mercoledì 30 aprile 2025

...zelensky chiama alla guerra (fino all'ultimo ucraino, lui escluso)


(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

martedì 29 aprile 2025

I BRICS sono il futuro del mondo...



lunedì 28 aprile 2025

Tromb Donaldo invoca la pace ma arma la guerra!

 

Vaticano. Tromb ai funerai del Papa parla con gli alleati

Il consigliere presidenziale statunitense Mike Waltz ha affermato che Trump, nell'ambito dei funerali del Papa, ha discusso in Vaticano con gli alleati europei la creazione di un sistema di sicurezza europeo come uno dei punti di un futuro accordo di pace tra Russia e Ucraina.

"Beh, ci sono state molte discussioni sul territorio, su cosa bisogna fare per garantire che questa guerra non ricominci mai più e finisca definitivamente. Abbiamo negoziato con i nostri partner europei – avete visto i filmati di Starmer dal Regno Unito e di Macron dalla Francia – l'Europa ha un ruolo da svolgere. So che abbiamo l'ambasciatore Whitaker, il nostro nuovo rappresentante presso la NATO, che sta facendo un lavoro meraviglioso nel sottolineare che in futuro saranno gli europei a dover assumere la guida. Tutte queste questioni sono parti importanti delle discussioni sia con Zelensky che con Vladimir Putin. Il prossimo passo è spingere entrambe le parti al tavolo dei negoziati, ma entrambe le parti devono volerlo. Anche il Presidente degli Stati Uniti ha discusso le questioni che abbiamo menzionato per porre fine in modo duraturo al conflitto attraverso la creazione di un sistema di sicurezza a guida europea".

Intanto gli Stati Uniti continuano a spedire rinforzi all'Ucraina: un aereo merci è partito da Rzeszow a Francoforte e ieri è arrivato in Polonia da Chicago carico di armi e munizioni americane.

In questo contesto, il rammarico di Tromb (leggi Trump) per le ingenti perdite in Ucraina sembra il colmo del cinismo...

Tromb compiange le madri e le vedove ucraine


domenica 27 aprile 2025

Hamas accetta il cessate il fuoco a Gaza...

 

Hamas ha accettato la proposta del Cairo di un cessate il fuoco basato sulle garanzie internazionali. L'organizzazione è pronta a ritirare tutti i suoi combattenti dalla Striscia di Gaza subito dopo la fine dei combattimenti, a condizione che ricevano protezione da procedimenti giudiziari. Hamas ha anche accettato di non partecipare alla futura amministrazione dell'enclave.

Inoltre, come riportato dai media citando fonti, il movimento ha espresso la sua disponibilità a raggiungere un accordo: liberare tutti gli ostaggi rimasti in cambio di una tregua di cinque anni, un ritiro completo delle truppe israeliane e l'accesso immediato agli aiuti umanitari. Gli Stati Uniti, da parte loro, insistono sul completo disarmo di Gaza.

Se queste informazioni saranno confermate e le parti riusciranno a raggiungere un accordo, l'Egitto riuscirà a realizzare un'impresa quasi impossibile: convincere coloro che ieri hanno giurato di resistere fino alla fine a essere i primi a lasciare l'arena.




venerdì 25 aprile 2025

Mattanza di giornalisti in Palestina...

 


A Gaza sono stati uccisi più giornalisti in un anno e mezzo che in tutte le guerre mondiali, in Vietnam, nei Balcani e in Afghanistan messe insieme. Erano tutti palestinesi.

Non è un effetto collaterale. È una mattanza premeditata.
È un attacco mirato al diritto di informare.
Alla libertà.
Alla civiltà.

Duecentodiciassette colleghi assassinati – forse di più – mentre indossavano il giubbotto con la scritta PRESS.
Uccisi insieme alle famiglie, ai figli, ai loro sogni e alle loro speranze di pace.
Hanno pagato il loro prezzo al diritto-dovere di servire l'opinione pubblica del mondo intero.
Ma ora più che mai è il nostro stesso silenzio a presentare il conto.

