Ora la parola passa a Kiev...
Il chilometrico colloquio tra Putin e Trump, del 18 marzo 2025, occupa di diritto i titoli di testa delle testate di mezzo mondo.
Ebbene, sapete cosa? Signori e signore che seguite: possiate crederci o meno, ma se ci si prende la briga di andare a consultare pubblicazioni e quotidiani esteri – in particolare in lingua inglese - , si assiste non tanto ad un respiro di sollievo per un probabile spiraglio di pace... ma ad un lamento collettivo: un pianto dovuto al FALLIMENTO dell’evento, una sequela di critiche, un torrente di attacchi diretti al Cremlino.
Nessuno in pratica, in area ucro-euro-anglosassone è soddisfatto dell’esito, incluse le stesse emittenti statunitensi – le più divise – che vengono a trovarsi in un conflitto di fedeltà: da un lato devono in qualche modo dare risalto positivo all’operato del proprio presidente (non è possibile attaccare direttamente il capo di stato), mentre dall’altro sprizzano di rabbia antirussa. Qualsiasi cosa che sia percepita come positiva per il Cremlino... è quindi negativa per l'occidente. Mors tua vita mea.
Nella sostanza il problema dove starebbe ? Nel fatto che il capo di stato russo non ha accolto la richiesta di una tregua incondizionata bensì ha lanciato la sua controproposta di tregua CONDIZIONATA (linea rossa, la cessazione di aiuti militari e coscrizione durante la tregua).
L’intero asse occidentale – tranne l’amministrazione Trump – si smania di sottolineare come V. Putin non conceda di fatto nulla, dato che con l’inverno finito colpire le infrastrutture energetiche e di riscaldamento non sarà più così vitale (e nel frattempo mette al sicuro i propri stabilimenti dai missili ucraini).
Nessuno invece dei detrattori invece solleva la domanda del perchè la potenza vincente sul campo dovrebbe accordare una tregua incondizionata (sa di “resa incondizionata”): non paghi di questo si affrettano a giurare in coro di non cessare i rifornimenti militari a Kiev durante la tregua per non indebolirla (ed anche in questo caso nessuno si pone il basilare interrogativo del PERCHE’ durante una tregua dovrebbero continuare coscrizione forzata e rifornimenti militari: lo scopo di una tregua è dare tempo per NEGOZIARE....e non dare tempo a una delle due parti – quella più in difficoltà – di prender fiato per ricominciare. Un negoziato GENUINO... inizia con la finalità, la speranza e l’autentico impegno affinchè NON vi sia più guerra dopo di esso: ragione in più per NON cercare di armarsi oltre. Viceversa, che una delle due parti si sieda al tavolo dei negoziati nel mentre che in segreto si riarma... suona decisamente curioso sulle reali intenzioni per le quali ha accettato di parteciparvi). Ho usato la parola “sospetto” in rispetto della cortesia, ma in realtà siamo ai limiti del demenziale a questo punto.
La VOLPE si sentiva in una botte di ferro, una settimana fa formulando il piano della tregua incondizionata (e ripetendosi varie volte lo slogan de “la palla ora è a Mosca”). Il dramma esistenziale dei cretini è che purtroppo non sanno di esserlo (si percepiscono come arguti, anzi): la VOLPE ha “passato la palla” a Mosca con fare trionfante... senza rendersi conto che chi sta al Cremlino la sa giocare meglio di lui quella palla (e così è stato).
Vladimir Putin poteva di rabbia RESPINGERE un trucco così insulso (un insulto all’intelletto) e sputargliela indietro la tregua: invece no. La tregua l’ha accolta, ma alterandola da “incondizionata” a “condizionata”.
ATTENZIONE = il fatto che abbia reso la tregua “condizionata” in realtà a ben vedere non dà vantaggi alla Russia, ma semplicemente impedisce a KIEV di prendersene: riporta un minimo di onestà nell’iniziativa, annullando qualsiasi possibilità che tale tregua (concessa dalla parte vincente) possa essere maliziosamente usata dalla parte perdente (cui è clementemente concessa) per alterare i rapporti sul campo di battaglia... dal momento che non è quello lo scopo (in particolare se si è onesti nel desiderio di pace).
Altro da dire non c’è.
