"Il governo Berlusconi, che tutti ci deridono nel mondo, ha deciso di “risparmiare” sui servizi essenziali: la scuola, l'acqua, la sanità, la solidarietà sociale, etc. e "privatizza" a favore di chi?" (Saul Arpino)
Quante volte leggiamo interventi contro le PRIVATIZZAZIONI? Con questa terminologia si intende il passaggio di proprietà di un bene comune dalla collettività al privato. Ma per quale ragione dovremmo concentrarci sulle sole privatizzazioni da compiersi e non pure su quelle avvenute od indebitamente mantenutesi nel corso di lunghi decenni? Per quale ragione persone a modo dovrebbero esimersi dal pronunciarsi contro una Funzione finto-Pubblica ch'è invece proprietà privata degli statali?
Ottimo il messaggio degli studenti: "Chi apre una scuola chiude una prigione". Prendiamo però anche coscienza che la scuola pubblica fino ad ora davvero tale ed aperta non è mai stata, essendo invece ancora letteralmente chiusa e posseduta dagli STATALI. La Scuola e le Università ancora oggi sono in gran parte in mano alle sempre stesse persone, venendo i ruoli pubblici ancora assegnati a vita ad una minoranza della popolazione piuttosto che venire concessi a rotazione a chiunque abbia i requisiti necessari.
L'intera Funzione Pubblica soffre di una eredità storica che risale ad epoca pre-democratica, ai tempi del totalitarismo, in cui appunto si voleva fidelizzare a vita alcuni per imporre la volontà del dittatore sulla parte restante della popolazione. Con l'avvento della Democrazia i ruoli della Res Publica avrebbero dovuto essere regolarmente redistribuiti tra tutti i cittadini aventi i requisiti necessari, così come i ruoli di governo. Così però non è stato a causa di politici corrotti che hanno preferito barattare posti pubblici in cambio di voti.
Oggi, in piena epoca Internettiana, le proteste di coloro che spudoratamente vorrebbero farsi ancora assumere a vita in ruoli che sono invece un vero e proprio BENE COMUNE di proprietà collettiva si palesano anch'esse per quell'immorale rimasuglio storico che sono. Ciò che è pubblico è di tutti: come si può dire il contrario? Ed allora fuori i baroni, fuori gli statali tutti. Dentro i cittadini competenti a rotazione. Allora sì che, rinnovando periodicamente il personale pubblico, grandi progressi potranno essere costantemente compiuti. La Funzione Pubblica verrà finalmente resa produttiva ed autosostenentesi, abbandonando definitivamente il vecchio ruolo di addomesticamento, controllo, repressione e riscossione ancora mantenuto dagli STATALI.
Carissimi Presenti, allarghiamo il viso in un bel sorriso davanti a coloro che propongono una lotta parziale contro le privatizzazioni dimenticando ciò che permetterebbe una gestione collettiva non della sola acqua bensì di ogni bene comune. Farsi un mazzo tanto contro la privatizzazione dell'acqua senza spendere una sola parola per denunciare l'ignominia degli statali accaparratori dell'intero bene comune funzionale ed esecutivo del Paese può ormai solo mettere tutti di buon umore.
Danilo D'Antonio
"Público é de todos!"
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