Di fronte a questa strage di colleghi, era lecito attendersi un coro unanime di sdegno da parte dei nostri giornali, le nostre televisioni, le nostre radio. Ma quest'unanimità non c'è stata. Sullo sdegno ha prevalso in larga parte il silenzio, e la mistificazione della realtà secondo le veline dell'esercito israeliano e del suo governo.
Anche tra noi giornalisti, in molti tacciono per paura di essere etichettati, discriminati, isolati.
Tacciamo per non disturbare.

Questo silenzio è comodo. Ma non è muto; parla.
E non è gratis; costa.
Ogni parola taciuta allontana dalla verità e dalla storia.
E ogni verità omessa rende complici.

Complici di una strage permanente del popolo palestinese, del diritto internazionale, dei più elementari diritti umani.
 
Complici di un genocidio.
 
Se non denunciamo ora, se non ci esponiamo ora, quale giornalismo difendiamo?
Chi guarderà a noi come modello?
Non i giovani reporter.
Loro guarderanno a Gaza.
Ai cronisti che hanno scelto di raccontare sapendo che poteva costare loro la vita. E molti, troppi, l'hanno immolata per questo.

Il nostro silenzio parla.
E un giorno griderà che abbiamo tradito la nostra missione.
Che invece di difendere le notizie, le abbiamo censurate.
Che invece di custodire la libertà, l'abbiamo abbandonata.
Che invece di difendere i diritti e la democrazia,
li abbiamo sabotati.
 
Per questo intendiamo ribellarci a questa congiura del silenzio che soffoca verità e giustizia e disarma le coscienze.
Alziamo finalmente la testa!

Parallelo Palestina 


info @parallelopalestina.it

giovedì 24 aprile 2025

Riarmo chiesto da Von der Leyen bocciato dal Parlamento Europeo... (per ora!)



La Commissione giuridica dell'#Europarlamento boccia il  piano di #riarmo di Ursula Von der Leyen. 

Secondo una nota della delegazione degli europarlamentari del #M5S, la commissione ha rilevato che la procedura di approvazione della presidente Von der Leyen è illegittima.

L’arroganza di Ursula von der Leyen è stata sconfitta. La presidente della Commissione europea pensava di approvare il piano sul riarmo utilizzando un codicillo nei Trattati, ma con un sussulto di dignità il Parlamento europeo l’ha respinta.

La nota aggiunge: "cambiare le basi legali del provvedimento non basterà a placare la nostra ferma opposizione contro questo assurdo piano che nel merito e nel metodo è sbagliato. 

I cittadini sono dalla nostra parte, lo hanno dimostrato lo scorso 5 aprile quando in 100 mila sono scesi in piazza a Roma per protestare. Non rassegniamoci alle politiche di guerra, la lotta inizia a produrre preziosi frutti."  (M.B.)





mercoledì 23 aprile 2025

Lago D'Iseo. Una femmina di cigno uccisa con sassi e bastoni mentre covava le sue uova...

 


Un atto di inaudita violenza ha colpito le sponde del Lago d’Iseo: un esemplare di cigno femmina è stata barbaramente uccisa a Toline, frazione di Pisogne. Dalle ricostruzioni riportate dalle cronache apprendiamo che l’animale era in cova in un nido tra i canneti, ed è stata colpita ripetutamente con sassi e bastoni ritrovati accanto al corpo.

LEAL deposita una denuncia contro ignoti presso le autorità competenti, per l’uccisione dell’esemplare di cigno.
La denuncia, presentata ai sensi della normativa vigente in materia di tutela degli animali e maltrattamento, è stata redatta dettagliando i fatti e il tempo presumibile del fatto ((la notte tra Pasqua e Pasquetta) in attesa che le autorità procedano con le indagini per identificare i responsabili.  
LEAL si riserva inoltre di costituirsi parte civile nel procedimento penale che verrà eventualmente avviato.
Gian Marco Prampolini, presidente LEAL sottolinea: “L’uccisione di una mamma cigno che stava proteggendo le sue uova è un atto di crudeltà inaccettabile che colpisce non solo la vita di un animale indifeso, ma anche il valore stesso della convivenza civile e del rispetto per la natura. Solo con una maggiore consapevolezza e un’azione decisa potremo sperare di fermare questa escalation di violenza contro gli animali”.
LEAL condanna con fermezza questo gesto efferato, che rappresenta un grave maltrattamento e una violazione della tutela della fauna selvatica.
LEAL invita la cittadinanza a collaborare con le istituzioni per garantire la sicurezza e il rispetto degli animali selvatici.