Riformulando in parole più comprensibili la partita a ping pong dell’ultima settimana in 3 lettere =
A – Zelensky: ”Va bene ! Accetto il concetto di negoziato, ma solo perchè me la impone babbo Trump: non ho alcuna intenzione di farlo andare in porto in alcuna circostanza, è solo una perdita di tempo... quindi facciamo perlomeno che guadagnarci qualcosa da questo tempo: che il negoziato inizi con una bella TREGUA, immediata ed incondizionata, di 1 mese... ma rinnovabile di mese in mese, tanto per tirarla avanti il più possibile prima del pianificato ritiro dalle trattative (3/4 mesi sarebbe l’ideale assoluto per ripristinare tutte le perdite). Siamo geniali“
B – Il capo del Cremlino gli replica, per interposta persona, traverso Trump cioè:” Hai ragione ragazzo, la TREGUA è un’idea geniale, la approvo. Solo mi permetto cortesemente di migliorarla per renderla ancor più perfetta: facciamo che congelare la situazione del fronte – tagliando tutti i rifornimenti occidentali e le coscrizioni forzate in corso da te, carissimo – in modo tale che, se la trattativa dovesse franare per qualsivoglia ragione (Dio non voglia) e si dovesse disgraziatamente tornare a combattere, la situazione in prima linea sarà esattamente identica a quella nel giorno in cui i negoziati sono iniziati. In pratica ricominceremo a sparare... con voi nella merda fino alle ginocchia esattamente come lo siete adesso, non un millimetro meglio. A queste condizioni, si inizia a trattare anche subito e con gioia: 1 mese? Anche 2 se volete, che problema c’è? (solo, come si dice sui tavoli da Poker – in caso un giocatore avesse necessità di allontanarsi dal tavolo per una qualsiasi esigenza - : ”Certo Signore, può allontanarsi, noi la aspettiamo: però le sue carte, che ha appena estratto... rimangono sul tavolo”.
“Palla tua” VOLPE.
Esisterebbe ancora una terza lettera – la C – per concludere, ma non mi va nemmeno di catalogarlo come “ruolo” in virtù della sua vomitevole natura: l’asse anglo-europeo che si mette in coro a urlare: ”NO ! Una tregua condizionata come la vuole Putin è inaccettabile! E’ giusto che anche durante la tregua Kiev abbia la possibilità di riarmarsi e ricevere rifornimenti militari da noi, mentre Mosca è vincolata alla “tregua”...”.
Non è più nemmeno questione di essere di parte (il sottoscritto stesso è di parte, sissignore): il punto è che si tratta di un insulto all’intelligenza... che rispetto ancor meno di quanto rispetto un avversario onorevole.
PASSO E CHIUDO.
Daniele Lanza da Mosca
Integrazione:
"Dichiarazione del Cremlino in seguito alla telefonata di Vladimir Putin con Donald Trump:
I leader hanno proseguito uno scambio di opinioni franco e dettagliato sulla situazione in Ucraina. Vladimir Putin ha espresso gratitudine a Donald Trump per il suo desiderio di contribuire al raggiungimento del nobile obiettivo di porre fine alle ostilità e alle perdite umane.
Dopo aver confermato il suo impegno fondamentale per una risoluzione pacifica del conflitto, il presidente russo ha dichiarato la sua disponibilità a collaborare con i suoi partner americani per esplorare a fondo le possibili modalità per raggiungere una soluzione che sia globale, sostenibile e a lungo termine. E, naturalmente, bisogna tenere conto dell’assoluta necessità di eliminare le cause profonde della crisi, gli interessi legittimi della Russia nel campo della sicurezza.
Nel contesto dell’iniziativa del Presidente degli Stati Uniti di introdurre un cessate il fuoco di 30 giorni, la parte russa ha delineato una serie di punti significativi riguardanti la garanzia di un controllo efficace su un possibile cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto di combattimento, la necessità di fermare la mobilitazione forzata in Ucraina e il riarmo delle Forze armate ucraine. Sono stati inoltre rilevati gravi rischi legati all'incapacità di negoziare del regime di Kiev, che ha ripetutamente sabotato e violato gli accordi raggiunti. Si richiama l'attenzione sui barbari crimini terroristici commessi dai militanti ucraini contro la popolazione civile della regione di Kursk.
È stato sottolineato che la condizione fondamentale per impedire l'escalation del conflitto e lavorare alla sua risoluzione attraverso mezzi politici e diplomatici dovrebbe essere la cessazione completa degli aiuti militari stranieri e la fornitura di informazioni di intelligence a Kiev.
In relazione al recente appello di Donald Trump a risparmiare la vita dei militari ucraini circondati nella regione di Kursk, Vladimir Putin ha confermato che la parte russa è pronta a lasciarsi guidare da considerazioni umanitarie e, in caso di resa, garantisce la vita e un trattamento dignitoso dei soldati delle Forze armate ucraine, in conformità con le leggi russe e il diritto internazionale.
Nel corso della conversazione, Donald Trump ha avanzato una proposta affinché le parti in conflitto si astengano reciprocamente dagli attacchi alle infrastrutture energetiche per 30 giorni. Vladimir Putin rispose positivamente a questa iniziativa e diede immediatamente il comando corrispondente all'esercito russo.
