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venerdì 25 maggio 2012

Considerazioni di un giovane sulla condizione vitale e considerazioni di Franco Farina sul momento presente

Scia d'amore e di pace


Caro Paolo D'Arpini, ho pensato subito a te leggendo lo scritto inviatomi oggi da un mio ex alunno.... Te lo invio, sicura che ne apprezzeri sensibilmente i "contenuti" sottilmente espressi e "non"! Un caro abbraccio
Antonella Pedicelli


Cara professoressa,

Ancora una volta mi ha aperto la mente con queste poche parole, io ho sempre detto che se ci fosse un pulsante per spegnere i pensieri, per trasformarsi, io lo
schiaccerei subito. Il fatto è che mi sono sorpreso quando ho capito che questa
frase ha anche altri significati, come ad esempio: sono disposto a fare di tutto
per cambiare, tranne che cambiare! oppure vorrei che qualcuno o qualcosa produc
a il cambiamento in me! certo che volendo una cosa del genere non si arriva lont
ano, eppure io ero convinto che quello che volevo di più era illuminarmi. Eviden
temente, non è così, se non sono disposto a cambiare di una virgola per farlo. T
utti vorrebbero spingere dei pulsanti e vedere i propri desideri avverarsi uno p
er uno, ma non è possibile. Ho vissuto la vita in una totale mancanza di libertà
, sotto l'autorità di tutto e di tutti, e la mia volontà spariva lentamente, mi
sentivo vittima di tutto e di tutti.

Adesso almeno una cosa è cambiata, non sono più vittima di nulla e di nessuno. e
ssere vittima è un inferno di tormenti di rabbia di schifo.

Per me, ammettere di essere la vittima più schifosa di questo pianeta mi ha camb
iato la vita. Mi ha reso più responsabile. E mi ha dato più voglia di viere.

Convivo adesso con le mie giganti fobie, ma qualcosa è cambiato, ho capito che s
ono mie e solo mie nessuno le determina, convivo con loro più serenamente. Ho im
parato ad accettare di essere schiavo di me stesso,perchè non sono mai stato sch
iavo di qualcosa che non sia io, e dunque non sono vittima. e quando sarò pronto
mi libererò anche di queste paure e di queste convinzioni che mi rendono una pe
rsona di poco valore. è facile e consolante essere vittima quando hai tutti i ra
pporti che vanno a rotoli, quando le case bruciano, quando la vita è piena di fa
llimenti, ma il dato di fatto è che sono io che desidero questo, e quando riusci
rò a desiderare qualcosa di diverso allora la mia vita cambierà totalmente. Per
il momento accetto e sono felice di quello che ho, di quello che sono, perchè bi
asimarmi non serve che a peggiorare la situazione, a perseverare in essa. Sono c
ontento della consapevolezza che ho adesso, ancora poca ma c'è, e ci sono sempre
meno motivi per arrabbiarsi, non sono più vittima di nulla e di nessuno, per quale motivo arrabbiarsi? Per quale motivo esssere tristi?

In ogni caso sono molto più sereno. Quando mi perdo nelle paure, nelle incertezz
e, nell'angoscia, nella rabbia, mi ricordo di questo, e mi passa. Mi rendo conto
che fino a che continuerò a mentirmi ci sarà da soffrire, e tutto passa. E mi ricordo di quel detto secondo cui raccogli quello che hai seminato, mi metto l'anima in pace rendendomi conto che lo schifo che raccolgo l'ho seminato io. E non
è roba da poco, perchè non sono più vittima, e non mi arrabbio per quello che raccolgo. La prossima volta cercherò di seminare qualcosa di migliore. Nessun altro semina nel mio giardino, è inutile che me la prendo con altri.

A presto proff


...................

Considerazioni. Visto il momento.

Certe volte nella vita non tutte le pagine che scriviamo son belle.
Ci svegliamo volendo fare un capolavoro e creando qualcosa di molto bello.
E poi ci accorgiamo che quello che stiamo creando prende una piega indesiderata.
Un po’ come il dipinto che ce lo immaginavamo così bello e poi non esce come vogliamo.
Quindi cosa facciamo?
Strappiamo questo libro?
Distruggiamo la tela su cui dipingiamo?
Diamo un saluto a quella pagina o a quella tela mal riuscita senza troppo rancore e giriamo pagina.
Una nuova pagina bianca o una nuova candida tela.
Riprendiamo a scrivere e dipingere la prossima puntata di questa storia.
Una storia che viviamo insieme.
Non importa se siamo ai capi opposti del pianeta ma è una storia che viviamo insieme perché siamo tutti in questo eterno momento che è il presente. In una certa forma siamo tutti in comunicazione ed entrambi contribuiamo a creare questo presente.
Desiderato voluto o rifiutato ma in qualche modo contribuiamo a creare questo momento presente. Non siamo una nullità persa nell’infinito ma siamo gli attori che recitano su questo palcoscenico.
Ciò che pensi ha valore, ciò che decidi oggi contribuisce a creare il tuo domani, e ciò che fai crea sempre un effetto, bello o brutto che sia.
Non sottovalutarti mai.
Franco Farina

sabato 8 ottobre 2011

Omeopatia poco conosciuta e bistrattata dalla medicina ufficiale – Una lettera di Antonella Pedicelli




Ciao Paolo caro, felice pomeriggio!

