sabato 5 settembre 2020

Donne e Scienza: le donne sono meno intelligenti?



Donne e scienza: mercoledì 7 febbraio incontro all'Antico Caffè San Marco -  Trieste All News

"Le donne sono meno intelligenti?" Ovviamente alla domanda provocatoria bisogna rispondere di no. Poche donne compaiono negli annali della Scienza solo a causa delle evidenti discriminazioni subite dal genere femminile nel corso dei millenni. Gli etnologi ci dicono che sarebbe esistito un mitico periodo di matriarcato in cui le donne erano più importanti degli uomini perché assicuravano e certificavano la discendenza nelle comunità promiscue prive di coppie fisse. Un residuo di questo periodo sarebbe la grande presenza di dee femminili anche nei culti posteriori: la Grande Dea Madre, la Madre Terra (Gea), Cibele, Demetra, Persefone, Era, Afrodite, Artemide, ecc.

La Grecia classica – nonostante la grande presenza di filosofi razionalisti – era molto maschilista. Solo la più democratica scuola epicurea ammetteva le donne, e stranamente anche quella pitagorica, certamente non molto democratica, ma culturalmente molto avanzata. Per il resto era meglio che le donne rimanessero a casa, tranne le Spartane che venivano invitate a praticare esercizi ginnici in libertà, ma solo perché dovevano generare forti guerrieri.

Questa situazione non è ignorata dagli intellettuali dell’epoca, specie i grandi autori di teatro, che la espongono in modo spesso esagerato e provocatorio. Eschilo mette in scena “Le Danaidi”, dove le 50 figlie di Danao uccidono nella prima notte di nozze i mariti che sono stati imposti loro con la forza (ma finiscono tutte all’Inferno, tranne una traditrice che ha risparmiato il marito). Nella trilogia dell’Orestea, Clitemnestra odia il marito Agamennone che ha sacrificato agli Dei la figlia Ifigenia per assicurare una buona navigazione alla sua flotta che deve aggredire Troia. Quando Agamennone torna, trascinandosi dietro la schiava-amante Cassandra, lo uccide con l’aiuto del cugino-amante Oreste; ma poi è uccisa dal figlio Oreste, sobillato dalla figlia Elettra che ama il padre. Nell’ultima scena della trilogia il matricida Oreste, trascinato davanti al Tribunale dell’Aereopago ad Atene, viene salvato dall’intervento diretto della dea, traditrice del suo sesso, la vergine guerriera Atena. La motivazione è che “il vero genitore è il padre. La madre è solo un contenitore”!

Sofocle ed Euripide hanno creato splendide figure femminili come Antigone, Alcesti, Medea, ecc. ma il più spiritoso ed intrigante è il grande commediografo Aristofane. Nelle “Donne a Parlamento” (“Ecclesiazuse”) le donne si travestono da uomini, prendono il controllo dell’Assemblea generale, e proclamano una rivoluzione egualitaria. Nella “Lisistrata” l’omonima regina spartana crea un’alleanza con le donne ateniesi ed insieme dichiarano lo sciopero del sesso se i mariti non smetteranno di farsi la guerra. Nella deliziosa e leggera commedia “Tesmoforiazuse”, Euripide (che Aristofane ama prendere in giro) convince un suo parente a travestirsi da donna per vedere cosa combinano le donne durante la festa delle Tesmoforie vietata agli uomini. Naturalmente lo spione è scoperto e sbeffeggiato senza pietà insieme al suo mandante.

Nella realtà le donne colte ed indipendenti non avevano vita facile, come sottolineato anche dall’amico Piero Di porto in un suo piccolo saggio(1). La colta Aspasia, compagna di Pericle, è ricordata come una specie di prostituta di lusso. La colta regina Cleopatra, degna discendente della gloriosa dinastia dei Tolomei, era ricordata dalla propaganda romana come una sorta di prostituta che aveva osato “sedurre” gente del calibro di Giulio Cesare e Marc’Antonio. La matematica Ipazia fu barbaramente linciata e fatta a pezzi per le strade di Alessandria d’Egitto da una folla di Cristiani inferociti, perché era troppo erudita ed indipendente, ed aveva osato sfidare l’autorità del vescovo Cirillo, vero padrone della città (N. ). Il film “Agorà” ha narrato in forma molto edulcorata questa storia.