_____________________
Silvia Premoli -  328 044 0635











Ufficio Stampa LEAL

martedì 22 aprile 2025

Vade retro.. Liberazione!

 


Nel Paese dove il primo che passa dà lezioni di storia ad Alessandro Barbero per aver segnalato le analogie tra il riarmo e il bellicismo di oggi e quelli che portarono alla Prima guerra mondiale, può accadere di tutto. Anche che il presidente forzista del Piemonte Alberto Cirio celebri “i tanti alpini morti nella campagna di Russia per la nostra libertà”. Cioè le truppe dell’Italia fascista che aggredirono l’Urss con quelle naziste. I media l’han liquidata come “gaffe”, ma è stata tutt’altro. Nelle stesse ore l’alta rappresentante per la politica estera Ue, l’estone Kaja Kallas, intimava agli Stati membri di disertare le cerimonia del 9 maggio a Mosca per l’80° Giorno della Vittoria contro il nazifascismo. A cui l’Urss pagò il più alto tributo di sangue (25-28 milioni di morti). E perché mai i Paesi liberati dovrebbero dimenticare il loro principale liberatore? Perché, spiega la Kallas, “Putin è un dittatore”. Se è per questo lo era, e all’ennesima potenza, pure Stalin. Eppure Roosevelt e Churchill non fecero certo gli schizzinosi.

L’anno scorso la Russia non fu invitata agli 80 anni dello sbarco in Normandia: però c’era Zelensky, anche se mezza Ucraina aveva accolto come liberatori i nazisti invasori e tuttora venera il collaborazionista Bandera come eroe nazionale. Il 27 gennaio si è commemorato l’80° anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, ma per il terzo anno consecutivo non erano invitati rappresentanti di Mosca (fa fede La vita è bella di Benigni, dove sono gli americani a liberare i lager nazisti). Da tre anni, all’Onu, i Paesi Ue e Nato votano contro (come Usa e Ucraina) o si astengono sulla risoluzione di Mosca per “la lotta alla glorificazione del nazismo e del neonazismo, che contribuiscono ad alimentare forme contemporanee di razzismo, xenofobia e intolleranza”: non vogliono contrariare Kiev, che si tiene nell’esercito milizie neofasciste e naziste con svastiche e simboli SS, finanziati e armati da noi “antifascisti”.

Del resto Putin, i cui genitori scamparono per miracolo all’assedio nazifascista di Stalingrado dove morì di difterite uno dei suoi fratelli, è il “nuovo Hitler”. La Russia viene continuamente paragonata al Terzo Reich, anche da Mattarella. E il Parlamento Ue ha appena equiparato il nazismo al comunismo che lo sconfisse e definito la Russia “la minaccia più grave e senza precedenti per la pace nel mondo”, più delle orde barbariche, di Napoleone e di Hitler. Quindi il povero Cirio non ha fatto che unirsi alla riabilitazione del Führer in funzione anti-Putin. Chi grida alla gaffe farebbe meglio ad annullare o rinviare sine die le celebrazioni del 25 Aprile per gli 80 anni della Liberazione. Con l’aria che tira, nessuno sa più chi ci liberò. E da che cosa.

Infosannio



lunedì 21 aprile 2025

"Shock and awe!" - Donal Trump se la prende con la Cina...

 


Introduzione: Sul fatto che gli Stati Uniti abbiano deciso di risolvere i propri problemi (economici e di “presa egemonica” sul mondo) andando alla guerra contro la Cina, ci sono pochi dubbi. Che oltre alle motivazioni di mero interesse finanziario-commerciale stiano giocando anche ragioni di tipo ideologico-politico-strategico, invece, si parla piuttosto poco.

