domenica 27 gennaio 2019

Cattolicesimo al "redde rationem"...

“Il karma è karma” si dice in India per significare che “chi la fa l’aspetti” ed oggi vediamo che le malefatte della chiesa tornano indietro e reclamano il pareggio dei conti. Causa ed effetto. 
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Infine tutti i nodi vengono al pettine e la congrega vaticana ha sommato migliaia di nodi.  Non mi riferisco solo agli scandali recenti, come ad esempio la pedofilia o le speculazioni economiche, ma  alle innumerevoli colpe accumulate nei secoli: le finzioni dottrinali, la vendita delle indulgenze, la sperequazione fra maschi e femmine, la persecuzione di eretici e streghe, la prevaricazione e l’intimidazione delle masse succubi ed impaurite, le falsità storiche su innumerevoli fatti e persone, l’oscurantismo, le guerre sante, ecc.
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Per la legge del contrappasso sembrerebbe che la religione cattolica, e di conseguenza quella cristiana, non abbia scampo e sia destinata semplicemente a scomparire in una nuvola fumosa di vergogna. Ma non è giusto dare tutte le colpe al cristianesimo. Le devianze sono iniziate ben prima della nascita di questa religione e sono pure continuate dopo di essa. 
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La matrice monolatrica,  con l’idea di un dio “personale”, è insita nell’ebraismo,  da questa “religione familiare”  sono poi sorti sia il cristianesimo che l’islamismo. Le colpe dei padri sono ricadute sui figli. Ed i figli si danno da fare a sgrullarsele di dosso utilizzando ogni mezzo: l’ateismo, il materialismo, il consumismo e persino  il fondamentalismo scientifico (vedi OGM, mutazioni climatiche, commercio di organi, etc). 
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L’origine di tutti i mali -dicevamo- è nell’ebraismo ma strettamente parlando questo “credo” non è nemmeno una religione bensì una continuità fideistica basata sulla trasmissione genetica. Ebrei si nasce, non si diventa. Ed infatti nell’ebraismo i sacerdoti sono i primi ad avere l’obbligo di matrimonio e di prolificazione.
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Ovviamente anche i vari mullah musulmani pensano che la prolificazione sia un buon metodo di spargimento della loro fede: “l’arma per conquistare il mondo è il ventre delle nostre donne”. Tra l’altro -al contrario degli ebrei -che diventano tali solo se nati da madre ebrea-  i figli di un musulmano, anche se illegittimi, sono musulmani per legge.   
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Lo stesso tipo di “conversione” (sia utilizzando la paternità che la maternità)  avveniva ai primordi del cristianesimo, ma il sistema verticistico, inusuale in tutte le altre religioni (che non hanno un capo assoluto), e la necessità di mantenere la struttura piramidale e  tutti i suoi beni terreni, fece sì che diventasse conveniente istituire il matrimonio monogamico per i fedeli ed  il celibato per gli ecclesiastici. 
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La faccenda  iniziò nel momento in cui  l’impero romano, per motivi squisitamente politici, stabilì l’unità religiosa sotto l’egida del cristianesimo,  e la regola di celibato al clero era un  modo per non disperdere le ricchezze che il papato andava ammassando. Il papato romano tra l’altro è anch’esso un’istituzione tardiva rispetto alla formazione del cristianesimo.  
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In verità il papa di Roma sostituì l’imperatore di Roma e per garantire la continuità non dovevano esserci diatribe familiari interne, il papa veniva eletto in un contesto di celibi.  Questo sistema, ottimo dal punto di vista del mantenimento dell’Ente, è assolutamente deleterio invece per la conservazione dei valori umani. 
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Conseguenza di questa regola “innaturale” è quel che oggi osserviamo in forma di pedofilia ed omofilia interna alla chiesa. I prelati mantengono una facciata di castità provvedendo a soddisfare le esigenze sessuali  con gli stessi adepti e componenti della chiesa (ed ogni giorno ne leggiamo le cronache su tutti i media). 

Ma il blocco forzoso  della struttura di potere è causa di degrado  per la religione, per ovvie ragioni (anche la mafia si basa sul “comandare meglio che fottere” ma non ha nulla di spirituale al suo interno)…
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Paolo D’Arpini

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