In epoca moderna possiamo ricordare la sorella Sophie del grande astronomo Tycho Brache, che aiutò il fratello a raccogliere col telescopio un’immensa quantità di dati sperimentali, di cui poi si servì Keplero. Anche la sorella dell’altro astronomo William Herschel aiutò il fratello nelle sue osservazioni che lo portarono a decidere che la Via Lattea era una galassia formata da miliardi di stelle (N. ). La giovane moglie di Lavoisier, ritratta con il marito in un celebre dipinto di David, collaborò con il marito a creare le basi della chimica moderna lavorando indefessamente nel comune laboratorio di chimica (N. ).

Nell’800 la figlia del grande poeta Byron, lady Ada Lovelace, in collaborazione con il matematico Babbage, realizzò la prima macchina calcolatrice meccanica capace di fare varie operazioni (N. ). Finalmente all’inizio del secolo scorso Marie Curie, dopo aver lavorato insieme al marito per anni in una specie di stamberga, ottenne ben due premi Nobel per le sue ricerche sperimentali sulla radioattività (N. ). Dopo la morte del marito dovette però subire i continui attacchi della stampa scandalistica ed antifemminista per la sua storia d’amore con il fisico Langevin, che era sposato ed era stato allievo del marito. Anche la figlia Irene vinse il premio Nobel per aver scoperto òla radioattività artificiale.

Più recentemente ricordiamo la luminosa figura di Lise Meitner, già allieva di grandi fisici come Boltzmann e Planck, che era costretta inizialmente a lavorare in uno scantinato dell’Istituto di fisica di Berlino, perché non poteva entrare ai piani superiori insieme agli uomini. Negli anni ’30 fu costretta a fuggire dalla Germania in Svezia, in quanto ebrea; ma il suo ex.capo Otto Hahn continuava a mandarle i risultati delle ricerche sul bombardamento con neutroni “lenti” dell’atomo di Uranio che Hahn , Meitner e Fermi stavano conducendo in parallelo. Quando la Meitner seppe che si era manifestata la presenza di atomi di Bario capì per prima che era avvenuta la “fissione” dell’atomo ed espose tutto con chiarezza in una memoria del 1939 scritta in collaborazione con il nipote Otto Fritsch. In seguito Hahn e Fermi hanno ottenuto il premio Nobel, ma non la Meitner, certamente meritevole del premio.

Ma già intorno al 1934 un’altra chimica tedesca, Ida Noddack, costretta a lavorare gratis nel laboratorio del marito perché incredibilmente una legge tedesca dell’epoca vietava alle donne sposate di avere un regolare contratto di lavoro, aveva capito che gli esperimenti di Fermi avevano portato alla fissione del nucleo di Uranio. Fermi non la prese sul serio, e la Noddack, che si era anche distinta per aver scoperto alcuni elementi chimici, non ha avuto mai alcun riconoscimento.

Nel 1956 Crick, Watson e Wilkins ebbero il premio Nobel per la Medicina per la scoperta del DNA. Nessuno dei tre volle mai riconoscere apertamente che il lavoro sperimentale principale era stato fatto dalla tenace ricercatrice inglese collaboratrice di Wilkins, Rosalind Franklin, nel frattempo deceduta, usando la diffrazione a raggi X. La vicenda fu fonte di molte polemiche.

Infine anche Rita Levi Montalcini ha ottenuto il Nobel per la Medicina per Tuttavia, nonostante le lotte delle “suffraggette” che riuscirono ad ottenere il voto alle donne nella prima metà del ‘900 (i primi paesi a concederla furono la Nuova Zelanda e l’Unione Sovietica appena nata dopo la Rivoluzione d’Ottobre), e nonostante le lotte femministe di marca sessantottina, molto resta ancora da fare per raggiungere la vera parità. Se la situazione è migliorata molto nei paesi occidentali, in Russia, ed ora anche in Cina, intere popolazioni femminili in paesi del Medio Oriente, Asia, Africa ed America Latina vivono ancora in evidente stato di soggezione e discriminazione.

Vincenzo Brandi

Università, al via il premio "Donna di Scienza in Sardegna"

1 - P. Di Porto, comunicazione on-line su Donne e Scienza

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