domenica 3 novembre 2019

Mondo musulmano e lo strano destino delle "rivoluzioni colorate"

Risultati immagini per iraq rivoluzione colorata

Come il mondo musulmano  è finito in questo stato? 

Gli apologeti nostrani dei rivoltosi in Iraq, in effetti duramente repressi dopo aver dato alle fiamme edifici e personale governativo, denunciano i black out elettrici, la carenza di acqua potabile, lo sfascio delle infrastrutture, gli alti prezzi. Non si sognano neanche di accennare a due guerre distruttive, inframmezzate da bombardamenti clintoniani ogni quattro giorni per sei anni, al petrolio, che dovrebbe fornire l’energia e permettere la ricostruzione, per intero in mano ai grossi petrolieri anglosassoni insieme ai suoi proventi, l’acqua del Tigri e dell’Eufrate ridotti a fiumiciattoli dalle nuove, abusive, dighe turche. 

E se il bluff Moqtada, raffigurato come colui il cui seguito resistette agli occupanti Usa e Nato, mentre contro questi non ha mai sparato un colpo (la resistenza era tutta saddamita e Baath), ora chiede le dimissioni del governo di cui faceva parte e scende in piazza con i manifestanti, vuol dire che al gioco partecipano sauditi, americani e israeliani.

Del Cairo e di Al Sisi mette poco conto parlare. Bastano Amnesty International, HRW, Avaaz, gli atlantisti all’orgasmo del “manifesto”, “Fatto Quotidiano” e tutti gli altri pappagallini a farci capire di chi è nemico al Sisi e di chi sono amici i Fratelli musulmani. 

La loro descrizione dell’Egitto del presidente che si è avvicinato alla Russia, sostiene Haftar in Libia, ha pacificato il paese, ha raddoppiato il Canale, erige una nuova capitale per decongestionare il Cairo, ha costruito più case popolari di qualsiasi predecessore, deve affrontare ogni giorno un terrorismo jihadista sanguinario quanto e più di quello in Siria (e nessuno ne parla), fa della Giudecca di Dante un parco giochi.

Toccherebbe andare a vedere con i propri occhi. I dossier di Amnesty meritano la sorte dei diari di Hitler. Strillano che chiunque parli contro il “regime” finisce incarcerato, torturato e ucciso. Come Regeni. Come la grande operazione Regeni. Poi, per sostanziare l’affermazione citano “giornali d’opposizione”, “attivisti dei diritti civili”, “Ong”, tutti vivi e vegeti e parlanti. Strano...

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.