giovedì 3 marzo 2022

Cronistoria della guerra... in Ucraina

 


I drammatici sviluppi della situazione in Ucraina, con l’inizio dell’offensiva dell’esercito russo, hanno creato in Occidente un’ondata di isteria anti-russa, certamente non disinteressata e preparata da tempo. Si dice che i Russi abbiano riportato per primi la guerra in Europa, dimenticando i bombardamenti della NATO su Belgrado nel 1999, quando gli aerei partivano dall’Italia con il loro carico di morte. Allora il capo del nostro governo era Dalema ed il Ministro della Difesa Mattarella: forse quella contro la Jugoslavia non era guerra?


Le cause di questi tragici avvenimenti sono in realtà profonde e vengono da lontano e non possono attribuirsi a volontà di potenza dei dirigenti russi. La verità è che la Russia è un paese che da 30 anni è sottoposto ad un vero assedio militare da parte degli Stati Uniti e dei suoi vassalli dell’Europa Occidentale tenuti insieme dall’alleanza nord-atlantica a guida USA, la NATO.

Negli anni ’80 del secolo scorso vi furono una serie di incontri tra il presidente sovietico Gorbacev ed il presidente degli USA Reagan (nel 1985 a Ginevra e nel 1986 a Reykjavik).  In questi incontri Gorbacev manifestò la volontà di porre termine alla “Guerra fredda” sciogliendo il Patto di Varsavia (cioè il patto difensivo militare tra l’Unione Sovietica e gli alleati dell’Europa Orientale) e promuovendo l’annessione della Germania Orientale (DDR) alla Germania Occidentale. Colloqui dello stesso tenore furono tenuti nel novembre del 1989, su una nave in crociera nel Mediterraneo, tra Gorbacev ed il neo-eletto presidente USA Bush padre. L’ingenuo Gorbacev (ma era veramente inconsapevole delle conseguenze delle sue decisioni?) pensava che gli USA avrebbero sciolto a loro volta il patto nordatlantico (NATO) e che la Germania unita sarebbe diventato un paese neutrale. Furono sacrificati anche i Tedeschi dell’Est che in un referendum pubblico del 1990 (di cui non si parla mai) si erano espressi al 75% in favore del mantenimento dell’indipendenza. Gorbacev (considerato dalla grande maggioranza dei Russi un cretino o un’opportunista) ebbe una serie di assicurazioni formali da parte dei presidenti Reagan e Bush, e dal segretario di stato statunitense Baker che la NATO, se pur continuando ad esistere, non si sarebbe mai espansa verso Est, verso i confini russi. 

Recentemente il giornale tedesco “Der Spiegel” ha pubblicato una serie di documenti, precedentemente secretati, che confermano pienamente l’esistenza di queste false promesse. Non è un caso che un giornale conservatore e vicino al governo tedesco come “Der Spiegel” abbia fatto queste rivelazioni visto che la Germania (insieme all’Italia) sarebbe il paese più colpito dallo scatenarsi di sanzioni e contro-sanzioni e dalla rottura dei rapporti commerciali con la Russia. Le economie dell’Europa Occidentale (ricca di aziende a tecnologia avanzata) e la Russia (ricchissima di materie prime essenziali come gas e petrolio) sono perfettamente complementari; ma è proprio questa reciproca collaborazione che non piace agli USA, gelosi del loro predominio militare ed economico.

Infatti la NATO è stata espansa ad Est in modo aggressivo, inglobando non solo i paesi dell’ex Patto di Varsavia, come Polonia, Romania, Bulgaria, ecc. , ma anche paesi nati dallo scioglimento dell’Unione Sovietica, come Lettonia, Estonia e Lituania. Già avevamo scritto in un articolo precedente che “la ragione di questa politica aggressiva è che gli USA pretendono di essere il Paese di Dio destinato a dominare il mondo e a fare da poliziotto globale, e non possono sopportare che un paese, pur ridimensionato ed indebolito come la Russia, possegga ancora un potenziale militare di tutto rispetto che contende loro il dominio militare assoluto sul mondo; così come specularmente non possono sopportare che una grande potenza economica in rapida crescita, come la Cina, contenda loro il ruolo di massima potenza economica mondiale.

