lunedì 15 gennaio 2024

Le ragioni della finanza producono solo guerra...

   


 E nella guerra imperialista vale tutto, dal "bombardamento etico" alla giustificazione "religiosa" del genocidio*:

     [*"La “domanda” di 84 pagine che il Sudafrica ha presentato presso la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) il 29 dicembre 2023, accusa Israele di commettere genocidio contro i palestinesi a Gaza. Sostiene che le azioni di Israele dall’inizio della guerra il 7 ottobre 2023 “sono intese a portare alla distruzione di una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese nella Striscia di Gaza.” Quell’accusa rientra chiaramente nella definizione di genocidio della Convenzione di Ginevra, della quale Israele è firmatario. L’applicazione è una descrizione eccellente di ciò che Israele sta facendo a Gaza." - Genocidio a Gaza - John Mearsheimer]

    Dalla maschera religiosa del "Popolo Eletto"... 
    "La condotta di guerra di Israele a Gaza può apparire aberrante secondo gli standard legali e morali sbandierati dall’ Occidente cristiano e democratico. Ma la tacita accettazione di questo quasi-genocidio da parte europea e il sostegno con finto mal di pancia degli Stati Uniti a Israele raccontano una storia totalmente differente.
    Lo studioso delle religioni non può non riconoscere nel comportamento delle forze armate israeliane a Gaza il profilo inconfondibile dell’Herem biblico, il Bando Assoluto del nemico che ne comporta il suo annichilimento, la sua distruzione totale. La Bibbia cristiana e quella ebraica sono piene di brani agghiaccianti, che invocano e descrivono l’Herem: la guerra di sterminio in nome di Dio che esige l’annientamento di tutto ciò che respiri. Uomini donne, bambini, e perfino animali domestici abbattuti nel corso della devastazione di intere città e della riduzione in cenere dei manufatti artistici e culturali del nemico".  - Lo sterminio di Gaza e la vocazione violenta e nichilista dell’Occidente - Pino Arlacchi

    ... alla realtà della guerra imperialista e della Resistenza:
    Per tutta la prima fase del rinnovato conflitto palestinese, a partire dall’attacco della Resistenza del 7 ottobre, la stampa israeliana ha martellato sul pericolo costituito da Hezbollah; del resto, quando Israele tentò di invadere (nuovamente) il Libano, nel 2006, prese una bella batosta proprio dalla milizia sciita, che all’epoca era assai meno potente. Non a caso, oltre 230.000 israeliani sono stati fatti sfollare dal nord del paese, proprio per timore degli attacchi dal Libano, e l’IDF mantiene lì gran parte dei suoi sistemi antimissile Iron Dome. Il governo israeliano è ben consapevole che un confronto con Hezbollah è potenzialmente devastante, anche perché mobiliterebbe immediatamente, a un livello ben maggiore dell’attuale, tutte le formazioni dell’Asse della Resistenza; non solo in Libano, ma anche in Iraq, in Yemen e in Siria. Già ora si ritiene che nel paese dei cedri vi siano alcune migliaia di combattenti iracheni. E chiaramente il supporto americano – che certamente non mancherebbe – non potrebbe andare molto oltre un appoggio aereo-navale: le poche migliaia di militari statunitensi presenti nell’area sono praticamente quasi ovunque circondati da forze ostili.

Fonte: Sinistra in Rete



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.