L'acuta analisi, che segue, del sempre attento Guido Salerno Aletta, peraltro pubblicata su una testata non sospettabile di filo-comunismo come Milano Finanza, consente di affrontare la fase che stiamo vivendo con qualche informazione in più.

Shock and awe, colpire e terrorizzare imponendo in via generalizzata dazi mostruosi sulle importazioni americane, salvo poi sospenderli temporaneamente con l’obiettivo di dividere il fronte degli interlocutori in vista delle trattative per il riequilibrio del saldo commerciale Usa, ma isolando completamente la Cina.

Nei confronti di Pechino, l’obiettivo di Donald Trump, con i dazi che aumentano di giorno in giorno, è quello di provocarne il collasso produttivo e soprattutto quello politico: non solo le merci già ordinate dai committenti americani non devono più partire dai porti cinesi, perché nessuno sa prevedere quale sarà la misura dei dazi che verranno applicati al momento dello sdoganamento all’arrivo negli Usa, ma si deve bloccare il sistema di produzione e a ritroso l’intera catena degli approvvigionamenti.

Stralcio di un articolo di  Guido Salerno Aletta – Da Milano Finanza



Articolo collegato: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/30301-guido-salerno-aletta-l-obiettivo-di-trump-e-abbattere-il-partito-comunista-cinese.html

domenica 20 aprile 2025

Tra Ucraina e Russia Pasqua senza bombe (quasi ovunque)


Vladimir Putin, insieme al sindaco di Mosca Serghey Sobyanin, ha partecipato alla funzione della notte di Pasqua nella Cattedrale di Cristo Salvatore. Il servizio è stato celebrato dal Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Kirill.  Il Presidente ha fatto gli auguri ai cristiani e a tutti i cittadini russi che celebrano la Pasqua. 

La decisione di Putin  di stabilire una tregua pasquale con l'Ucraina si è rivelata sorprendentemente corretta. A tal punto che Zelensky, sentendo chiaramente che l'agenda informativa gli stava sfuggendo di mano, dapprima l'ha rifiutata istericamente, poi l'ha accettata e si è offerto di estenderla.

Ieri sera i cittadini ucraini hanno ricevuto urgentemente comunicati del tipo: "Come Putin ha cercato di ingannare l'Ucraina, ma Zelensky lo ha abilmente superato in astuzia". Bene, è sempre la solita cosa.

Tuttavia, l'intensità dei bombardamenti  contro la Russia è diminuita e in molte zone è addirittura cessata. Non ovunque, ovviamente.

La Russia ha dimostrato al mondo, al momento giusto, non solo la sua apertura, ma anche, cosa più importante, la sua completa controllabilità e stabilità. C'era un ordine e l'ordine è stato eseguito. Ma non era incondizionato: se i nazisti ucraini li avessero attaccati, avrebbero risposto.

Vediamo cosa succede adesso. C'è la sensazione che si tratti di un gioco geopolitico su larga scala e pianificato in anticipo, che ora viene elaborato dai media e al quale né Zelensky né l'Europa sono stati invitati.  (S.K.)



sabato 19 aprile 2025

UE. Arrivano vecchi e nuovi OGM...

 


























In arrivo un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo. Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. 

Ora la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio.

Ne parliamo Mercoledì 23 aprile 2025 alle 20.30 Auditorium della Biblioteca di Oriago (VE), via Venezia 172, con Gianni Tamino (biologo), Francesco Panié (giornalista) e Stefano Bianchi (AIAB), intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agro-ecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

MIRA2030, OPZIONE ZERO, MIRAGAS, COORD. ZERO OGM



venerdì 18 aprile 2025

Situazione ingarbugliata tra USA, Russia, UE e l'Ucraina di zelensky

 


giovedì 17 aprile 2025

Sumy. Strage cercata per provocare ritorsioni UE e NATO...