Forse stavolta è il caso di dire che anche "il silenzio rompe gli argini".. Perdonami per questi mesi di assenza dai nostri scambi epistolari...tu sai quanto amo scrivere, in quella felice prospettiva di condivisione che è alla base della mia stessa "filosofia" di vita. Ci sono però momenti in cui si sente forte la necessità di stare "lontano" dalla con-fusione, dal gruppo, dalla stessa scrittura e da ogni forma di comunicazione "esterna"..poi però, accadono "eventi" che risvegliano forze ancestrali, ancora non ben conosciute e sperimentate..in primis la rabbia.. sentimento amato e odiato da molti, ignorato da altri... oggi ho fatto spazio alla rabbia, in seguito ad un episodio riportatomi da mia madre in mattinata.

Premetto: mia madre ha 70 anni e, saltuariamente, si reca a quelle famose "visite mediche di controllo", presso la Asl della mia cittadina. Oggi aveva in programma una visita oculistica. Sempre come premessa, ti dico che, lo scorso anno è stata sottoposta ad un piccolo intervento chirurgico all'occhio destro, presso l'oftalmico di Roma. L'intervento è stato possibile (perché mia madre è diabetica), grazie ad una valida (e sono ben convinta di questo) cura omeopatica studiata appositamente per lei da una dottoressa di Roma che approfondisce la conoscenza dei pazienti con grande professionalità e sicuramente dopo valutazioni cliniche ben ponderate.

Siccome l'andare a Roma è, al momento, impresa piuttosto ardua, per una serie di motivi... ecco che la scelta è caduta sul medico oculista che opera presso la struttura pubblica suddetta. Dopo una veloce visita, il medico ha valutato che le cure omeopatiche, prescritte a mia madre, erano una vera e propria buffonata, soprattutto perché, fondamentalmente "ogni" cura omeopatica non "serve a niente"!!

Era piuttosto irritato per questa scelta che, difficile a crederci, dopo anni di tentativi falliti, ha permesso a mia madre di sottoporsi all'intervento in questione (magari fossero così tutte le "buffonate"). Come è intuibile le ha prescritto una nuova terapia, per aiutarla a stare meglio....(nella premessa forse avrei dovuto anche dire che la scelta del medico è stata anche dettata dal fatto che la visita alla Asl è costata molto di meno rispetto alla consulenza specialistica.....).

Il vecchio istinto mi avrebbe fatta precipitare alla Asl, per chiedere quali conoscenze "divine" fossero in possesso di questo guru della medicina, ma, ahimè, forse l'età o forse l'inspiegabile allergia a certi contesti, mi ha trattenuta dal farlo e così gli ho inviato mentalmente una carezza (gesto in uso presso l'essere umano....in un'altra dimensione) con l'augurio di recuperare una condotta di vita che professionista DEVE sempre avere nei confronti del proprio e dell'altrui lavoro. Spero che sia "l'universo" stesso a fornirci le risposte adeguate e a calmare questo stato di grande agitazione egoica nel quale ci troviamo. Con l'affetto di sempre

Ti abbraccio forte, Antonella Pedicelli

…............

Mia rispostina:

Carissima Antonella... Son contento di sentirti... anche se l'argomento non è allegro. Certo sei stata toccata nel vivo... e capisco. Così tua madre ha 70 anni? all'incirca la mia età.. di che anno è esattamente?
La mia esperienza con la medicina, di ogni genere, è pressoché nulla, ho sempre sentito che il corpo si aggiusta da solo basta non esasperarlo, così non conosco medici.. non li frequento proprio.

Quindi non so quale possa essere il calvario di una persona che sente il bisogno, od ha necessità, di frequentarli.... Negli ultimi anni ho avuto una sola esperienza con la medicina ufficiale..

Allorché mi presi un'otite perniciosa e dolorosissima.. ad un certo punto acconsentii a farmi accompagnare da un amico all'ospedale per una visita specialistica, mi ordinarono certe cure che non sortirono effetto, gli anni passavano, poi un altro amico mi portò da un altro specialista, che cambiò cure ma senza risultato, poi un ultimo tentativo in un altro ospedale .. ogni specialista mi diceva cose diverse.. alla fine ricorsi ai sistemi antichi usando olio caldo ed affini.

Dopo tre o quattro anni potei dirmi "guarito", o per lo meno non permanentemente sofferente... Che dire la mia fiducia nella medicina è scomparsa totalmente ora confido solo nella natura .. e nel sistema immunitario, nell'alimentazione ed in quello che si può fare senza badare troppo ai risultati... Finché c'è vita c'è speranza!

Paolo D'Arpini

domenica 7 agosto 2011

Esperanto, la lingua della speranza... nelle note di Antonella Pedicelli e Massimo Acciai


"La dama della luna" - Dipinto di Franco Farina

Ciao Paolo, alla fine ho deciso di scriverti con il mio indirizzo personale di posta elettronica, visto che i vari altri indirizzi..non sempre soddisfano i miei desideri! Scusami per queste lunghe pause di silenzio... mi farebbe felice averti qui e parlarti tenendoti le mani, forse capiresti meglio tanti miei stati d'animo, legati agli avvenimenti degli ultimi mesi..in ogni caso: show must go on, questo perchè, la vita stessa chiama e rispondere diventa un vero e proprio piacere!

