lunedì 21 gennaio 2019

Gli argini a 5 stelle non hanno retto alla marea revanscista...



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Da bravi razionalisti e materialisti storici, dai 5 Stelle si aspettavano e pretendevano il miracolo. L’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e distribuzione, o quasi. Ai duri e puri che con passione degna di miglior causa, mi elencano i misfatti dei 5 Stelle, mi limito a rispondere mettendoci il bicchiere mezzo pieno delle cose buone pur fatte e mai viste prima, da Andreotti a D’Alema, da Prodi a Gentiloni. Ora, però, vorrei dargli una risposta complessiva e definitiva. I 5 Stelle sono andati al governo con il 33% del voto, assieme agli unici disponibili a superare la morta gora delle larghe intese, al 17%. Le vele erano gonfie, ma a strozzare qualsiasi minima folata ci hanno pensato l’union sacrée dei media, i sondaggi che rovesciavano il rapporto di forze uscito dalle urne, le prevaricazioni demagogiche ed effettive del lumbard, tacitamente o manifestamente sostenute da tutto il cucuzzaro dei regimi precedenti.

I 5 Stelle sono entrati in campo per fare da argine alla deriva reazionaria del partner bifolco, atlantista e confindustrialista. Qualcosa hanno arginato, altro no. Si poteva fare di più? Certamente, forse no, la risposta sta in grembo a Giove. Ma quale alternativa? Restare, invecchiare e sfiancarsi all’opposizione e lasciare che la Grande Armada delle cannoniere mediatiche pro-inciucio di tutti escluso il M5S, con i fronzoli di LeU e FdI, tutti assicurati presso UE, Nato, BCE, FMI, Bilderberg, con le star Lilli Gruber, Formigli e Zoro e il lifting zingarettiano applicato alla flaccida pelle del “manifesto”, li radesse al suolo con strumenti repressivi potenziati dal 5G? 5G spazzagente a onde elettromagnetiche, neo strumento maltusiano contro le fette di umanità costrette a stare assiepate sotto le antenne della comunicazione ultraveloce.

Addio argine, per quanto modesto. Mi fa pensare a New Orleans sotto Katrina. Non ve l’hanno detto, ma fu documentato che qualcuno fece saltare alcuni argini e l’uragano spazzò via la città dei poveri e della musica. Ora poveri e musica non ci sono più. E New Orleans è diventata la città dei ricchi. Si chiama gentrificazione. Succede dappertutto, sempre facendo saltare gli argini.


Fulvio Grimaldi - www.fulviogrimaldicontroblog.info

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