sabato 5 gennaio 2019

Siria. Usa ti ritiri... o è la solita tiritera?



Immagine correlata

Sul ritiro in 100 giorni di tutte le truppe Usa dalla Siria (5000, tra Forze Speciali e bombaroli) e della metà di quelle che bombardano e trafficano oppio in Afghanistan, poi estesi a quattro mesi, vista la malaparata con lo Stato Profondo (Cia, Pentagono, Wall Street, Lockheed Martin, media). Malloppone guerrafondaio furibondo, capeggiato da “Cane Pazzo” Mattis, dimessosi da ministro della Guerra per non aver potuto ripetere in Siria il bagno di sangue e fosforo di Fallujah (Iraq 2004) e per essere stato privato del suo massimo godimento, così da lui espresso:”Cosa c’è di più divertente che sparare a qualcuno”. Per inciso, il noto quotidiano pacifista, il manifesto, ne ha deplorato la dipartita e lo ha qualificato “elemento razionale e di equilibrio” nella compagine trumpiana.

Risultati immagini per curdi  e israele

Israele e curdi uniti nella lotta
Da noi, affetti dalla solita ipocrisia clericomafiosa, si piagnucola sull’abbandono dei curdi, “avanguardia democratica, laica, ecologista, femminista, LGBTI”, con tanto di majorettes in armi. Si sorvola su queste milizie curde YPG arrivate in massima parte dalla Turchia che, mascherate da Federazione Democratica Siriana (solo la Cruciati del manifesto li vuol far passare per coalizione multinazionale di arabi, assiri, turcomanni, puffi e curdi), grazie all’aiuto degli Usa dall’alto, si sono sostituiti all’Isis come fanteria Nato contro la Siria. Si ignora che, se sono passati da meno di un milione a parecchi di più è perché la Siria di Assad li ha accolti, insieme al leader Ocalan, profughi dalla Turchia. In compenso si sono fatti mercenari dell’aggressore in sostituzione dell’Isis e, assumendo il progetto dello squartamento della Siria, si sono presi un terzo del paese, imponendo, sfrattando, incarcerando e uccidendo gli autoctoni.

Ora, abbandonati dai loro danti causa, forse, pressati dai turchi che, alla faccia loro, ma anche di quella del popolo siriano, vorrebbero prendersi almeno una gran striscia di confine, con dentro i più ricchi giacimenti petroliferi, le più fertili terre e ricche acque della Siria, buttano la mimetica a stelle e strisce e con stella di David e, giurando di rispettare l’integrità territoriale del paese, invocano aiuto da Damasco. Che fa bene a darglielo e ad accorrere con la Guardia Nazionale e la Divisione Tigre a Manbij. Che tornino nel loro angolo di Siria e vadano a prendersela oltre confine con chi li ha maltrattati davvero.

Risultati immagini per curdi  e israele

Chi taglia il nodo gordiano?
Qui la situazione è intorcinata. Ci stanno i turchi, che già avevano scacciato i curdi dal cantone di Afrin, in piena e tollerante vista degli americani, ci stanno i curdi, ci stanno i militari Usa da ritirare, nel tempo, e sono arrivati i siriani. Cosa faranno gli uni e gli altri? Qui non soccorrono le ambiguità e le indecenti equivalenze tra Assad ed Erdogan di Alberto Negri. Qui vanno visti gli attori e i loro interessi. Per primo Trump che ha accelerato alcune mosse per riprendere i temi della sua campagna elettorale: riduzione dell’impegno e della spesa militari globali, accomodamento con i russi, dialogo con i nordcoreani, sordina agli attacchi all’Iran e alla Cina dei dazi. Non stona con tutto questo la sorprendente e sacrosanta affermazione dell’avvocato di Trump, Rudi Giuliani, che ad Assange di Wikileaks, recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, non c’è proprio nessun reato da contestare. In compenso, dall’altra parte, i Democratici hanno eletto alla presidenza della Camera la collaudata Nancy Pelosi, espressione arcigna e inflessibile dell’apparato guerresco statunitense. E di Julian Assange, eroe della libera informazione, i Democratici vorrebbero fare polpette da servire a Mattis.