Ti scrivo oggi, con la voglia di condividere con te e con altri lettori la "passione" del mio caro amico Massimo Acciai, il Direttore delle rivista on line "Segreti di Pulcinella", verso l'ESPERANTO (la lingua internazionale sviluppata per facilitare la comunicazione tra popoli di culture differenti. Il suo iniziatore, Ludwig Lejzer Zamenhof (1859-1917), pubblicò la sua 'lingvo internacia' nel 1887 sotto lo pseudonimo di 'Doktoro Esperanto' ("il Dottore che Spera"). Oggi è parlata da due milioni di persone in oltre 100 paesi. Esistono migliaia di libri e oltre 100 periodici pubblicati regolarmente.), lascerò poi a lui la gioia di parlare meglio di questo argomento.. nel frattempo ti allego un breve scambio di "opinioni" sul valore di questa lingua, in attesa appunto di maggiori dettagli "tecnici" e non solo! alcuni giorni or sono ho raccontato ad un amico che attualmente lavora a Milano, alcuni particolari legati alla mia "vita" (interessi, passioni...), ovviamente ho parlato della mia collaborazione con Il Cicolo vegetariano e con la rivista "Segreti di Pulcinella", citando Massimo e il suo vivo interesse per l'Esperanto, trovo alcuni giorni dopo questa risposta: "Ancora c'è qualcuno che crede nell'esperanto? É un esperimento fallito, ha vinto l'inglese 1000 a zero.

Lo sto vedendo in questi giorni in giro per il nord europa. Qui tutti parlano inglese, anche signore decisamente sopra i 50. " Volendo comunque avere, io stessa, maggiori informazioni..ho girato la risposta a Massimo, il quale cortesemente così si è espresso: "Ciao Antonella, quanto mi scrivi sull'esperanto mi addolora: lo so che ognuno ha la sua opinione e va rispettata, ma quando sento questi discorsi provo
amarezza, perché l'esperanto è molto più di una lingua, è un messaggio di pace e
fratellanza tra i popoli (cosa che non è affatto l'inglese) e non è un esperimento fallito, anzi è dimostrato da almeno un milione di persone nel mondo che è uno strumento facile e funzionale per la comunicazione.

L'inglese non ha vinto nulla, finché ci saranno persone che rifiutano di farsi imporre una lingua e una cultura da un'altro paese, dai "vincitori", anziché usare uno strumento neutrale come l'esperanto. Sarebbe come se in questo mondo pieno di guerre qualcuno dicesse "ancora c'è qualcuno che crede nella pace"? Sì, io ci credo e ne vado fiero!". Mi è sembrato un valido "scambio", nell'ottica di una "crescita" culturale e umana.... entrambe le posizioni rispecchiano delle "vedute" specifiche, legate a contesti differenti che non si escludono, ma privilegiando "l'incontro" sono disposte a creare amicizia e quindi "valore"!

Ti abbraccio forte
Antonella Pedicelli

domenica 30 gennaio 2011

Proposta per l'educazione bioregionale nelle scuole



Caro Paolo, ti scrivo quest'oggi per sottoporre alla tua saggia
attenzione un progetto su cui sto "lavorando" da tempo qui a scuola!
Ti spiego nel dettaglio, anche perché desidero fortemente che
l'iniziativa veda la luce nella sua forma migliore. Devi sapere che a
marzo, nel Liceo dove insegno, si tiene la settimana della "scienza",
una settimana appunto, in cui i ragazzi e gli insegnanti incontrano il
territorio per "divulgare" tutte quelle iniziative realizzate
fruttuosamente da tutto il personale della scuola (alunni, docenti,
ATA, genitori..), con lo scopo di avvicinare il "mondo esterno" ad un
contesto di cui si sente parlare spesso solo da giornali e televisioni
(con tutti i nessi e gli annessi ben risaputi!) Bene, essendo io,
grazie al tuo sostegno, referente per le scuola nel gruppo del
Bioregionalismo, ho pensato di contribuire in modo "concreto" alla
suddetta settimana della scienza, nel modo seguente: mi piacerebbe che
piccole aziende biologiche, del nostro territorio, ci inviassero
alcuni loro prodotti a scuola, per permettere ai ragazzi in primis e
poi a tanti altri di conoscere, attraverso "l'assaggio diretto" in
cosa consiste il "valore" dell'agricoltura biologica. Mi spiego
meglio...i miei alunni, grazie ai prodotti ricevuti dalle aziende "di
buona volontà", potrebbero allestire dei piccoli stand e promuovere
l'ascolto delle sensazioni che derivano dall'assaggio, che so, ad
esempio, di pane e miele biologico..non solo, sempre i ragazzi,
avrebbero la possibilità di comunicare al pubblico che visterà la
scuola, informazioni sull'azienda stessa da cui quel prodotto
proviene, con le caratteristiche specifiche e regionali proprie di
quel dato "alimento". Cosa chiedo a questo punto...che attraverso la
Rete "qualcuno" possa accogliere la mia richiesta e tramite te, Paolo,
ricevere i miei recapiti per le modalità di invio dei prodotti. La
scuola, in questo modo, si farebbe portavoce di "sana pubblicità" e i
ragazzi in primis avrebbero la bella possibilità di "risvegliare" i
loro sensi "addormentati" attraverso la riscoperta di odori, sapori e
sensazioni sicuramente più autentici, rispetto a ciò cui sono
normalmente abituati.
Attendo una tua conferma ed eventulamente qualche valida indicazione
per la parte attuativa del Progetto! Che ne pensi?
Ti abbraccio con gioia
Antonella Pedicelli

………..

Risposta:

Cara Antonella. Credo che l'idea sia buona ma non so bene come
consigliarti l'attuazione.... Non so se questa operazione nella scuola
possa passare come pubblicità indiretta, il che sarebbe disdicevole.
Però Stefano Panzarasa mi aveva raccontato di iniziative di
divulgazione in tal senso da lui fatte nelle scuole del Parco Monti
Lucretili. Magari si potrebbe chiedere a Stefano se è disposto a
venire alla scuola a parlare di questi temi, eventualmente
coinvolgendo il Parco e eventuali agricoltori. Comunque pubblico la
tua proposta sul blog della Rete in modo che l'iniziativa che tu
vorresti intraprendere venga a conoscenza di chi potrebbe essere
interessato.