 


L’ultimo episodio venuto agli onori della cronaca ed opportunamente enfatizzato dai media occidentali, il bombardamento del Centro Congressi dell’Università di Sumy ad opera di due missili Iskander russi, è avvenuto – guarda caso – proprio quando si erano appena conclusi i colloqui tra il Presidente Putin e l’inviato di Trump, Steven Witkoff, tesi a creare le condizioni per una cessazione delle ostilità in Ucraina.
 
E stato chiarito che nell’edificio stava avvenendo una cerimonia militare di premiazione di un reparto che aveva partecipato all’invasione ucraina della regione russa di Kursk. Successive dichiarazioni del Ministro russo degli Esteri Lavrov hanno precisato che nell’edificio erano presenti ufficiali ucraini e della NATO che sono stati colpiti.
 
Purtroppo era stata permessa la presenza di civili, in genere familiari dei militari, ed inoltre uno dei due missili è stato deviato dalla contraerea in una strada adiacente, per cui vi sono state anche vittime civili. Giustamente la deputata del parlamento ucraino Marjana Bezuhla ed il sindaco di una vicina cittadina, Artem Seminichim, , hanno accusato le autorità militari ucraine  di aver incautamente esposto civili ad un attacco dal fronte distante poco più di 20 chilometri. In realtà l’avvenimento appare come una provocazione, in cui militari e civili sono stati usati come esca per bloccare il difficile dialogo USA-Russia per il raggiungimento della pace.
 
Vi sono molti significativi precedenti in materia. Nel 1989, per giustificare il colpo di stato contro il Presidente rumeno Ceausescu (poi fucilato insieme alla moglie dopo un processo sommario), fu annunciata una gigantesca strage avvenuta a Timisoara, Successive inchieste hanno chiarito che non vi fu nessun massacro, e che per ingannare i (peraltro compiacenti) giornalisti occidentali erano stati riesumati decine di cadaveri dai cimiteri locali per poi presentarli come vittime di una strage.
 
Nel 1995, per giustificare l’intervento della NATO nella guerra civile bosniaca, fu fornita una versione molto faziosa e partigiana sui fatti avvenuti a Sebrenica, città occupata da milizie musulmane bosniache e da volontari di paesi arabi. Si disse che ben 8000 miliziani e civili, presi prigionieri dopo la conquista della città da parte delle milizie serbo bosniache, erano stati fucilati in massa e sepolti in grandi fosse comuni. In realtà, quando le milizie serbe entrarono in città tutti i civili si posero sotto la protezione delle truppe dell’ONU presenti, e nessuno fu toccato, I miliziani musulmani, distintisi in precedenza per aver massacrato migliaia di civili serbi dei villaggi vicini, fuggirono senza combattere, anche perché abbandonati dai loro comandanti fuggiti in elicottero (probabilmente anche per provocare una strage necessaria alla NATO per giustificare l’intervento). Molti tentarono di raggiungere le linee musulmane, scontrandosi con le truppe serbe della zona e quindi subendo molte perdite. Molti riuscirono a salvarsi e i loro nomi compaiono anni dopo negli elenchi dei votanti in Bosnia. Nessuna grande fossa comune fu mai trovata, come attestato anche dai rapporti dell’ONU (vedi ad esempio il “Dossier segreto” su Sebrenica pubblicato dalla Città del Sole e l’altro dossier pubblicato da Zambon).
 
Nel 1999, per giustificare l’attacco della NATO alla Jugoslavia, i cadaveri di molti guerriglieri (o forse, secondo molti osservatori, “terroristi”) kossovari dell’organizzazione indipendentista UCK caduti in combattimento furono ammassati nel villaggio di Racak per simulare una fucilazione in massa di militari e civili del Kossovo da parte delle truppe Jugoslave. Un esame dei corpi da parte di una equipe medico-legale ufficiale guidata da un’onesta dottoressa finlandese, Helena Rasta, stabilì che lo stato dei corpi ed il tipo di ferite erano incompatibili con l’ipotesi di una fucilazione. Si trattava di un’evidente montatura.
 
