A partire dal 2024, gli agricoltori emiliani e romagnoli saranno invitati a lasciare incolti i propri appezzamenti.
Il patto è il seguente: 20 anni di stop, in cambio di 500, massimo 1500 euro all’anno, per ogni ettaro non coltivato. Il bando di “sviluppo rurale” è stato recentemente approvato dalla giunta emiliana e si colloca all’interno dei più ampi piani dell’Unione Europea.Dietro alla delibera della regione Emilia Romagna infatti si intravede l’agenda green.
Come si legge nel sito, gli obiettivi specifici del “ritiro dei seminativi dalla produzione” sarebbero quelli di:
– contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento a essi, anche riducendo le emissioni di gas a effetto serra e rafforzando il sequestro del carbonio, come pure promuovendo l’energia sostenibile.
– favorire lo sviluppo sostenibile e un’efficiente gestione delle risorse naturali come l’acqua, il suolo e l’aria, anche riducendo la dipendenza chimica.
– contribuire ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat e i paesaggi.
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