Ti abbraccio, Paolo D’Arpini

giovedì 30 dicembre 2010

Antologia per un nuovo anno: “Pensieri condivisi con Antonella Pedicelli, dal Giornaletto di Saul 2008/2009


"Finestra aperta spazio-temporale.."

Caro Paolo, per "chiudere" il 2010 in bellezza, ho pensato di
raccogliere alcune tue "citazioni" da me conservate nel corso di
questi anni in cui abbiamo mantenuto un solido e vivace scambio
epistolare! La ricchezza di ogni giorno si manifesta anche in tutti
quei pensieri e parole che siamo in grado di offrire a tutti coloro
con i quali condividiamo il momento presente, quell'attimo tangibile
sussurrato dalla dimensione umana, tra Cielo e Terra!
Auguri a te e a tutti i lettori del Giornaletto di Saul.

Antonella Pedicelli

………

L'importanza del nome

"Mia cara, hai perfettamente ragione sul nome ma anche quello fa parte
del destino che ci portiamo appresso. Pensa che da ragazzo rifiutavo
il mio nome Paolo perché pensavo che significasse "piccolo" ci ho
messo 30 anni a capire il vero!
Tutto passa attraverso il nome è per questo che il mantra ha una così
grande forza, quando si ripete OM NAMAH SHIVAYA si evoca il nome più
intimo, il nome del Sé."
(13/09/2008)


Raccolta di cicche a Calcata

"Carissima Antonella, ti ricordi un altro giro di giostra di Terzani?
Sembra di andare avanti così giorno per giorno con le cose che
succedono senza sapere né perché né come... Un passo dopo l'altro,
giornate che finiscono appena cominciate, pensieri arruffati ed allo
stesso tempo indifferenza, distacco. Stasera mi sono fermato in piazza
con il nipotino Sava ci siamo messi a giocare alla raccolta delle
cicche per terra, con le scope e la paletta, lui spingeva ed io
impalettavo.così abbiamo recuperato un centinaio di cicche forse più.
Mi sembrava di recuperare pezzi di coscienza "artefatta", cicche
incastrate nei buchi delle scale della chiesa per non farle vedere
all'occhio, eppure malgrado la vergogna del mostrare le cicche erano
lì belle stipate, quindi il senso di colpa non aveva impedito
l'occultamento del senso di colpa. Insomma abbiamo fatto un'opera di
recupero della coscienza e la cosa più bella è stata il non aver
intenzioni, non pensare che stavamo pulendo dove altri avevano
sporcato, anzi la caccia alla cicca ci ha allertati i sensi e resi
vigili e desiderosi di trovare tutte le cicche nascoste."
(23/09/2008)

Un giorno come un altro

"Ecco, di ritorno al paese vecchio di Calcata, vado a governare la maiala
(che noto un po' dimagrita), recupero un vecchio tronchetto che stava
marcendo, è di un nocciolo secco che era legato ad un cancelletto nel
recinto dove c'era la somara Fantina (anche Fantina è morta… da tanto
tempo), con il legno sotto al braccio passo nella piazza, oggi è
sabato ma l'afflusso turistico è quasi assente, un piccolo capannello
all'angolo, la macchina di servizio dei carabinieri, i soliti cani
randagi che stazionano sull'asfalto, gli eterni lavori di restauro e
rifacimento dell'impiantito che mai finiscono….
Per fortuna i miei due gatti sembrano ignorare tutto questo turbinio
di pensieri, per loro è un giorno come un altro, quando arrivo mi
accolgono stiracchiandosi al sole… è arrivato il momento della
colazione… finalmente!"
(25/02/2009)

Autoconoscenza...

"Lo scopo dello scritto era quello di mettere in chiaro alcuni
concetti base su ciò che io chiamo "Spiritualità Laica" che non è
certo una nuova filosofia, assolutamente no! Semplicemente è un modo
di esprimere qualcosa che c'era già, nella mia via personalizzata del
ritorno a casa. Per una sorta di simpatia che percepisco verso tutte le persone con
le quali riesco a condividere emozioni e sentimenti ho pensato che
potesse essere utile (per me e per loro) chiarire alcuni aspetti
dell'auto conoscenza che ancora si rivolgono alla persona. Poiché
(comunque) dalla persona dobbiamo partire in quanto depositaria della
prima scintilla di Coscienza dalla quale tutto deriva. Non voglio
perciò sminuire il valore di questa persona, e come "questa" anche
tutte le altre che pazientemente seguono e precedono."
26/04/2009

(Citazioni di Paolo D’Arpini, da varia corrispondenza intercorsa con Antonella Pedicelli negli anni 2008 e 2009)

mercoledì 24 novembre 2010

Bioregionalismo e scuola - Intenti programmatici per la diffusione del bioregionalismo in ambito scolastico


Un argomento su cui mi piace spesso riflettere è legato al rapporto
del bambino e dell'adolescente con il proprio "territorio".

Un approccio importante e formativo per la costruzione di una valida
immagine di se e degli altri passa anche attraverso la scoperta del
contesto ambientale in cui si vive e in cui si sperimentano forme di
"contatto" con la "materia" stessa. Un territorio è un "luogo"
caratterizzato da una sua vita autonoma, è un "momento" storico, è
teatro di evoluzioni e cambiamenti facilmente osservabili attraverso
forme di coinvolgimento su cui si può discutere a lungo. La scuola può
sicuramente favorire l'incontro del bambino e del ragazzo con il
territorio, nei modi e nei tempi che meglio si prestano a questo tipo
di approccio.

