domenica 20 gennaio 2019

Limitare l'inquinamento e le mutazioni ambientali


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L'ultimo rapporto Global Energy and Climate Outlook 2018 del Centro comune di ricerca (JRC) calcola che per limitare l’aumento della temperatura mondiale a 1.5° C, le emissioni globali di gas a effetto serra dovrebbero scendere allo zero netto entro il 2065 e per limitare tale aumento a 2° C dovrebbero scendere a zero entro il 2080.

Benché ciò comporterebbe chiaramente un aumento delle esigenze di investimento, i costi complessivi per l'economia sarebbero limitati: 0,4% e 1,3% del PIL globale nel 2050 per raggiungere rispettivamente i 2° C e 1,5° C, che è inferiore all'equivalente di una settimana di attività economica persa per un dato anno.

Il rapporto analizza l'azione climatica globale necessaria per limitare i cambiamenti climatici ben al di sotto dei 2° C e proseguire gli sforzi per limitare l'aumento della temperatura a 1,5° C, come proposto nell'Accordo di Parigi.

Per raggiungere l'ambiziosa transizione verso un'economia a basse emissioni di gas a effetto serra compatibile con questi obiettivi di temperatura, sono necessari tagli significativi delle emissioni di gas a effetto serra in tutti i paesi e i settori economici.

Secondo il rapporto, per limitare l’aumento della temperatura mondiale a 2° C, il sistema energetico globale e i modelli di consumo energetico dovrebbero subire una trasformazione profonda e accelerata per raggiungere entro il 2050 tassi di decarbonizzazione del 6,1% all'anno per i 2° C e del 9,0% all'anno per 1,5° C.

Le principali opzioni di mitigazione comprendono l'espansione dell'uso di fonti rinnovabili e un ruolo crescente dell'elettricità nel consumo di energia. Più specificamente, l'aumento dell'uso delle fonti energetiche rinnovabili rappresenterebbe il 27% delle riduzioni delle emissioni, il miglioramento dell'efficienza energetica il 17% e l'elettrificazione della domanda finale di energia e l’attenzione all'uso del suolo entrambi il 10%.

L’obiettivo di raggiungere 1,5° C richiederebbe sforzi di mitigazione più ampi in particolare nei decenni 2020-2040.

Gli esperti del JRC hanno valutato politiche di mitigazione e misure da adottare per tutti i settori e le regioni dell'economia mondiale. Gli scenari presentati nello studio costituiscono percorsi tecnicamente possibili e compatibili con la crescita economica e con indicatori di sviluppo sostenibile più ampi, come la qualità dell'aria, contribuendo agli Obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Le incertezze principali risiedono nel potenziale di alcune tecnologie - come la cattura e il sequestro del carbonio e l’utilizzo della biomassa su larga scala per produrre energia – considerati comunque possibili opzioni per raggiungere l’obiettivo finale.

Il rapporto Global Energy and Climate Outlook 2018 è stato ufficialmente lanciato a dicembre scorso in occasione della COP 24, durante la quale i rappresentanti di 196 paesi hanno stabilito le regole per mettere in pratica entro il 2020 quanto deciso durante la Conferenza sul clima di Parigi del 2015. In particolare, sono stati decisi i criteri con cui misurare le emissioni di CO2 e valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico dei singoli paesi. 

A Katowice si è inoltre deciso come i diversi paesi, a seconda del proprio livello di sviluppo, dovranno ridurre le proprie emissioni di CO2, come i paesi più ricchi dovranno aiutare quelli più poveri a rispettare i propri obiettivi e come tutti i paesi dovranno monitorare il rispetto degli impegni presi. Molte decisioni sono state comunque rimandate al prossimo appuntamento internazionale che si svolgerà in Cile nel 2019.

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(Fonte: Arpat)

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