Da
bravi razionalisti e materialisti storici, dai 5 Stelle si
aspettavano e pretendevano il miracolo. L’abolizione della
proprietà privata dei mezzi di produzione e distribuzione, o quasi.
Ai duri e puri che con passione degna di miglior causa, mi elencano i
misfatti dei 5 Stelle, mi limito a rispondere mettendoci il bicchiere
mezzo pieno delle cose buone pur fatte e mai viste prima, da
Andreotti a D’Alema, da Prodi a Gentiloni. Ora, però, vorrei
dargli una risposta complessiva e definitiva. I 5 Stelle sono andati
al governo con il 33% del voto, assieme agli unici disponibili a
superare la morta gora delle larghe intese, al 17%. Le vele erano
gonfie, ma a strozzare qualsiasi minima folata ci hanno pensato
l’union
sacrée dei
media, i sondaggi che rovesciavano il rapporto di forze uscito dalle
urne, le prevaricazioni demagogiche ed effettive del lumbard,
tacitamente o manifestamente sostenute da tutto il cucuzzaro dei
regimi precedenti.
I
5 Stelle sono entrati in campo per fare da argine alla deriva
reazionaria del partner bifolco, atlantista e confindustrialista.
Qualcosa hanno arginato, altro no. Si poteva fare di più?
Certamente, forse no, la risposta sta in grembo a Giove. Ma quale
alternativa? Restare, invecchiare e sfiancarsi all’opposizione e
lasciare che la Grande Armada delle cannoniere mediatiche
pro-inciucio di tutti escluso il M5S, con i fronzoli di LeU e FdI,
tutti assicurati presso UE, Nato, BCE, FMI, Bilderberg, con le star
Lilli Gruber, Formigli e Zoro e il lifting zingarettiano applicato
alla flaccida pelle del “manifesto”, li radesse al suolo con
strumenti repressivi potenziati dal 5G? 5G spazzagente a onde
elettromagnetiche, neo strumento maltusiano contro le fette di
umanità costrette a stare assiepate sotto le antenne della
comunicazione ultraveloce.
Addio
argine, per quanto modesto. Mi fa pensare a New Orleans sotto
Katrina. Non ve l’hanno detto, ma fu documentato che qualcuno fece
saltare alcuni argini e l’uragano spazzò via la città dei poveri
e della musica. Ora poveri e musica non ci sono più. E New Orleans è
diventata la città dei ricchi. Si chiama gentrificazione. Succede
dappertutto, sempre facendo saltare gli argini.
Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.
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