Concretamente si possono strutturare una infinità di lavori su cui
manifestare attenzione didattica. Innanzitutto punterei
l'accento sul recupero del termine "sensibilizzazione", ovvero sulla
valorizzazione di quella naturale tendenza dell'essere umano a porsi
in "ascolto" nei confronti di ciò che accade intorno a lui attraverso
i "sensi". Su questo "agire" didattico mi piacerebbe ricevere
testimonianze e proposte da parte degli insegnanti che hanno modo di
leggere il Giornaletto di Saul, ma anche da parte di tutte quelle
persone che hanno voglia di confrontarsi sulla tematica evidenziata
dal titolo "bioregionalismo e scuola", in cui il termine scuola può
sicuramente offrire, nella sua veste più "creativa", spunti di
riflessione che meritano di essere approfonditi, ma soprattutto
recuperati e vissuti, attraverso una pratica concreta di "azione" in
sintonia con gli eventi naturali di cui noi stessi siamo parte!.

A tal fine si possono anche creare situazioni di incontro e di
condivisione!.. Attendo proposte e testimonianze per cominciare il
lavoro con gli altri membri della Rete Bioregionale Italiana.
Grazie

Antonella Pedicelli

P.S. ...mi sto documentando sulle varie iniziative "bioregionali" promosse dai Comuni italiani più sensibili a questo argomento e ovviamente sto valutando la possibilità di contattare anche le scuole di questi comuni per rilevare le loro esperienze.. vi tengo
aggiornati!

..............

Altri articoli su Bioregionalismo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bioregionalismo

sabato 17 luglio 2010

Il vero Teodoro Margarita… esiste.. ed è vivo e vegeto… e sta pure su Google!

Il sogno di Antonella Pedicelli. (http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/07/14/rete-bioregionale-italiana-%e2%80%9ccome-uscire-dall%e2%80%99empasse-con-la-buona-volonta%e2%80%a6-e-con-l%e2%80%99amore%e2%80%9d-di-teodoro-margarita-e-antonella-pedicelli/ )


Non è un incubo.
I miei incubi mi stan davanti tutti i giorni: alla curva di Cranno
potrebbero investirmi, non ci sono strisce pedonali e dovrei ogni volta arrivare fino in paese per "voltare verso sud".
I miei incubi sono quelli dei cittadini indiani ed africani: e se un giorno aprissi un rubinetto e non ne uscisse più acqua?
Se non piovesse più, mi più?
Questi sono i miei incubi ad occhi aperti.
Non conosco personalmente i membri di questo sodalizio umano chiamato la rete bioregionalista, ne leggo i pensieri ed ho ragione di credere che non siano frutto del "bipensiero" stile 1984 ma l'anima vera di queste persone.

Antonella, fattene una ragione, gli esseri umani, finanche i più buoni ed i più puri, i più belli tra di loro, covano dentro un cupio dissolvi oppure traccia di hybris: a volte l'una e l'altra delle brutte due.

Io stesso non ne sono indenne e come mi sento, a volte, capace di fermare solo con il mio volerlo, immenso e disperato, la partenza di missili intercontinentali balistici a testata nucleare, questa Terra non può morire!!!, così mi vedo fragile più di una chiocciola, appunto, fracassabile dal primo pirla di un automobilista alla curva di Cranno.

Ecco, spero di averti convinto, questo non è ancora un incubo, siamo ancora al sogno ed è un sogno che tra mille litigate ed abbaiate anche forti, latrati e guaiti, gemiti e morsicate, possiamo ancora realizzare, finché c'è Terra sotto le unghie, nera.
T'abbraccio. Teodoro Margarita

.........
Mio commento: “Grazie Teodoro, per la tua bella lettera con significati che non erano stati sin'ora considerati ... Qualche lettore del Giornaletto di Saul mi ha chiesto di te, alcuni dicono che stai usando uno pseudonimo e che non ti chiami realmente "Teodoro Margarita" ... é vero?” (P.D’.A.)
...........
Risposta finale di Teodoro: “Che cavolata, in tempi di Web, basta digitare su Google "Teodoro Margarita" ed appariranno ogni sorta di azioni e mal'azioni promosse dal sottoscritto- biodiversità e salvataggio di semi antichi in primis- incredibile, ma che razza di popolo incredulo c'è in giro. Perchè, Teodoro Margarita sa tanto di nome d'arte, nom de plume? Se si, complimenti a mia madre per l'accoppiamento, mio figlio l'ho chiamato Janus, anche di lui diranno che è un nom de plume.
Bah... spero tanto nella pioggia, stasera, oggi 17 luglio è il primo anniversario di un nubifragio che devastò Asso l'anno scorso, 40 minuti d'acqua e grandine che fecero danni pazzeschi, che gli scongiuri appresi su antichi manuali di magia popolare funzionino! Ah, rivelo: occorre bruciare dell'alloro appena inizia a piovere e, dovrebbe, così scongiurarsi la grandine.
Teod'orto, questo si, nom de plume.
Un caro saluto a te ed agli increduli.”

sabato 26 giugno 2010

Un pensiero in memoria di Edda Ducci: "... possa arrivarle con infinita dolcezza.."

