"Le donne sono meno intelligenti?" Ovviamente
alla domanda provocatoria bisogna rispondere di no. Poche donne compaiono negli annali della
Scienza solo a causa delle evidenti discriminazioni subite dal genere
femminile nel corso dei millenni. Gli etnologi ci dicono che sarebbe
esistito un mitico periodo di matriarcato in cui le donne erano più
importanti degli uomini perché assicuravano e certificavano la
discendenza nelle comunità promiscue prive di coppie fisse. Un
residuo di questo periodo sarebbe la grande presenza di dee femminili
anche nei culti posteriori: la Grande Dea Madre, la Madre Terra
(Gea), Cibele, Demetra, Persefone, Era, Afrodite, Artemide, ecc.
La
Grecia classica – nonostante la grande presenza di filosofi
razionalisti – era molto maschilista. Solo la più democratica
scuola epicurea ammetteva le donne, e stranamente anche quella
pitagorica, certamente non molto democratica, ma culturalmente molto
avanzata. Per il resto era meglio che le donne rimanessero a casa,
tranne le Spartane che venivano invitate a praticare esercizi ginnici
in libertà, ma solo perché dovevano generare forti guerrieri.
Questa
situazione non è ignorata dagli intellettuali dell’epoca, specie i
grandi autori di teatro, che la espongono in modo spesso esagerato e
provocatorio. Eschilo
mette in scena “Le Danaidi”, dove le 50 figlie di Danao uccidono
nella prima notte di nozze i mariti che sono stati imposti loro con
la forza (ma finiscono tutte all’Inferno, tranne una traditrice che
ha risparmiato il marito). Nella trilogia dell’Orestea,
Clitemnestra odia il marito Agamennone che ha sacrificato agli Dei la
figlia Ifigenia per assicurare una buona navigazione alla sua flotta
che deve aggredire Troia. Quando Agamennone torna, trascinandosi
dietro la schiava-amante Cassandra, lo uccide con l’aiuto del
cugino-amante Oreste; ma poi è uccisa dal figlio Oreste, sobillato
dalla figlia Elettra che ama il padre. Nell’ultima scena della
trilogia il matricida Oreste, trascinato davanti al Tribunale
dell’Aereopago ad Atene, viene salvato dall’intervento diretto
della dea, traditrice del suo sesso, la vergine guerriera Atena. La
motivazione è che “il vero genitore è il padre. La madre è solo
un contenitore”!
Sofocle
ed Euripide
hanno creato splendide figure femminili come Antigone, Alcesti,
Medea, ecc. ma il più spiritoso ed intrigante è il grande
commediografo Aristofane.
Nelle “Donne a Parlamento” (“Ecclesiazuse”) le donne si
travestono da uomini, prendono il controllo dell’Assemblea
generale, e proclamano una rivoluzione egualitaria. Nella
“Lisistrata” l’omonima regina spartana crea un’alleanza con
le donne ateniesi ed insieme dichiarano lo sciopero del sesso se i
mariti non smetteranno di farsi la guerra. Nella deliziosa e leggera
commedia “Tesmoforiazuse”, Euripide (che Aristofane ama prendere
in giro) convince un suo parente a travestirsi da donna per vedere
cosa combinano le donne durante la festa delle Tesmoforie vietata
agli uomini. Naturalmente lo spione è scoperto e sbeffeggiato senza
pietà insieme al suo mandante.
Nella
realtà le donne colte ed indipendenti non avevano vita facile, come
sottolineato anche dall’amico Piero Di porto in un suo piccolo
saggio(1).
La colta Aspasia,
compagna di Pericle, è ricordata come una specie di prostituta di
lusso. La colta regina Cleopatra,
degna discendente della gloriosa dinastia dei Tolomei, era ricordata
dalla propaganda romana come una sorta di prostituta che aveva osato
“sedurre” gente del calibro di Giulio Cesare e Marc’Antonio. La
matematica Ipazia
fu
barbaramente linciata e fatta a pezzi per le strade di Alessandria
d’Egitto da una folla di Cristiani inferociti, perché era troppo
erudita ed indipendente, ed aveva osato sfidare l’autorità del
vescovo Cirillo, vero padrone della città (N. ). Il film “Agorà”
ha narrato in forma molto edulcorata questa storia.