A queste affermazioni corrispondono dati oggettivi incontestabili. Gli USA sono l’unico paese al mondo ad avere più di 800 basi militari sparse in tutto il mondo in circa 80 paesi (solo l’Italia ne ha una quarantina). Con le basi della NATO e quelle di altre alleanze militari, si arriva a 1200-1300 basi. Infatti gli USA hanno alleanze militari con quasi 140 paesi: l’ultima in ordine ti tempo e quella con l’Australia e altri paesi del Pacifico in funzione anticinese. Hanno più di 300.000 soldati sparsi in paesi esteri e le loro flotte militari percorrono in continuazione tutti i mari del mondo. Tutto il mondo è diviso in 5 comandi militari, che comprendono il Sud-America, l’Africa, il Medio Oriente. L’Europa, e persino la Russia e la Cina (come possibili obiettivi). La Cina ha una sola base di appoggio per le sue navi a Gibuti, nell’ex Somalia Francese. La Russia meno di 10, tra cui la base di Latakia in Siria che è servita a salvare la Siria dall’assalto dei jihadisti armati dall’Occidente”.

Da anni gli USA cercavano di far entrare nella loro sfera d’influenza e nella NATO l’Ucraina, unico grande paese dell’Est Europeo rimasto neutrale. L’Ucraina aspirava ad entrare anche nell’Unione Europea (EU), ma Barbara Spinelli giustamente si chiedeva: “perché entrare nella UE dovrebbe essere considerato sinonimo di entrata nella NATO?  Un primo tentativo di distruggere la neutralità dell’Ucraina vi fu nel 2008 con un primo colpo di stato che portò alla presidenza di Yushenko coadiuvato dalla “pasionaria” anti-russa Julia Timoshenko; ma questo tentativo fallì travolto dagli scandali e dalla corruzione.

Nel 2014 è stato organizzato un secondo colpo di stato promosso dai servizi segreti USA in collaborazione con due partitini nazisti, eredi di quelle bande fasciste che combatterono dalla parte di Hitler contro l’Unione Sovietica. Il governo neutrale di Yanucovich, eletto con elezioni del tutto regolari, è stato abbattuto. Il complotto è provato dalle intercettazioni telefoniche delle conversazioni coinvolgenti il primo ministro estone, l’ambasciatore USA a Kiev, e la vice-segretaria di stato statunitense Victoria Nuland, autrice anche della sprezzante imprecazione contro i vassalli europei che sarebbero stati danneggiati dal “golpe”: “vaffanculo all’Europa!” (“fuck EU!”). Gli abitanti di lingua russa dell’Est del paese, cui si voleva negare anche l’uso della propria lingua, si sono ribellati proclamando l’indipendenza (perché a loro non viene concessa mentre è stata concessa agli abitanti albanesi del Kossovo, con relativa operazione militare?). I nuovi padroni dell’Ucraina hanno subito minacciato di unirsi alla NATO che avrebbe potuto così schierare i suoi missili e le sue basi sotto il naso dei Russi a poca distanza da Mosca e dal cuore della Russia.

La Russia, per la sua stessa sicurezza non poteva accettare una situazione simile. Ripetutamente i Russi hanno chiesto una trattativa internazionale seria sulla reciproca sicurezza per raggiungere un accordo simile al patto di Helsinki negli anni ’70, che assicurò un certo equilibrio pacifico tra i blocchi contrapposti. La risposta degli USA, soprattutto da quando è stato eletto il falco Biden, è stata negativa. Alcuni stati europei, in particolare la Germania e la Francia, hanno cercato di fare da mediatori, ma l’assedio alla Russia è stato stretto sempre più dagli USA, e dai loro fedeli servitori dell’Europa Orientale, senza accettare accordi e compromessi.

I Russi, messi con le spalle al muro e provocati, sono ricorsi ad un gesto estremo, speriamo ben meditato, il cui scopo evidente è quello di giungere ad una vera trattativa, oltre che salvare le repubbliche autoproclamate di lingua russa dell’Est Ucraina, sottoposte da 8 anni a continui assalti e bombardamenti, in spregio ai precedenti accordi di Minsk che avevano formalmente assicurato loro un’ampia autonomia.

Nel momento in cui scrivo si parla di una trattativa tra Russi ed Ucraini. Speriamo che questo sia lo spunto per dare nuovo spazio alla diplomazia internazionale ed ad una trattativa reale che tenga conto delle esigenze di sicurezza russe. Questa è l’unica possibilità di evitare un più grave scontro globale.

Vincenzo Brandi

Prove di dialogo



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