro conoscenti ho mandato il piano.
Il piano si completa con una fase contemporanea di bonifica dell’aria, tramite la riduzione della CO2 che viene assorbita dalle piante di vetiver utilizzate per la bonifica dei terreni e della CO2 catturata per essere trasformata in metano.
La trasformazione in metano avviene in una macchina inventata da un ricercatore dell’ENEA che produce metano combinando l’idrogeno con la CO2. La produzione di idrogeno dissociando l’acqua ha dei costi elevati dipendenti dall’energia necessaria, che verrebbe ricavata a costo bassissimo utilizzando il surplus di energia degli impianti eolici.
La trasformazione della biomassa vetiver in idrogeno la troverai nel piano che segue....
Ti ringrazio, un abbraccio, Benito Castorina
PIANO STRATEGICO DECENNALE per salvare l’ILVA
aumentando la produttività e consentendole quindi di investire per
la messa in sicurezza dei macchinari e dell’ambiente.
Premesso
che l’ILVA risenta anche della riduzione dell’impiego
dell’acciaio a livello mondiale e che per risollevarsi abbia
bisogno di una prospettiva di produzione, ne deriva che la
committenza diventa il problema principale dopo la messa a norma
degli impianti e i problemi occupazionali.
Di seguito sintetizzo
sistemi innovativi per l’impiego dell’acciaio legati al settore
ambientale e della sicurezza, dove già sono stanziati fondi o dove è
meno difficile ottenerne dalla Comunità Europea.
I sistemi innovativi
proposti abbattono i costi degli interventi già finanziati, creano
nuove attività lavorative a livello imprenditoriale e quindi
occupazionale, creano una filiera virtuosa che lega ambiente ricerca
e sviluppo, utilizzano brevetti dell’Università e di ricercatori
di centri di ricerca dello Stato italiano.
Il piano
che sinteticamente si illustra, oltre a consentire la messa a norma
dell’ILVA, le bonifiche ambientali necessarie, e la ripresa
produttiva, consentirà la piena occupazione e il benessere. Ogni
cosa di seguito descritta si basa su ricerche e prove sul posto e in
laboratori specializzati, fatte con ENEA Casaccia, Università Roma1,
Università Roma3, CREA e un Brevetto internazionale dell’Università
di Teramo.
Il finanziamento
del piano deriva dalla vendita dei laminati utili per la produzione
di macchinari e per la realizzazione delle strutture necessarie per
compiere lavori già finanziati o a carico di
terzi e se in seguito all’analisi dei costi
non dovessero bastare si ricorrerebbe a un finanziamento integrativo
della Cassa Depositi e Prestiti.
I lavori già
finanziati riguardano la bonifica di terreni
inquinati (Terra dei Fuochi, valle del Sacco), altre “terre dei
fuochi” a livello nazionale, come premesso, possono essere
finanziati con fondi europei (in particolare i terreni inquinati
dall’ILVA, la bonifica del Mar Piccolo del Golfo di Taranto).
La pianta utilizzata per
le bonifiche è il vetiver (Chrysopogon Zizanioides) che oltre a
bonificare i terreni anche dai metalli pesanti, verrà utilizzata
come biomassa per alimentare un reattore che la trasforma in un gas
che contiene oltre il 60% di idrogeno, che non produce tar, che non
immette CO2
nell’aria e inoltre si può trasformare nelle pellettatrici in un
pellet di alta qualità. Il vetiver mentre bonifica il terreno,
contrasta e risolve il dissesto idrogeologico, la desertificazione,
la bonifica delle falde acquifere superficiali e assorbe una notevole
quantità di CO2.
Un’impresa dell’Abruzzo
ha realizzato due prototipi del reattore brevettato dall’Università
di Teramo ed altre aziende italiane possono essere formate per la
realizzazione degli altri reattori e delle pellettatrici necessari
per la produzione di idrogeno e di energia pulita abbattendo i costi
delle bonifiche e creando un indotto di notevoli proporzioni.
I lavori a carico di
terzi riguardano per esempio la Soc.
Autostrade che ha l’onere di ricostruire ponti e viadotti
pericolanti che non possono essere più costruiti totalmente in
calcestruzzo armato semplice o precompresso, ma prevalentemente o
preferibilmente in acciaio.
Successivamente alla
valutazione politica della proposta, deciderete a chi affidare la
redazione del piano strategico, che potrà essere supportato per la
parte tecnico-scientifica dai professionisti delle Istituzioni citate
e dallo scrivente, che ha a disposizione e può fornire ampia
documentazione di quanto sintetizzato,
Benito Castorina
Prof. Benito Castorina con un cespo di Vetiver
Commento di Claudio Noschese:
RispondiElimina"MA NON HA SPIEGATO COSA FARE CON L'ACCIAIERIA, A CHI VENDERE IL SURPLUS DI ACCIAIO CHE NON ASSORBE IL MERCATO. NON C'E' UN CALCOLO DI UTILIZZO IN RELAZIONE ALLA PRODUZIONE. INSOMMA, E' UN PROGETTO PER MODO DI DIRE. MANCANO TUTTI I DATI VALORIALI PER POTERLO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE. PUO' ANCHE ESSERE POSITIVO, MA DEVE ESSERE APPROFONDITO E DI MOLTO..."