In
epoca moderna possiamo ricordare la sorella Sophie del grande
astronomo Tycho Brache, che aiutò il fratello a raccogliere col
telescopio un’immensa quantità di dati sperimentali, di cui poi si
servì Keplero. Anche la sorella dell’altro astronomo William
Herschel aiutò il fratello nelle sue osservazioni che lo portarono a
decidere che la Via Lattea era una galassia formata da miliardi di
stelle (N. ). La giovane moglie di Lavoisier, ritratta con il marito
in un celebre dipinto di David, collaborò con il marito a creare le
basi della chimica moderna lavorando indefessamente nel comune
laboratorio di chimica (N. ).
Nell’800
la figlia del grande poeta Byron, lady Ada
Lovelace,
in collaborazione con il matematico Babbage, realizzò la prima
macchina calcolatrice meccanica capace di fare varie operazioni (N.
). Finalmente all’inizio del secolo scorso Marie
Curie,
dopo aver lavorato insieme al marito per anni in una specie di
stamberga, ottenne ben due premi Nobel per le sue ricerche
sperimentali sulla radioattività (N. ). Dopo la morte del marito
dovette però subire i continui attacchi della stampa scandalistica
ed antifemminista per la sua storia d’amore con il fisico Langevin,
che era sposato ed era stato allievo del marito. Anche la figlia
Irene
vinse il premio Nobel per aver scoperto òla radioattività
artificiale.
Più
recentemente ricordiamo la luminosa figura di Lise
Meitner,
già allieva di grandi fisici come Boltzmann e Planck, che era
costretta inizialmente a lavorare in uno scantinato dell’Istituto
di fisica di Berlino, perché non poteva entrare ai piani superiori
insieme agli uomini. Negli anni ’30 fu costretta a fuggire dalla
Germania in Svezia, in quanto ebrea; ma il suo ex.capo Otto Hahn
continuava a mandarle i risultati delle ricerche sul bombardamento
con neutroni “lenti” dell’atomo di Uranio che Hahn , Meitner e
Fermi stavano conducendo in parallelo. Quando la Meitner seppe che si
era manifestata la presenza di atomi di Bario capì per prima che era
avvenuta la “fissione” dell’atomo ed espose tutto con chiarezza
in una memoria del 1939 scritta in collaborazione con il nipote Otto
Fritsch. In seguito Hahn e Fermi hanno ottenuto il premio Nobel, ma
non la Meitner, certamente meritevole del premio.
Ma
già intorno al 1934 un’altra chimica tedesca, Ida
Noddack,
costretta a lavorare gratis nel laboratorio del marito perché
incredibilmente una legge tedesca dell’epoca vietava alle donne
sposate di avere un regolare contratto di lavoro, aveva capito che
gli esperimenti di Fermi avevano portato alla fissione del nucleo di
Uranio. Fermi non la prese sul serio, e la Noddack, che si era anche
distinta per aver scoperto alcuni elementi chimici, non ha avuto mai
alcun riconoscimento.
Nel
1956 Crick, Watson e Wilkins ebbero il premio Nobel per la Medicina
per la scoperta del DNA. Nessuno dei tre volle mai riconoscere
apertamente che il lavoro sperimentale principale era stato fatto
dalla tenace ricercatrice inglese collaboratrice di Wilkins, Rosalind
Franklin,
nel frattempo deceduta, usando la diffrazione a raggi X. La vicenda
fu fonte di molte polemiche.
Infine
anche Rita
Levi Montalcini
ha ottenuto il Nobel per la Medicina per Tuttavia, nonostante le
lotte delle “suffraggette” che riuscirono ad ottenere il voto
alle donne nella prima metà del ‘900 (i primi paesi a concederla
furono la Nuova Zelanda e l’Unione Sovietica appena nata dopo la
Rivoluzione d’Ottobre), e nonostante le lotte femministe di marca
sessantottina, molto resta ancora da fare per raggiungere la vera
parità. Se la situazione è migliorata molto nei paesi occidentali,
in Russia, ed ora anche in Cina, intere popolazioni femminili in
paesi del Medio Oriente, Asia, Africa ed America Latina vivono ancora
in evidente stato di soggezione e discriminazione.
Vincenzo Brandi
1 - P. Di Porto, comunicazione on-line su Donne e Scienza
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