Il presidente russo ha risposto in modo costruttivo anche all’idea di Donald Trump di attuare una nota iniziativa riguardante la sicurezza della navigazione nel Mar Nero. Si è convenuto di avviare negoziati per elaborare ulteriormente i dettagli specifici di tale accordo.
Vladimir Putin ha riferito che il 19 marzo avrà luogo uno scambio di prigionieri tra la parte russa e quella ucraina: 175 per 175 persone. Inoltre, come gesto di buona volontà, verranno trasferiti 23 militari ucraini gravemente feriti, attualmente ricoverati presso strutture mediche russe.
I leader hanno confermato l'intenzione di proseguire gli sforzi per raggiungere una soluzione ucraina in modo bilaterale, tenendo conto anche delle proposte del Presidente degli Stati Uniti sopra menzionate. A questo scopo vengono creati gruppi di esperti russi e americani.
Vladimir Putin e Donald Trump hanno toccato anche altri temi dell'agenda internazionale, tra cui la situazione in Medio Oriente e nella regione del Mar Rosso. Saranno compiuti sforzi congiunti per stabilizzare la situazione nelle aree di crisi e stabilire una cooperazione su questioni di non proliferazione nucleare e di sicurezza globale. Ciò, a sua volta, contribuirà a migliorare il clima generale delle relazioni russo-americane. Uno degli esempi positivi è il voto unanime all'ONU sulla risoluzione riguardante il conflitto ucraino.
P.S. Questa è la comunicazione integrale, tradotta.
Penso sia utile una conoscenza e diretta e completa della dichiarazione russa." (Alessandro Lanzani)
Aggiunta:
Dopo l'ordine di Putin di fermare gli attacchi alle strutture energetiche ucraine, la difesa aerea e le forze aerospaziali russe hanno distrutto i propri droni in aria. (Ministero della Difesa Russo).
A seguito dei colloqui tra Putin e Trump, il personale militare russo ha ricevuto l'ordine dal Comandante in capo supremo di fermare gli attacchi alle infrastrutture energetiche dell'Ucraina, ha riferito il Ministero della Difesa.
In quel momento, sette droni russi volavano in aria, prendendo di mira gli impianti energetici ucraini nella regione di Nikolaev, associati al complesso militare-industriale. La difesa aerea russa ha ricevuto l'ordine di neutralizzare i droni, sei di questi sono stati abbattuti da un Pantsir, uno da un caccia VKS.
Al contrario questa notte. Il quartier generale operativo della regione di Krasnodar comunica che, a seguito dell'attacco notturno e della caduta dei detriti del drone ucraino, lanciato da zelensky, un deposito di petrolio nei pressi del villaggio di Kavkazskaya ha preso fuoco. La conduttura tra i serbatoi è stata danneggiata e le attività dell'impianto sono state sospese. In pratica gli ucraini hanno colpito una struttura energetica sul territorio russo, con questo Zelenskij ha sabotato l’accordo che Trump e Putin hanno deciso di intraprendere ieri sul cessate il fuoco per 30 giorni sugli obiettivi di energia.
P.S. Nonostante l'attacco ucraino di stanotte alla struttura energetica russa Putin ha dato l'ordine di NON revocare la tregua. (Dichiarazione di Peskov)."
A seguito dei colloqui tra Putin e Trump, il personale militare russo ha ricevuto l'ordine dal Comandante in capo supremo di fermare gli attacchi alle infrastrutture energetiche dell'Ucraina, ha riferito il Ministero della Difesa.
In quel momento, sette droni russi volavano in aria, prendendo di mira gli impianti energetici ucraini nella regione di Nikolaev, associati al complesso militare-industriale. La difesa aerea russa ha ricevuto l'ordine di neutralizzare i droni, sei di questi sono stati abbattuti da un Pantsir, uno da un caccia VKS.
Al contrario questa notte. Il quartier generale operativo della regione di Krasnodar comunica che, a seguito dell'attacco notturno e della caduta dei detriti del drone ucraino, lanciato da zelensky, un deposito di petrolio nei pressi del villaggio di Kavkazskaya ha preso fuoco. La conduttura tra i serbatoi è stata danneggiata e le attività dell'impianto sono state sospese. In pratica gli ucraini hanno colpito una struttura energetica sul territorio russo, con questo Zelenskij ha sabotato l’accordo che Trump e Putin hanno deciso di intraprendere ieri sul cessate il fuoco per 30 giorni sugli obiettivi di energia.
P.S. Nonostante l'attacco ucraino di stanotte alla struttura energetica russa Putin ha dato l'ordine di NON revocare la tregua. (Dichiarazione di Peskov)."
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