Immagine correlata

Liberal per liberare i cani di guerra
Poi i nemici dell’outsider strambo, scatenati contro ognuno di questi obiettivi, tanto da rovesciare sul presidente accuse di alto tradimento per aver incontrato Xi, Putin e Kim Jong Un e inventarsi la bufala galattica del russiagate, ovviamente ripresa dai loro sodali e sguatteri in Europa. Nemici riuniti nello Stato Profondo Usa rappresentato politicamente da uno schieramento bipartisan Democratici-Repubblicani, ma con forte prevalenza dei primi, dalla banda guerrafondaia Obamian-Clintoniana, dai neocon, insomma da tutti coloro che hanno inventato, creato e nutrito Al Qaida e l’Isis, dalla Siria all’lraq alla Libia all’Egitto all’Africa e all’Afghanistan. In sostanza l’élite statunitense plutocratica e perennemente in guerra, sostenuta da media e think tank di puntellamento, che vede sfidata la sua dottrina di base: una strategia di dominio militare e neoliberista mondiale, fondata su quasi mille basi militari, un’egemonia (sub)culturale onnipervasiva e l’assalto, con sanzioni, guerre, terrorismi, a chiunque vi si sottragga, o opponga modelli incompatibili. Vanificata da loro stessi l’equivoca alternativa del PCI e di forze simili, tutto ciò che si pretendeva di sinistra si è inserito in questo Zeitgeist, visione del mondo. La riprova è la solidarietà di chi ha lo stomaco di condividere con questa èlite la furia contro il ritiro delle truppe Usa da un teatro di massacri.

Ritiro che tale belluina reazione ha già costretto il malleabile cerchiobottista della Casa bianca a estendere da un mese a cento giorni e più. Ed è aperto a ogni ipotesi ciò che l’una e l’altra fazione in campo, sullo sfondo dei probabili contenziosi russo-turchi sul che fare dei curdi e di quel pezzo di Siria,faranno e otterranno in questi quattro mesi. Sempre che i plutocrati in armi degli Usa non si rassegneranno e si accontenteranno del loro nuovo pivot: Africa e America Latina, dove sono in corso le altre loro grandi manovre imperialiste a contrasto di Russia e Cina. Difficile, però, che Israele non li tiri per la collottola. Quel che è certo è che sul Donald vanno a esercitarsi pressioni mai viste, con dentro anche gli sceicchi del Golfo e tutta la potenza lobbistica e ricattatoria di Israele. E’ probabile che, come altre volte, soccomberà.

Risultati immagini per curdi  e israele

Geopolitica, ma anche petrolio
Perché Trump ha osato tanto? Può darsi che, più di un suo spirito conciliatorio, sia stata la prospettiva di uno scontro tra Usa-curdi nel cosiddetto Rojava, sottratto alla Siria e ambito da tutti e tre gli usurpatori in campo, e il bastione turco della Nato, alle porte di Iran e Russia, a sollecitare il ritiro di Trump. Se questo ritiro, con conseguente occupazione turca di larghe fasce siriane, ha comportato la messa in crisi della triplice Russia-Turchia-Iran, oggi a capo della strategia mediorientale, la cancellazione dell’acquisto del sistema anti-aereo S400 russo e, chissà, la sospensione del gas-oleodotto Turkish Stream, allora lo scenario delle alleanze rischia ancora una volta di essere sovvertito. E quello che, secondo le colleriche geremiadi dei globalisti occidentali e di Israele, sarebbe stato un regalo a Russia e Iran, potrebbe ben rivelarsi una trappola mortale proprio per Mosca e Tehran. E Siria. Presto, dunque, per cantare vittoria.

Fulvio Grimaldi  - www.fulviogrimaldicontroblog.info

Risultati immagini per fulvio grimaldi

1 commento:

  1. Integrazione da Sputnik: “Il comandante delle Forze Nazionali di Autodifesa Curde, Sepan Hamo, ha discusso a Damasco un piano per consegnare il controllo della frontiera con la Turchia all'esercito siriano. Lo riporta il 5 gennaio 2019 il giornale Al-Shark al-Ausat. I negoziati hanno considerato un piano per "riempire il vuoto", dopo il ritiro delle truppe USA dalla Siria settentrionale, e prevede lo schieramento delle unità dell'esercito siriano nelle aree di confine con la Turchia al fine di prevenire l'eventuale invasione di truppe turche. L'accordo prevede anche il riconoscimento dell'amministrazione regionale creata dai curdi nel nord-est della Siria da parte di Damasco...”

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.