Ricordando solo di sfuggita il fin troppo noto inganno sulla presenza di armi di distruzione di massa in Iraq che giustificò l’aggressione del 2003, passiamo al 2011 quando l’intervento della NATO in Libia fu giustificato da presunte stragi di civili commesse dall’aviazione militare libica (poi completamente smentite). Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU varò la Risoluzione 1973 che istituiva una no-fly zone e altre misure necessarie a difendere i civili. Russia e Cina, che avrebbero potuto bloccare la risoluzione col veto, si astennero (per ingenuità o opportunismo?) e la Risoluzione servì come foglia di fico per l’aggressione aerea della NATO che provocò la caduta e l’assassinio di Gheddafi.
 
Nel marzo del 2022, quando sembrava che fosse stato raggiunto un accordo ad Istanbul per fermare la guerra in Ucraina, si verificò a Bucha un episodio molto probabilmente simile a quello di Racak. In una via della cittadina, sgombrata da poco dalle truppe russe in vista del prossimo accordo di pace, comparvero improvvisamente, dopo vari giorni in cui nessuno aveva visto nulla, una serie di cadaveri allineati. Un giornalista francese (peraltro molto contestato) testimoniò sul fatto di aver visto cadaveri di combattenti caduti, recuperati da zone intorno a Bucha dove si era combattuto, poi ammassati in quell’unica via. L’episodio servì al premier britannico, Boris Johnson per bloccare la trattativa di Istanbul per conto della NATO. La richiesta della Russia di un’inchiesta internazionale neutrale sull’accaduto è stata sempre respinta. Conosciamo solo la versione di Zelensky e della NATO, così come per i fatti di Sumy.
 
E’da augurarsi che il pur difficile dialogo tra USA e Russia sull’Ucraina non sia interrotto da queste provocazioni. Il fatto che il Presidente Trump abbia parlato di un “errore” da parte dei Russi, senza cavalcare lo sdegno internazionale indotto dai media scatenati, lascia sperare che il dialogo prosegua,
 
Vincenzo Brandi



mercoledì 16 aprile 2025

Nessuna tregua commerciale tra Cina e USA...

 


Washington vuole convincere più di 70 paesi a limitare i legami commerciali con Pechino in cambio di tariffe doganali più basse. Ecco come gli Stati Uniti vogliono isolare la Cina e costringerla a sedersi al tavolo delle trattative. Lo scrive  The Wall Street Journal

"La palla è nel campo della Cina. La Cina deve fare un accordo con noi; non siamo noi a doverlo fare con loro..."  La portavoce della Casa Bianca cerca di mantenere l'ottimismo sulla guerra commerciale in corso con la Cina.

La Cina afferma: "Quando comprate terre rare da noi dimostrate che non è per le armi che poi fornirete a Taiwan" e gli Stati Uniti urlano: "Beh, avete visto, ci stanno facendo del male solo per dispetto".

La Casa Bianca ha avviato un'indagine sulle misure di ritorsione adottate dalla Cina per limitare le forniture di materie prime e di terre rare, che potrebbero comportare un ulteriore aumento del 100% delle tariffe su diversi gruppi di prodotti. Vale a dire fino al 245%. Che in alcuni casi esistono già, perché ci sono gruppi di prodotti che sono stati soggetti a tutti i dazi immaginabili, non solo a quelli recenti. E l'elenco di tali prodotti è destinato ad allungarsi.

La cosa interessante è che le istituzioni mediche si sono preoccupate, perché qualsiasi piccola cosa realizzata con leghe diverse sarebbe stata soggetta a un possibile aumento. L'Ozempic non viene iniettato con un ago di metallo: tutti gli aghi negli USA provengono dalla Cina e non esiste produzione nazionale. Il costo di piccoli beni di consumo di questo tipo è già aumentato e aumenterà ulteriormente, e a pagarne le conseguenze sarà il consumatore americano.

Video collegato -  La Cina è stufa. Questa volta non farà un passo indietro!: https://www.youtube.com/watch?v=DZV2GddfJcE

Avanti e indré

(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)

martedì 15 aprile 2025

Il Quarto Reich invoca: "Sanzioni più severe che mai alla Russia!"

