sabato 1 luglio 2023

Antisemitismo o antisionismo?

 


La Regione Friuli Venezia Giulia ha inviato ai Dirigenti scolastici, una circolare con oggetto: “Episodi di pregiudizio antisemita – raccolta narrazioni per ricerca”. La circolare fa propria una indagine dell’Università Cattolica di Milano “per individuare episodi realmente avvenuti di pregiudizi antisemiti” che abbiano “coinvolto bambini o giovani”

Detta indagine adotta la casistica di “antisemitismo” dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), che è correlata però agli ebrei e non agli altri popoli semiti, come i palestinesi, discriminando così palesemente una categoria umana dall’altra. 

Una casistica “non legalmente vincolante” , ma sempre più spesso trattata come legge, che definisce "antisemite" le critiche che giudicano naziste quelle politiche israeliane riconducibili al nazismo. Colpendo con ciò la stessa analisi della creazione di Israele quale risultato del brutale processo coloniale britannico-sionista e della conseguente pulizia etnica dei palestinesi. Quindi “antisemitismo” o piuttosto “antisionismo”, che è cosa del tutto diversa?

Una indagine che raccomanda di riscontrare gli episodi di "antisemitismo" in forme e circostanze rigorosamente “anonime”.  Certo, nella scuola la cautela è dovuta e ovvia, ma inopportuna risulta la scelta dell’aggettivo “anonimo”. Aggettivo odioso, nella mia città, Trieste, fu metodo diffuso per indicare gli ebrei da inviare alla Risiera di San Sabba, solo campo di sterminio in Italia. Fra le contraddizioni riscontrate, anche quest’ultima rende gli scopi dell’indagine come opposti a quelli dichiarati.


Giorgio Stern




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