Caro Paolo D'Arpini.
...Stasera ti scrivo con gli occhi ancora un po' umidi di lacrime. Sai,
sono settimane che mi ripromettevo di far visita ad una mia insegnante
dell'Università... un periodo bello e importante della mia vita, un
momento di grande partecipazione al "movimento" interno ed esterno
della Conoscenza! Lei mi ha permesso di dare valore pieno alla
"Parola", mi ha permesso di scegliere l'incontro autentico con il
"Verbo" e soprattutto ha dato valore all'insegnamento, in un contesto
dove si respira ancora tanta "polvere" di mediocrità e "disillusione".
Bene, ti dicevo che sono giorni che mi riprometto di farle visita,
dopo anni di silenzio. Leggo stamane sul sito dell'Università presso
cui insegnava... una cerimonia di commemorazione in suo onore.. non c'è
più Paolo.. e le mie parole sono qui ora che attendono quel confronto
con Lei che è possibile solo come "corrispondenza d'amorosi sensi".
Istintivamente ne è nato un "pensiero" che spero possa arrivarle con
infinita dolcezza: si chiamava EDDA DUCCI.

...Se mi fermo a pensare, in un attimo ritrovo tutti i miei pensieri
festosamente danzanti in un ballo pieno di magia e sogno.....Gli anni
dell'Università, gli anni "bruciati" dal sole dell'estate, dalla
pioggia di dicembre, dal vento di ogni giorno attraverso il viaggio in
metro...e poi..il Coraggio di "avere la parola" come dono creativo; il
senso di infinito in uno sguardo, in una carezza, nella ferma volontà
di esistere come "essere umano". A chi potrò ora dire "grazie", a chi
potrò scrivere quelle "Parole" che mi hanno aperto la "via", il
"sentiero", l'illusione e la giovane promessa di "felicità".. perché
Lei ci credeva nella Felicità: in ogni respiro, in ogni pausa di
silenzio, in ogni debole battito di ciglia.. Sapeva che l'Infinito è
nella parola che crea la Vita..e questo mi ha insegnato! Non conosco
l'uomo, ignoro i suoi profondi e a volte"malati" sentimenti, ma lo
amo, lo amo, perchè figlio della Parola in atto d'amore che rese il
Mondo giglio di bellezza. E io amo Lei, in un tutt'uno di emozioni che
la mano non sa trattenere e nessuno me ne voglia se grido questo canto
sul libro aperto di un bianco computer. Mi permetta di credere ancora
nella promessa di infinito che Dio regalò agli uomini, quel Dio che
anche Lei amava senza posa, come una stella del Cielo, che conosce la
sua Luce e in essa è sempre sempre Beata!

Antonella Pedicelli
............

Altri articoli di Antonella Pedicelli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=antonella+pedicelli

lunedì 31 maggio 2010

Rubrica d'ascolto scolastico: "Anoressia e depressione nei giovani..."

Ciao Paolo,
sono Denise, l'ex allieva di Antonella Pedicelli a cui hai dato la splendida opportunità di curare una rubrica d'ascolto nel tuo blog. Ho scritto un articolo sull'anoressia e vorrei porlo alla tua attenzione cosi che tu possa dirmi cosa ne pensi e se è adatto alla pubblicazione nella rubrica.. Eccolo qui :

Oggi voglio porlare di un argomento che mi sta molto a cuore, il problema dell'anoressia.
Sfogliando una nota rivista di moda di cui non faccio il nome, sono rimasta sopresa dal numero di annunci pubblicitari che incitano al dimagrimento. Pillole, creme, elisir, promettono di ridurre peso e girovita per poter assomigliare alla bella modella che sponsorizza i prodotti. "magari fossi come lei...starei anche io su una rivista se avessi quel corpo tonico e snello" questo è uno dei tanti pensieri che si insinuano nella mente di molte donne,quelle che hanno accumulato qualche chiletto dopo la gravidanza, altre che sono semplicemente più formose alre ancora sono adolescenti. Queste ultime, alle prese con i loro corpi acerbi, in via di sviluppo, sono genericamente più insicure delle altre, poichè iniziano a conoscere il loro corpo il quale comincia a cambiare.
E cosi si compra un reggiseno più grande e capiente, oppure si opta per uno imbottito per inibire l'assenza di materia prima, si comprano jeans di una taglia in più poichè i fianchi hanno inziato a modellarsi laddove prima non c'erano e cosi via.

Per molte ciò viene interpretato come un rito di passaggio all'età adulta, l'inzio della vita da donna, per altre il principio delle proprie insicurezze. La moda, la televisone, il cinema e la pubblicità, propongono donne le quali,seppur abbiano passato l'adolescenza da un bel pezzo, conservano un corpo che per fattezze ricorda quello di una ragazzina: longilineo e snello.. il modello Barbie insomma. Ma come fanno? Il 90 % delle ragazze risponde che mangiano poco.

Spesso nelle riviste o in alcuni programmi televisivi, vengono proposte interviste a modelle o attrici di Hollywood che propinano consigli sulle diete da seguire per ottenere una forma fisica come la loro. Ho letto di diete basate esclusivamente sul consumo di bibitoni composti da limone,aceto e pepe, altre che invitano a consumare solo una brodaglia insipida di Crescione, altre ancora a base di biscotti e potrei elencarne molte altre sempre più assurde.
Il messaggio che viene recipito è inevitabilmente che meno si mangia e meglio è.
Cosi mentre alcune donne spengono la tv o chiudono il giornale di fronte a tali insinuazioni, altre prendono appunti.

