Il 26 novembre 2019 rimarrà una data storica per l’antivivisezionismo e la liberazione animale: durante le prime ore del mattino alcuni attivisti hanno occupato il tetto dell’Università in via Volturno a Parma e srotolato uno striscione con la scritta “Fuori i macachi dall’Università #stopvivisezione”. Un atto di disobbedienza civile supportato da molti altri attivisti che in più 20 città italiane (*) hanno appeso analoghi striscioni inneggianti la liberazione dei macachi ai cancelli di decine di Facoltà scientifiche e di Psicologia.
L’azione rivendicata dal “Coordinamento Macachi Liberi” intende mantenere alta l’attenzione sulla sorte dei 6 macachi detenuti negli stabulari dell’Università di Parma che in collaborazione con l’Università di Torino li sta sottoponendo all’esperimento “Lightup – Turning the cortically blind brain to see”.
I primati che ad oggi sono ancora in fase di addestramento saranno sottoposti con l’inizio del nuovo anno ad un intervento molto invasivo e doloroso alla corteccia cerebrale per limitare al minimo la loro vista e studiare i deficit visivi. Al termine dell’esperimento, che durerà cinque anni, gli animali saranno uccisi.
Con questa protesta gli attivisti chiedono al Ministro della Salute Roberto Speranza di fermare immediatamente il progetto che coinvolge oltre all’Università di Torino e di Parma anche quella di Oxford e che ha ottenuto un finanziamento per due milioni di Euro di fondi pubblici dall’European Research Council.
Una nota del Coordinamento sottolinea: “I macachi in questa fase di addestramento possono essere ancora salvati. Costituiscono la prova che chi pratica la vivisezione non ha alcuna intenzione di fare evolvere la ricerca e privilegia interessi economici e accademici. Tra l’altro ci sono volontari umani già affetti da questa rarissima cecità corticale disposti a collaborare alla sperimentazione. Anche i primati di Parma, come milioni di altri animali stabulati e già condannati, non hanno scelto di essere lì e non hanno possibilità di andarsene perché una falsa scienza priva di etica e serva delle multinazionali dimentica il principio Primum non nocere”.
(*) Elenco delle città: Alessandria, Ancona, Bergamo, Bologna, Catania, Firenze, Foligno, Grosseto, Lodi, Milano, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia Roma, Rimini, Torino, Trieste, Udine, Venezia, Verona.
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