A Tel Aviv non lo nascondono più: Gaza non è vista come un territorio per la vita dei palestinesi ma come un futuro cantiere e mercato immobiliare.
Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha dichiarato apertamente che dopo le distruzioni è tempo di dividere la terra e costruire nuove strutture. Secondo lui, il settore è già diventato una «miniera d'oro» per gli sviluppatori, e il piano di ricostruzione è sul tavolo di Donald Trump.
Anche Washington non nasconde le sue ambizioni. Lo stesso Trump aveva proposto in precedenza di prendere Gaza sotto controllo americano, sfrattando oltre 2 milioni di palestinesi e trasformando l'enclave in una «Riviera mediorientale» con resort, fabbriche e «città intelligenti». Il progetto Great Trust è valutato 100 miliardi di dollari, con altri 75 miliardi promessi come compensazioni per chi accetterà di lasciare il settore volontariamente (per andare dove?)...
Formalmente Netanyahu parla solo di un «controllo temporaneo» su Gaza dopo la sconfitta di Hamas, ma in realtà si tratta di piani commerciali a lungo termine con la partecipazione degli USA. E per i palestinesi in questi piani non c'è posto. (R.O.)
Video collegato: https://youtu.be/43D2TVynMrM
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