"Ecco di seguito alcune note ricevute dal Partito comunista turco, che conobbi anni fa per via delle sue attività contro la guerra di aggressione alla Siria anche da parte della Turchia di Erdogan, diventata un'autostrada di ihadisti prima di occupare e bombardare parte della Siria dal 2018. Speriamo in una buona affermazione elettorale di questo partito!"
(Marinella Correggia)
Negli anni scorsi, abbiamo incrociato i militanti del Partito comunista turco (Tkp) per il loro impegno contro l’aggressione alla Siria, perpetrata dal presidente turco Erdogan. Quest’ultimo e il suo partito, l’Akp, fin al 2012 hanno fatto del loro paese un’autostrada di jihadisti tagliagole provenienti da tutto il mondo, sostenuti finanziariamente e logisticamente da paesi arabi del Golfo e da potenze occidentali. Un altro attore turco di sinistra molto attivo contro l’aggressione alla Siria è stata la Peace Associationo Turkey, di fatto resa illegale nel 2016 – da allora si è trasformata in Comitato turco per la pace, parte del World Peace Council, storico raggruppamento globale dei pacifisti antimperialisti. Negli ultimi anni, poi, la Turchia ha direttamente oaccupato aree della Siria, appoggiando con il proprio esercito diverse milizie armate antigovernative. E i comitati per la pace in Turchia si sono molto esposti contro questo ennesimo atto di guerra di Ankara (https://www.wpc-in.org/statements/no-foreign-intervention-syria).
Ma tornando al Tkp e al piano interno turco, il manifesto pre-terremoto (https://www.tkp.org.tr/en/agenda/tkps-election-manifesto-is-republished-after-the-earthquake-tkp-comes-everything-changes/) elaborato dai comunisti in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari che si terranno il prossimo 14 maggio, sfidava la cosiddetta moralità dell'ordine attuale e del suo rappresentante, il governo dell'Akp: “L’Akp è salito al potere con lo slogan della lotta contro la povertà, la corruzione e i divieti. Oggi i nostri cittadini sono ancora più poveri, il paese è soffocato dalla corruzione ed è governato da oppressioni e divieti. E non basta. L'Akp è salito al potere facendo sempre riferimento alla moralità e alla fede. Moralità! Come osano? Come osano parlare di moralità in un paese con immensi livelli di disuguaglianza? Parlano di moralità, mentre il 20% più ricco della popolazione ottiene la metà del risultato nazionale e il 20% più povero solo il 5%. Quindi, metteremo questa immoralità in cima alla lista. Queste ingiustizie, queste vergogne a cui sono esposti i nostri cittadini, si basano sull'odierno ordine sociale di sfruttamento. La più grande immoralità è sostenere questo ordine sociale o darlo per scontato” .
Poi, il 6 febbraio, un doppio, infernale terremoto ha cosparso di sale le ferite ella Siria e ha scosso aree molto popolate in Turchia; tantissime le vittime sul lato turco anche a causa della politica edilizia clientelare e dissennata permessa dal governo centrale e attuata a livello territoriale dalle amministrazioni Akp.
Il Partito comunista, ci scrivono Murat Akad e Aydemir Guler, è stato attivissimo fin dall’inizio: “Ha organizzato una grande solidarietà subito dopo il terremoto. E’ stato fra le prime organizzazioni a precipitarsi per la ricerca delle vittime, il soccorso e la solidarietà. E l’impegno continua. Questo richiedono la coscienza e la moralità, in un paese portato sull'orlo del precipizio e imputridito da grandi aziende e gruppi di potere settario”.E adesso, a distanza di meno di tre mesi? “Ci sono sviluppi, ma certo rimangono moltissimi problemi. Tante persone tuttora non trovano un posto decente ove essere alloggiate. In certe aree anca perfino l’acqua. E così via”.
E poi “ci sono le elezioni. Per la prima volta, prosegue Murat, c’è una forte possibilità che Erdoğan possa perdere le elezioni presidenziali. Così dicono molti sondaggi. Ma naturalmente come tutti sanno è un politico astuto e può accadere ancora di tutto”. Compresi brogli elettorali resi più facili dal grande spostamento di popolazione dovuto al terremoto..
Il Partito comunista turco chiede il voto ai propri candidati per le parlamentari e, quanto alle presidenziali, appoggia il candidato dell’opposizione Kemal Kılıçdaroğlu, un social-democratico, il cui partito, il Partito repubblicano del popolo (Chp), fondò la repubblica. Precisa Murat per il Tkp: “Dapprima avevamo indagato sulla possibilità di nominare un candidato socialista. Ma l’atmosfera politica è tutta concentrata sulla necessità di sconfiggere Erdoğan e nominare qualcun altro al posto di Kılıçdaroğlu sarebbe stato privo di senso. Dunque, il nostro appello è a votare per il candidato dell’opposizione. Se Erdoğan dovesse rimanere al potere, le cose sarebbero molto più difficili, non solo per noi ma per tutti”.
Certo, la coalizione contro Erdoğan è uno schieramento composito. C’è perfino un partito presieduto da Ahmet Davutoğlu che era del partito di Erdoğan e era ministro degli esteri quando iniziò l’aggressione turca alla Siria, oltre a essere l’ideologo della politica neo-ottomana. Ma non ci sono alternative, prosegue Murat.
