venerdì 27 luglio 2012
Ritorno alll'agricoltura biologica... unico modo di sopravvivenza umana
Come riconvertire nel breve termine l'Agricoltura italiana al Biologico (superando i conflitti di interesse per la convenienza di tutti)
Mentre la domanda di Alimenti Biologici in Italia cresce a due cifre, per le grandi preoccupazioni (e patologie degenerative) dei consumatori italiani...
...la produzione Biologica, nel nostro paese, cala: meno 1,5% della superficie agricola Biologica nel 2011 !! (aumenta nel contempo il numero di operatori di trasformazione, per la maggior richiesta di mercato, con i rischi connessi al biologico di importazione... vedasi il recente maxi scandalo)
Eppure, le regioni italiane hanno ancora oltre 10 miliardi di € disponibili (nel periodo 2012-2013) da impiegare soprattutto per le misure agroambientali, atte a compensare i mancati redditi, i maggiori costi, più 20 % di transazione (oltre ai benefici indiretti conseguibili), agli agricoltori Biologici, con maggiorazioni per chi inizia la riconversione biologica dei terreni.
Ma ma tali risorse (100% esentasse e a fondo perduto), rischiano di non essere utilizzate, o di finire spostate verso misure regionali a sostegno degli di investimenti (solo 40-50% a fondo perduto con grande indebitamento delle aziende agricole, già ampiamente esposte).
Ciò è illegittimo, in quanto i regolamenti europei prevedono l'obbligatorietà e priorità dei pagamenti agroambientali per l'Agricoltura Biologica, all'interno dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali (2007-2013), con un impiego minimo di almeno il 40% delle risorse disponibili, che può arrivare per priorità di richieste ed adesioni anche al 65 -70% del totale delle risorse dei PSR regionali (in tutto oltre 25 miliardi di € a disposizione delle regioni italiane dal 2007 al 2013)... una somma notevole.
Agricoltura Biologica: questione di interesse strategico nazionale
E' necessario, pertanto, un intervento immediato sulle misure agroambientali dei PSR regionali, modificando ed adeguando i pagamenti previsti (attualmente fortemente insufficienti) agli effettivi mancati redditi e maggiori costi della produzione biologica. Ciò in particolare nelle aree intensive e molto produttive, dove è fortissimo l'uso della chimica, con pericolo grave e attuale per l'impatto ambientale e la salute umana.
Nel contempo è necessario interrompere immediatamente (se necessario, con azione decisa della Corte dei Conti) la distrazione di risorse agroambientali verso una falsa Agricoltura Integrata e/o presunte riduzioni di pesticidi, misure agroambientali assolutamente non controllabili (Nota n. 3/2005 e n. 7/2011 della Corte dei Conti UE), attraverso le quali le Regioni hanno sperperato "a pioggia" enormi risorse pubbliche, "regalandole" ad agricoltori che hanno impiegato sempre più pesticidi, da almeno 15 anni... con risultato agroambientale addirittura negativo.
Di fatto frenando e compromettendo la riconversione biologica dell'agricoltura italiana, altrimenti possibile con circa 4-5 miliardi di € all'anno di risorse comunitarie agroambientali (vedasi piano finanziario di seguito).
L'Agricoltura Integrata prevede l'obbligo di impiego prioritario di tutti i mezzi tecnici disponibili non chimici, ma nei disciplinari previsti dalle regioni oggi non si prevede l'uso obbligatorio dei mezzi tecnici di difesa biologici, seppur regolarmente registrati al commercio e, pertanto, sottoposti alle relative prove preliminari di "efficacia" contro le diverse avversità delle coltivazioni.
Ovviamente, nessuno riconverte la produzione agricola al biologico se viene compensato ...per usare pesticidi. Infatti, gli elenchi di pesticidi ammessi nei disciplinari chimici dell'agricoltura cosiddetta integrata, rappresentano addirittura quantità di prodotti chimici di sintesi molto superiori al normale uso in agricoltura chimica.