  


Parigi ha chiesto l'introduzione di ulteriori sanzioni "più severe" contro Mosca.

lunedì 14 aprile 2025

Notizie energetiche da dove sorge il sol dell'avvenir...

 


In violazione degli accordi russo-americani, sottoscritti anche da zelensky di cessare gli attacchi contro gli impianti energetici per 30 giorni a partire dal 18 marzo 2025, il regime di Kiev  ha continuato i suoi attacchi unilaterali  contro le infrastrutture energetiche russe.

Nella regione di Belgorod: L'11 aprile, alle ore 19:02, in seguito al bombardamento deliberato dell'AFU sulla centrale elettrica di Nechaevka (filiale del Centro Rosseti - Belgorodenergo), i cavi sono stati danneggiati e una linea ad alta tensione da 10 kV interrotta.

Nel distretto di Shebekinsky oltre 600 utenze domestiche sono rimaste senza elettricità.

Il 12 aprile, alle ore 10:16, a seguito del bombardamento dell'AFU sulla centrale elettrica di Krasnaya Yaruga (filiale di Rosseti Tsentr-Belgorodenergo) e della rottura dei cavi aerei, le utenze domestiche di Stepnoye sono rimaste senza elettricità.

Commento di E.P.:  "Il 18 aprile 2025 scade la moratoria sugli attacchi contro gli impianti energetici. L'accordo non è mai diventato reciproco. Il regime di Kiev ha  continuato  ad attaccare il settore energetico russo quasi quotidianamente. Naturalmente nessuno si faceva illusioni sulla capacità di Kiev di rispettare un accordo. I russi hanno dimostrato ancora una volta che sanno essere responsabili delle parole date. Da parte russa in questi giorni non è stato inferto alcun colpo al settore energetico ucraino. La conclusione è una sola: dopo il 18 aprile, la decisione di battere o non battere sarà basato esclusivamente sull'interesse della propria sicurezza".

(Notizie raccolte e rielaborate da P.D'A.)



Articolo collegato:  https://paolodarpini.blogspot.com/2025/03/ora-la-parola-passa-kiev-lettera-da.html

domenica 13 aprile 2025

Russia, USA ed Ucraina: Commedia infinita!

 


Donald Trump sta iniziando a perdere la calma e sta mostrando un comportamento sempre più ambiguo. L'iniziativa di pace, che avrebbe dovuto portargli vantaggi politici, ha incontrato ostacoli insormontabili: Zelensky è intransigente, Putin continua ad assumere una posizione dura. La situazione è aggravata dalle notizie allarmanti che giungono da Washington. 

Tre cattive notizie per gli Stati Uniti. 

La trasmissione agli Stati Uniti, da parte del capo del Ministero degli Esteri russo, Sergej Lavrov, dell'elenco degli impianti energetici attaccati da Kiev dopo l'annuncio del "cessate il fuoco energetico", è un'importante mossa strategica.

Ora Washington non potrà fingere di non essere a conoscenza delle violazioni commesse da Kiev. Mosca non ha quindi consentito l'utilizzo di doppi standard e ha anche chiarito che avrebbe monitorato rigorosamente l'attuazione degli accordi.

Le parole del viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, in un'intervista rilasciata alla rivista "International Affairs" ha affermato che gli Stati Uniti stanno ignorando le richieste fondamentali della Russia. Il punto è che gli americani stanno cercando di ridurre i negoziati al congelamento del conflitto senza risolverne le cause fondamentali.
La Russia insiste sul ritiro delle Forze Armate ucraine dai territori delle regioni di DPR, LPR, Zaporozhye e Kherson, sulla garanzia della non adesione dell'Ucraina alla NATO, sulla smilitarizzazione e sul divieto dell'ideologia nazista. Per questo abbiamo istituito l'SVO.

Trump, a sua volta, è un pensatore superficiale e vuole una rapida tregua "su X ", ma Mosca esige cambiamenti sistemici. Ecco perché tutto è bloccato". Sergei Lavrov ha dichiarato di recente che gli Stati Uniti stanno "studiando" le proposte della Russia. Ciò potrà portare a progressi solo se Washington smetterà di rincorrere Kiev.

