sabato 14 gennaio 2023

Conflitto in Ucraina - Cambio ai vertici e sul campo dell'Operazione Speciale russa

 


Il generale Sergej Surovikin, che dall’8 ottobre dello scorso anno guidava l’operazione speciale in Ucraina, è stato sostituito dal generale Gerasimov. La scelta di Shoigu segna un cambio di passo nel conflitto. In termini di gerarchia burocratica, l’annuncio non rappresenta uno sconvolgimento, poiché Surovikin già riferiva direttamente a Gerasimov. Secondo il commentatore televisivo russo Sergej Markov, «non viene punito né Surovikin né Gerasimov, è tutta una squadra – ovviamente con la concorrenza, cosa che accade sempre tra i cani di punta». La decisione mette Gerasimov, capo di Stato maggiore da oltre un decennio, più vicino alla supervisione diretta dell’operazione. Il ministero della Difesa russo ha spiegato questa mossa con «la necessità di organizzare una più stretta interazione tra i servizi delle Forze armate» e migliorare il «comando e controllo dei raggruppamenti di truppe». (Limes)

"La nomina dei vertici dell'Operazione militare speciale ha gettato nella confusione i nostri media mainstream: aiutiamoli a comprendere cosa sia accaduto realmente: https://www.youtube.com/watch?v=LExi814eTS8 - Soledar: dal 13 gennaio ogni resistenza ucraina è cessata in città. Si attende ora la risposta eventuale degli Ucraini. Zelensky in preda a crisi isteriche." (Stefano Orsi)

La guerra comincia a Soledar - Purtroppo i fatti mi costringono ad essere un po’ noioso e a tornare sulla grave sconfitta subita dalle truppe ucraine e Nato a Soledar, praticamente la piazzaforte più guarnita dopo Mariupol. Nonostante da un punto di vista strategico non si tratti di un evento decisivo, anche se gli ucraini sono stati spinti dagli “amici nordamericani” a morire a migliaia pur di tenere questa piazzaforte, lo scacco subito lì e in molte altre parti del fronte dimostra che con l’arrivo delle nuove truppe russe e con l’aggiustamento delle tattiche di artiglierie, la partita in ucraina è ormai persa per gli ucraini e la NATO, con buona pace dei vergognosi  giornaloni... (Simplicissimus)


Guerra d'interesse - "Joe Biden sta sacrificando il popolo ucraino per gli interessi del capitale USA, ha dichiarato il 12 gennaio tramite Twitter il candidato alla presidenza del Partito dei Verdi Ajamu Baraka. Secondo Baraka, il conflitto in Ucraina è avvenuto per colpa degli Stati Uniti e nell'interesse del capitale USA. “L'atteggiamento bellicoso degli USA è osceno. Questo conflitto non avrebbe dovuto verificarsi. Do la colpa a Biden. Un'intera generazione di ucraini viene sacrificata agli interessi del capitale statunitense", ha scritto. Ricordiamo che in precedenza Ajamu Baraka ha ripetutamente criticato la politica estera degli Stati Uniti e dell'UE. A suo avviso, gli accordi di Minsk sono stati usati solo per preparare il conflitto, e il popolo ucraino è usato dalle élite USA come "carne da macello" per soddisfare ambizioni geopolitiche." (Antidiplomatico)

“Uno dei prigionieri di guerra ucraini catturati nei pressi di Svatovsky ha confessato che i “volontari” statunitensi agiscono come parte dell'AFU. La storia non è nuova ma come ha detto il prigioniero di guerra, i nordamericani non obbediscono agli ordini dei comandanti locali: sono loro a decidere quando avanzare od evacuare, quali attrezzature militari usare, ecc.” (Ruslan Ostashko)




Ultime notizie dall'Italia: "A quanto risulta a RID, è stata presa la decisione di trasferire una batteria del sistema antiaereo/antimissile SAMP/T all’Ucraina. Il via libera sarebbe giunto negli ultimi 2-3 giorni per volontà dello stesso Premier Giorgia Meloni. La questione, fino a 2 settimane fa, era in alto mare per via tanto della riluttanza della Difesa e dei militari – considerando che l’EI ha solo 5 batterie di SAMP/T in servizio e che una di queste è attualmente dispiegata in Kuwait nell’ambito dell’Operazione INHERENT RESOLVE– quanto di alcuni esponenti politici della maggioranza di Governo. Poi, le forti pressioni di Washington – si parla anche di una telefonata di Biden a Meloni – hanno cambiato decisamente il quadro, e l’Italia avrebbe detto “sì”. ..." (RID)



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