L'Italia oggi ha il record mondiale di tumori dell'infanzia ed usa oltre il 35% di tutti i pesticidi europei. L'aspettativa di vita sana nel nostro paese è calata di oltre 10 anni dal 2003 ad oggi (Eurostat) e la spesa Sanitaria per malattie degenerative supera i 100 miliardi di € all'anno, Tali patologie sono collegate in "concausa aggravante" all'impiego di Pesticidi e ai loro residui chimici negli aiimenti e bioaccumulo nelle catene alimentari (in Francia l'Alzheimer è riconosciuta come malattia professionale degli agricoltori).
A fronte di ciò, il mercato degli agrofarmaci chimici in Italia ammonta a solo 1 miliardo di € all'anno...
E' possibile, pertanto, superare il conflitto di interessi dei Consorzi agrari e degli altri venditori di Pesticidi chimici, sostenendo la riconversione biologica dell'agricoltura italiana con adeguati pagamenti agroambientali, aumentando in tal modo il mercato degli agrofarmaci Biologici, innocui per la salute e l'ambiente, almeno a 2 miliardi di €, sostenuti dai Pagamenti agroambientali europei che coprono i loro maggiori costi.
Il Biologico, pertanto, conviene a tutti, anche alle industrie europee del settore degli agrofarmaci, che oggi subiscono la concorrenza dei prodotti chimici cinesi, spesso vietati, come dimostra l'azione giudiziaria, con sequestri ed arresti, appena realizzata dal Comando Carabinieri preposto.
Si fa appello al senso di responsabilità delle associazioni di categoria, Coldiretti, Unione Agricoltori, CIA, ecc. che spesso partecipano nelle società di gestione di consorzi agrari, cooperative, molini popolari ed altri enti oggi interessati alla vendita di Agrofarmaci chimici, per una immediata riconversione e convergenza di interessi, verso la promozione dell'agricoltura biologica e dei relativi mezzi tecnici di produzione e difesa.
Ricordando che, nella situazione attuale, esse non potrebbero partecipare alla definizione delle misure agroambientali regionali e dei disciplinari di Agricoltura integrata, all'interno dei cosiddetti tavoli verdi regionali, in quanto in palese conflitto di interessi, fatto che continua, purtroppo, da circa 20 anni, dall'avvio dei programmi agroambientali europei, spesso nell'indifferenza dei comitati di sorveglianza dei PSR Regionali e del PSN Nazionale.
PIANO FINANZIARIO PER LA RICONVERSIONE BIOLOGICA DELL'AGRICOLTURA ITALIANA (Evitando distrazione di fondi verso l'Agricoltura Integrata)
E' urgente, pertanto, un Piano Nazionale Agroambientale, supportato da Esperti Agroecologi e dai portatori di interesse del biologico, coordinando le Regioni all'interno della rete Rurale Nazionale e, se necessario, scavalcandole, in quanto Ambiente e Salute (Art. 9 e 32 della Costituzione Italiana) obiettivi prioritari dei porgrammi agroambientali europei, sono diritti inviolabili tutelati dallo Stato e non delegati alle regioni stesse. Sollevando le Regioni stesse dalla definizione dei corretti recepimenti Agroambientali europei, con procedure molto complicate di gestione, che hanno portato a notevoli differenze di applicazione e sostegno agroambientale in tutta Italia, con problemi di rispetto dei criteri di corretta concorrenza.