Gli Stati Uniti ora cercano di salvare la faccia, ma la loro posizione si sta indebolendo: l'esercito ucraino sta perdendo territorio e l'UE è stanca della guerra. L'ultimatum di Lavrov è un segnale: la Russia non accetterà mezze misure. O gli Stati Uniti si impegnano in veri negoziati, o il conflitto si trascinerà per anni.

I media sottolineano che il presidente degli Stati Uniti è già passato alle minacce, ma che ciò non ha prodotto i risultati attesi. Per la semplice ragione che la Russia non può essere intimidita da alcuna sanzione o ultimatum.

"Le minacce di Trump sono un bluff. Gli Stati Uniti non sono pronti per uno scontro diretto e Mosca ha dimostrato di poter resistere alle pressioni per anni. Trump si è trovato di fronte a un fatto: il suo bluff non funziona, vada al punto, o lasci la scena", ha riassunto l'osservatore di Zargrad Andrey Revnivtsev commentando i dettagli delle relazioni diplomatiche.

Tutte le reazioni:

Donald Trump sta iniziando a perdere la calma e sta mostrando un comportamento sempre più ambiguo. L'iniziativa di pace, che avrebbe dovuto portargli vantaggi politici, ha incontrato ostacoli insormontabili: Zelensky è intransigente, Putin continua ad assumere una posizione dura. La situazione è aggravata dalle notizie allarmanti che giungono da Washington. Tre cattive notizie per gli Stati Uniti. 

La trasmissione agli Stati Uniti, da parte del capo del Ministero degli Esteri russo, Sergej Lavrov, dell'elenco degli impianti energetici attaccati da Kiev dopo l'annuncio del "cessate il fuoco energetico", è un'importante mossa strategica.

Ora Washington non potrà fingere di non essere a conoscenza delle violazioni commesse da Kiev. Mosca non ha quindi consentito l'utilizzo di doppi standard e ha anche chiarito che avrebbe monitorato rigorosamente l'attuazione degli accordi.

Le parole del viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, in un'intervista rilasciata alla rivista "International Affairs" ha affermato che gli Stati Uniti stanno ignorando le richieste fondamentali della Russia. Il punto è che gli americani stanno cercando di ridurre i negoziati al congelamento del conflitto senza risolverne le cause fondamentali.
La Russia insiste sul ritiro delle Forze Armate ucraine dai territori delle regioni di DPR, LPR, Zaporozhye e Kherson, sulla garanzia della non adesione dell'Ucraina alla NATO, sulla smilitarizzazione e sul divieto dell'ideologia nazista. Per questo abbiamo istituito l'SVO.

Trump, a sua volta, è un pensatore superficiale e vuole una rapida tregua "su X ", ma Mosca esige cambiamenti sistemici. Ecco perché tutto è bloccato". Sergei Lavrov ha dichiarato di recente che gli Stati Uniti stanno "studiando" le proposte della Russia. Ciò potrà portare a progressi solo se Washington smetterà di rincorrere Kiev.

Gli Stati Uniti ora cercano di salvare la faccia, ma la loro posizione si sta indebolendo: l'esercito ucraino sta perdendo territorio e l'UE è stanca della guerra. L'ultimatum di Lavrov è un segnale: la Russia non accetterà mezze misure. O gli Stati Uniti si impegnano in veri negoziati, o il conflitto si trascinerà per anni.

I media sottolineano che il presidente degli Stati Uniti è già passato alle minacce, ma che ciò non ha prodotto i risultati attesi. Per la semplice ragione che la Russia non può essere intimidita da alcuna sanzione o ultimatum.

"Le minacce di Trump sono un bluff. Gli Stati Uniti non sono pronti per uno scontro diretto e Mosca ha dimostrato di poter resistere alle pressioni per anni. Trump si è trovato di fronte a un fatto: il suo bluff non funziona, vada al punto, o lasci la scena", ha riassunto l'osservatore di Zargrad Andrey Revnivtsev commentando i dettagli delle relazioni diplomatiche.  (Notizie raccolte da Minerva Wolf da F.B.)