martedì 17 luglio 2012

San Benedetto, Grottammare: cages aux fous.. in batteria

Festa da polli


Sabato 14 luglio, esterno notte h 23: più di 200 moto Harley Davidson in raduno a San Benedetto Tr. accesi i motori all'unisono (sì, tutte insieme; sì, tutte e duecento) sfilano costeggiando pinete e lungomari, precedute e scortate (!) da Polizia Locale con lampeggiante; braccia levate dei metà-uomo-metà-moto per autofotografarsi via smart-phone. Si lasciano alle spalle pineta, zona pedonale, Palazzina Azzurra annegate in nuvoloni di gas; si deliziano i polmoni di turisti e residenti alle salubri aure della Riviera.

I metà-metà percorrono San Benedetto, dilagano a Grottammare, il rombo è quello d'una mandria d'elicotteri, forse raggiungono Cupra, non so. Poi, inversione a U e ritornano: a notte fonda fino all'alba ancora singoli o branchi rombano su e giù, marcano il territorio a gas di scarico che neanche la pipì d'elefante puzza così, e l'effetto-elicottero scortica la notte.

In contemporanea impazzano, in una manciata di km lineari di litorale, feste, fiere, sagre, mercati, happening mangiatorie, di tutto e di più. Horror vacui come cifra del turismo in Riviera. Parola d'ordine, non lasciare spazi vuoti: sono insidiosi perchè può insinuarvisi il pensiero.



Da San Benedetto a Grottammare, un unicum senza cesure; se la "cage aux fous" di S.Benedetto caccia via turisti e residenti che cominciano a preferire un Mar Cinese qualsiasi che almeno è esotico e costa meno, la Perla - affetta da bulimia ultimo stadio - tritura e divora sacregiubilari, fiere di santipatroni, mercati mercatini mercatoni e naumachie pirotecniche. Fuori l'uno dentro l'altro: via i botti per papa Alex III dall'indulgenza facile, dentro quelli per santopatrono al grido di "il santo lo vuole". Santo vendicatore che se la festa non gli sconfinfera, è capace di mandarti a puttane il raccolto (certi santi monelli c'abbiamo, da 'ste parti...): così l'Amm. di Grottammare, illuminata epigone del secolo dei Lumi, accoglie convinta la superstiziosa balla del santo grandinatore, e ti riempie quel fazzoletto che è Grottammare di tutto e di più: mangiatorie, paccottigliume, animali in vendita (!!), giocolieri e maghi e maghesse, acrobati e macchine d'epoca, battaglie navali: altro che le surreali sfilate felliniane...

Su tutto domina il frastuono: centri cittadini ostaggio di amministrazioni ottuse, convinte che antiche piazzette e minuscoli centri pedonali siano sterminate piazze berlinesi da poterci sparare decibel a palla nel silenzio annichilito e scioccamente rassegnato dei residenti.

Avvinti dal pittoresco spettacolo di un turismo marca e modello anni settanta del secolo scorso, i turisti più accorti guardano queste nostre cittadine come al Parco della Preistoria si osservano con curiosità le specie estinte...

A Grottammare, forestieri si aggirano per la fiera increduli, comprensibilmente indignati, fra gabbie di animali d'affezione esposti al mercato (dice una coppia ferrarese in vacanza: "queste cose le vediamo solo qui a Grottammare... non torneremo"). Retaggi di medioevo barbarico goffamente mascherati da "tradizione", suggellati dai notturni dai fuochi a mare di santopatrono, esplosioni atomiche da infarto.

I foresti ricorderanno una città che inquina il pesantemente il suo mare e la sua aria per offrire a spettatori imbolsiti 30 minuti di bombardamento da ammazzare anche i non cardiopatici [da creare sicuramente problemi a bambini, anziani, malati, animali ma anche a chi sta bene].

La nube tossica di questo quasi fallout nucleare rimane a stagliarsi inquietante contro il buio del cielo a memento dell'idiozia; in mare, i detriti super inquinanti del super bombardamento.

Segambiente e "ambientalisti" equipollenti in sonno, dormono il sonno dei giusti e neanche 'ste cannonate li svegliano. Non è una novità.

Porteranno a casa, i forestieri, l'immagine di luoghi una volta gradevoli mete di riposo e svago, ora mercati perenni e centri commerciali a cielo aperto, a fracassoneria spinta; di luoghi senza cultura, senza rispetto per il dono immeritato di un ambiente di cui non comprendono il valore, sacrificato al populismo e all'affarismo tanto avido quanto ignorante.

Porteranno a casa, i forestieri, l'immagine di città che non vogliono bene a se stesse e che, perciò, non rispettano se stesse.

Sara Di Giuseppe

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.