E che cosa ci si potrà aspettare in politica estera in caso di vittoria del candidato del Chp ovvero dell’opposizione a Erdoğan? Kılıçdaroğlu probabilmente accelererà il processo di distensione nei confronti della Siria, già iniziato. Inoltre, ha ripetuto più volte a volontà di ritirare le truppe turche dalla Siria.
A
seguire, brani del manifesto del Partito comunista di Turchia
(diffuso prima del terremoto).
Nel
1923 la
Turchia spezzò
le catene della dipendenza, cancellò
il sultanato e il califfato.
Rovesciò
il
vecchio e fondò
il
nuovo. Ricordiamo
nell’oggi
gli eroi di cento anni fa. Traiamoforza
dal coraggio dei poveri dell'Anatolia e dei suoi leader, Mustafa
Kemal e i suoi compagni di lotta che, in condizioni durissime,
vinsero la lotta contro l’occupazione imperialista e contro il
cadente impero
ottomano, fondando la Repubblica nel 1923. È con questa convinzione
e questo coraggio che lanciamo il nostro appello ancora una volta.
Noi
rovesceremo un ordine sociale di sfruttamento, in cui fabbriche,
banche, ospedali, scuole, miniere, coste, fiumi, centri commerciali
sono di proprietà di una piccola minoranza.
Il
Tkp sfida gli ipocriti che abusano della religione, i bugiardi che
fanno riferimento alla "moralità" ogni volta che aprono
bocca. La loro moralità è comprata e venduta in
contanti.
Ripetiamo, la più grande immoralità è lo sfruttamento
dell'umano sull'umano
È immorale portare i nostri cittadini alla
disperazione con le bollette dell'elettricità e del gas, con le
spese per la sanità e l'istruzione, con i livelli astronomici degli
affitti.
È immorale osare assoggettare i lavoratori con lo
spettro della disoccupazione, minacciarli con migliaia di persone che
li aspettano dietro la porta se non accettano i salari dati.
È
immorale portare i nostri giovani alla miseria, lasciarli soli con
profonde preoccupazioni per il futuro, condannarli in università
prive di mense e dormitori.
È immorale creare le condizioni
perché migliaia di giovani diventino tossicodipendenti, mentre si
finge di essere in lotta con la droga.
È immorale preservare il
patriarcato secolare, che si suppone riverisca le donne come "la
madre dei nostri figli", mentre ci si intromette nei loro
lavori, nelle loro libertà o nel loro aspetto.
È immorale
appoggiare le operazioni oscure della NATO sanguinaria.
È
immorale barattare il nostro paese nei monopoli internazionali basati
su manodopera a basso costo e saccheggio illimitato, mentre si parla
di "locale e nazionale".
È immorale abusare delle
credenze religiose e della fede del nostro popolo, usandole per
ottenere potere e interessi economici, per trasformare la Turchia in
un parco giochi di sette religiose.
Siamo
di fronte a un ordine sociale che induce i nostri cittadini a essere
persone centrate su se stesse, individualiste e che mirano a fare
soldi facili. Nonostante questo e per fortuna, una grande maggioranza
della popolazione turca resiste contro questo degrado.
In
questo paese sono i lavoratori a pagare le tasse. I capitalisti
ricevono in cambio più di quanto pagano. Sovvenzioni, crediti a
tasso agevolato, appalti pubblici, privatizzazioni sono tra i metodi
che ci vengono in mente per primi.
La
legge, la polizia, l'esercito, che funzionano in base alle tasse
raccolte, servono sempre ai capitalisti. Avete mai visto un padrone
sanzionato perché ha licenziato un operaio, o un proprietario di
un'azienda che è finito in prigione perché pagava salari bassi ai
lavoratori?
Eppure,
i lavoratori che scioperano o che difendono i loro diritti si trovano
immediatamente di fronte alle armi dello Stato.
Il
Tkp chiama il nostro popolo solidale, disponibile, laborioso, onesto,
giusto, equo e patriottico a mettere in discussione questo ordine
sociale immorale e irrazionale.
QUESTO ORDINE SOCIALE DEVE ESSERE ROVESCIATO.
Ricordiamo
la lotta dei popoli dell'Anatolia che hanno rovesciato l'imperialismo
e il sultanato in condizioni molto più difficili, a coloro che
cadono nella disperazione, pensando "questo ordine sociale non
potrà mai essere rovesciato, è così".
Masse di persone, in
Turchia e nel mondo, si sono sempre sollevate, resistendo alle
ingiustizie, allo sfruttamento, alle disuguaglianze,
all'imperialismo; idealizzando l'umanità e i suoi nobili
valori.
Possiamo farlo di nuovo.
Possiamo iniziare a
liberare la nostra coscienza durante le elezioni.
Il TKP si
affida a coloro che si guadagnano da vivere con il proprio lavoro,
alla nostra gente onesta e patriottica, agli intellettuali che amano
il proprio paese, a coloro che considerano la laicità e
l'indipendenza come linee rosse.
Nel complesso, ci ribelliamo
contro i padroni senza vergogna che si considerano i proprietari di
questo paese e trattano i lavoratori come schiavi, contro questo
ordine sociale irrazionale in cui bruciamo le nostre vite lottando
con debiti e bollette, contro le prediche ignoranti e ostili dei
bigotti truffatori. Loro hanno rovinato questo paese, noi lo
libereremo.
Siamo la maggioranza. Se solo riuscissimo ad alzarci
in piedi.
Partito Comunista
di Turchia.
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