Questo è uno dei tanti fattori che portano milioni di ragazze nel tunnel dell'anoressia, ovvero il non mangiare per non ingrassare. Non introducendo nutrimento nel corpo, questo inizia a perdere di peso è vero, ma inizia anche a mangiare sè stesso per permettere le normali funzioni vitali. Si appesantisce il lavoro che il cuore deve compiere per permettere la circolazione e quello degli altri organi, i capelli si inaridiscono e si perdono energia e buon umore.

Ho conosciuto personalmente una ragazza anoressica alcuni anni fa durante il mio periodo di volontariato in ospedale. Non so bene quale fosse stata la causa dell'insorgere della patologia nel suo caso, ma ricordo molto bene il suo corpo ridotto ormai pelle e ossa. Ricordo le ossa del bacino e i femori che potevano essere osservati distintamente come in un libro di anatomia o in quei modelli del corpo umano,presenti nei laboratori di scienze.
Aveva un filo di voce, sussurrava, come chi è in procinto di esalare l'ultimo respiro. Non riusciva a sorreggersi in piedi da sola per quanto era debilitata, nemmeno per andare in bagno. Una flebo al braccio applicata per fornire nutrimento e che puntualmente quando nessuno guardava, tentava di togliersi.

Il cuore mi si stringe ancora adesso nel ricordare tali particolari, rimasti indelebili nella mia mente.
Ogni volta che penso all'anoressia, vedo l'immagine del suo corpo martoriato e mi chiedo come sia possibile arrivare a quel punto senza riuscire a fermarsi, senza capire quello che sta accadendo.
Lei stessa continuava ad affermare che stava bene,che era in ottima forma, ma non riusciva nemmeno a parlare ad alta voce, tanto era priva di forze. In quel momento ho capito che chi si trova nel bel mezzo dell'anoressia, non vede la sua immagine riflessa allo specchio con gli occhi di chi guarda, ma con gli occhi della mente, notoriamente ingannevole.

L'anoressia infatti è un disperato grido d'aiuto che il nostro Io esprime perchè ha fame di amore, di affetto, di attenzione. Per uscire da questo tunnel, la prima cosa da fare è riconoscere di avere un problema e per farlo, occorre parlare con la propria famiglia, con gli amici, con le persone a noi più care perchè solo loro possono dare l'aiuto di cui si ha bisogno, unito a quello di medici e psicologi specializzati in materia.

A tutte le donne che lottano quotidianamente contro questa chimera dico, tenete duro perchè se ne può uscire con forza di volontà. Basta pensare a quanto è bella la vita, alle cose che vi rendono felici, alle vostre passione per riuscire a trovare il coraggio di reagire. La ragazza che ho conosciuto ce l'ha fatta e vive ogni giorno assaporando ogni istante per recuperare il tempo che perduto.

Denise Severa

domenica 23 maggio 2010

Rubrica d'ascolto scolastico: "Il sogno di Denise..."

Continua l'esperimento di corrispondenza fra allievi e maestra (Antonella Pedicelli), nell'intento di comprendersi gli uni con l'altra, in quella che sta diventando una rubrica di ascolto per i giovani ragazzi alle prese con problemi di cuore, scuola e famiglia. (Paolo D'Arpini)
..........
Caro Paolo, leggi cosa ha scritto Denise! Merita attenzione......Sono
felice di averle dato la possibilità di scrivere e ringrazio ancora te
per la coraggiosa decisione di essere un "comunicatore" a 360 gradi!
Sono sicura che anche tu rimarrai "colpito"! Ti abbraccio con gioia,
Antonella
......
Svegliandomi questa mattina, ho ricordato di aver sognato durante la notte.
Stavo correndo velocemente per un bel prato verde. Intorno a me
nessuno tranne la natura; sopra di me solo il cielo azzurro e limpido.
Correvo forte sempre più forte , quando di fronte a me si è parato un
precipizio. Nonostante ci fosse un pericolo di fronte a me, continuavo
a correre, il precipizio si avvicinava minaccioso, avevo paura, ma
allo stesso tempo non riuscivo a fermarmi, non volevo fermarmi. Il
battito del mio cuore aumenta così come la paura di cadere nel vuoto
quando ad un tratto mi ritrovo ferma sull'orlo del precipizio e qui mi
sveglio.
Sono sempre stata affascinata dalla dimensione del sogno. Nasce dai
noi stessi, dal nostro Io più profondo, ma anche se è farina del
nostro sacco, il più delle volte nemmeno noi sappiamo spiegarci perchè
abbiamo sognato una determinata situazione o un luogo in particolare.
Freud ha tentato con la sua Interpretazione dei sogni di rispondere a
questo interrogativo, che sin dai tempi più remoti ha ossessionato
l'uomo. Egli grazie alla sua ricerca e analisi di diversi casi
classificati, ha compreso come il sogno possa avere diversa origine :
un ricordo d'infanzia, un ricordo della giornata appena trascorsa, la
repressione di un istinto sessuale, le emozioni provate durante il
giorno, stimoli esterni, stimoli interni e cosi via.
Senza togliere nulla al buon Freud, ma a me piace pensare che la
nostra mente durante il sogno, continui a portare alla luce quello che
noi non abbiamo osato o voluto portare a compimento durante la nostra
vita vigile, che sia la repressione di un sentimento, delle parole che
non abbiamo avuto il coraggio di proferire, le azioni che non siamo
stati in grado di compiere.
Spesso questa nostra vita interiore, questo mondo costruito solo nella
nostra mente nel nostro mondo del " se solo " come mi piace definirlo,
emerge sottoforma di allegoria come nel caso da me citato in
principio. Assumono quasi i tratti di una poesia o di un dipinto surreale che va interpretato, ma come tale può avere molteplici significati.
Nel mio caso, il correre verso un pericolo, sapendo del rischio a cui
si andrà in contro potrebbe essere la voglia di correre un rischio, ma
il fatto di fermarsii poco prima di cadere nel buio strapiombo
potrebbe voler rappresentare o la mancanza di coraggio nel farlo,
oppure la presa di coscienza di quanto stava per accadere e la voglia
di fermarsi.
Al di là dell'interpretazione che se ne possa dare,anche se a volte
non sembra avere molto senso, consiglio a tutti di non smettere mai di
sognare. Solo nei sogni si è veramente liberi e si può esprimere se
stessi fino in fondo quasi come su un palcoscenico dove tutti noi
siamo registi, scenografi e attori.
Ed a quei giovani ragazzi annoiati mi sento di dire di non cercare un'evasione nelle droghe, nell'alcool poichè lo sballo che cercate ,invece di farvi viaggiare con la mente, non fa altro che uccidere la vostra fantasia. Ubriacatevi di sogni invece...
Denise
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Articoli di Antonella Pedicelli:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=antonella+pedicelli