Con i soldi disponibili nei PSR Regionali oggi è possibile riconvertire al biologico quasi tutta l'agricoltura italiana, secondo lo schema finanziario seguente:
- Seminativi avvicendati,(Cereali e Leguminose da granella): 3.000.000 Ha x 400/ha in media di pagamento agroambientale (500 €/ha nelle zone intensive e 300 €/ha in quelle collinari e montane) = 1,2 Miliadi di €
- Mais avvicendato: 700.000 ha x 700 €/ ha = 0,5 miliardi di €
- Olivi: 1.000.000 ha x 500 € /ha = 0,5 Miliardi di €
- Vigneti: 700.000 ha x 700 € /ha = 0,5 miliardi di €
- Frutteti: 400.000 ha x 1.300 € /ha = 0,5 miliardi di €
- Orticoltura: 200.000 ha x 2.000 € /ha = 0,4 miliardi di €
- Prati avvicendati, Pascoli e Prati Pascoli 3.500.000 di ha x 100 €/ ha = 0,35 miliardi di €
- Per il Tabacco Biologico servono poche risorse: 20.000 ha x 5.000 /ha = 0,1 miliardi di €
Totale di spesa prevista: circa 4 miliardi di € all'anno
Aggiungiamo 400 € per Unita Bovina Adulta (UBA) biologica (corrispondente a 3 maiali, 7 pecore, 100 galline, ecc) x 3.000.000 di UBA allevabili in Biologico in Italia = 1,2 miliardi di €
Totale pagamenti agroambientali necessari per la riconversione biologica dell'Agricoltura Italiana: 5 mliardi di € all'anno
Prof. Giuseppe Altieri
Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica, Agroecologia - Ist. Agrario Todi
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
tel 075-8947433, Cell 347-4259872
Email: agernova@libero.it
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AGRICOLTURA BIOLOGICA IN CIFRE AL 31/12/2011 (Fonte SINAB)
Dalla prima analisi dei dati forniti al Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali dagli Organismi di Controllo (OdC) operanti in Italia al
31 dicembre 2011 (ai sensi dell’art. 93 del Reg. CE 889/08), sulla base delle
elaborazioni del SINAB – Sistema d’Informazione Nazionale
sull’Agricoltura Biologica, risulta che gli operatori del settore sono 48.269 di
cui: 37.905 produttori esclusivi; 6.165 preparatori (comprese le aziende che
effettuano attività di vendita al dettaglio); 3.906 che effettuano sia attività di
produzione che di trasformazione; 63 importatori esclusivi; 230 importatori che
effettuano anche attività di produzione o trasformazione.
Rispetto ai dati riferiti al 2010 si rileva un aumento complessivo del numero di
operatori dell’1,3%.
La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni
passati, la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di
aziende agricole biologiche; mentre per il numero di aziende di trasformazione
impegnate nel settore la leadership spetta all’Emilia Romagna seguita da
Lombardia e Veneto.
La superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura
biologica, risulta pari a 1.096.889 ettari, con un decremento rispetto all’anno
precedente circa dell’1,5%. I principali orientamenti produttivi sono i cereali, il
foraggio e i pascoli. Segue, in ordine di importanza, la superficie investita ad
olivicoltura.
Per le produzioni animali, distinte sulla base delle principali specie allevate, i dati
evidenziano rispetto allo scorso anno un consistente aumento del numero di capi
per suini, ovini, caprini e avicoli.
BIO IN CIFRE 2011: IL COMMENTO DEL MINISTRO CATANIA
BIOLOGICO, CATANIA: SETTORE IN SALUTE CHE CONTINUA A CRESCERE. LAVORARE PER SFRUTTARE LE OPPORTUNITÀ
“Il mercato del biologico in Italia continua a crescere ed è uno tra i settori del nostro agroalimentare che gode di migliore salute; la fiducia dei consumatori verso il biologico infatti continua a premiare la qualità ambientale e le garanzie di questo metodo di produzione. Anche i dati di produzione del biologico italiano danno una fotografia tutto sommato positiva del settore: l’Italia per superfici biologiche e per numero di operatori resta ai primi posti in Europa e nel mondo. Dobbiamo comunque ancora impegnarci molto per strutturare meglio le filiere produttive, in modo da far intercettare al nostro sistema di imprese italiane le opportunità che il mercato offre”.
Fonte: Ufficio Stampa MiPAAF
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