domenica 9 maggio 2010

"PT, attenti alle decisioni del governo..." - Poter leggere e scrivere alla fine del servizio postale... delle lettere e della civiltà umana..

"Sempre la coscienza si manifesta nei vari modi che ci contraddistinguono" (Saul Arpino)

Ante Scriptum

Ricordo la bozza un romanzo di fantascienza che avrei voluto scrivere anni fa in cui si preconizzava la fine del mondo per mancanza di comunicazione... Ovvero avendo la società riposto ogni comunicazione nel sistema "telematico" o radiofonico/televisivo e simili avevo immaginato che ad un certo punto tutto questo apparatto smettesse di funzionare e siccome la scrittura, la stampa di libri e giornali ed il servizio postale erano stati da tempo annullati, perché considerati obsoleti, nel giro di poco tempo la civiltà umana subiva un tracollo apparentemente irreversibile... per mancanza di capacità di trasmissione della cultura.
Solo con la lenta ripresa della comunicazione scritta manuale, che quasi tutti avevano dimenticato abituati com'erano alla tastiera, e con il ripsristino lento della "corsa" postale poco a poco l'uomo poteva recuperare una parvenza di civiltà....
Tutto questo mi é tornato alla mente leggendo la lettera che segue..

Paolo D'Arpini
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Caro Paolo, sono profondamente delusa e in preda ad una sorta di
rabbia che non so come definire e soprattutto non so "contro chi
sfogare"! Ogni giorno leggo notizie e sperimento situazione a dir poco
"assurde".. assurde perchè, io, libera cittadina, in libero e
democratico stato (?)....non vengo correttamente informata e
soprattutto mi ritrovo a subire queste situazioni, in una specie di
teatrino con commedia tragicomica in programma! Ti spiego
velocemente.... tu sai quanto amo leggere, andando alla ricerca di
testi, anche "fuori catalogo", che stuzzicano la mia curiosità e mi
permettono di conoscere (un modo come tanti..). Sono in contatto con
diversi siti che mi spediscono i libri a casa, in modo tale che posso
pagare in contrassegno (per me una grande comodità!). Bene, stamane mi
sento rispondere da un caro amico di uno di questi siti che dovranno
chiudere "bottega", perché.... leggi cosa è successo!
Ti invio la cortese spiegazione inviatami per posta elettronica...che mi dici? Siamo sempre più alla "mercè" di una situazione che merita di essere conosciuta dal "Mondo" intero!
Certo, la mia parte "istintiva" reagisce in modo immediato Paolo... ovviamente poi le "acque si calmano" a vantaggio dell'intelligenza (si può chiamare così?) e della saggezza che trova sempre la strada migliore attraverso cui agire!

Antonella Pedicelli

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IL GOVERNO, DAL 31/03/2010, SENZA PREAVVISO, SENZA ALCUNA
CONSULTAZIONE, HA ELIMINATO LE TARIFFE AGEVOLATE PER LA SPEDIZIONE DI
LIBRI

Tutto è successo nel silenzio generale: con decreto del 30 marzo 2010,
viene eliminata la tariffa ridotta editoriale e spedire un libro in
pacco contrassegno passa dai circa € 2,84 (0,97 senza contrassegno)
agli attuali € 5,50 fino a 2 chili e € 8,17 dai 2 ai 5 chili. Ora come
faremo? Come faranno i lettori? Questo provvedimento pregiudica il
rapporto diretto con il lettore e quella vendita online che per le
case editrici indipendenti è un’indubbia risorsa, ma in realtà
colpisce duramente tutti coloro che operano nel settore editoriale.
Librerie, grossisti, distributori saranno ancora più ostacolati nel
reperimento e invio dei libri. Il danno per il Paese intero nella sua
dimensione culturale è incalcolabile.

Facciamo nostra la posizione dell’Associazione Italiana Editori,
secondo la quale, con le parole del suo presidente Marco Polillo: "Le
ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita
delle case editrici, ma anche per la cultura e l’informazione del
paese: il canale postale è infatti uno strumento fondamentale di
diffusione dei libri, soprattutto in quelle zone d’Italia non servite
da librerie."

Di fronte a provvedimenti di tal fatta crediamo sia lecito domandarsi
quale sia il significato di tanti proclami sulla cultura e quale sia
la funzione di tanti responsabili che a diversi livelli, compreso
quello governativo, si occupano di cultura. È indispensabile che la
decisione sia dunque rivista e ripristinate le agevolazioni al più
presto.

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Articoli sulla comunicazione virtuale:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=comunicazione+virtuale