lunedì 8 luglio 2019

“The show must go on…” – Sulla pelle dei “migranti” ci speculano a destra ed a sinistra

…lo scontro fra Rackete, la capitana tedesca, e Salvini, il capataz leghista, è tutto “politico”. Entrambi usano i “boveri” migranti con identico disprezzo. Ormai è evidente senza tema di smentita, o sguardi di orrore da parte dei benpensanti, perché è stata Carola stessa a dichiarare che la sua era una sfida al governo di Salvini. Per questo non ha attraccato in Tunisia o a Malta che erano i porti più vicini e sicuri, che non l’avrebbero rifiutata,  ma è venuta a fare la sua sceneggiata a Lampedusa, sapendo che Salvini avrebbe esibito il suo solito “celodurismo” e lei, rimasta per un paio di giorni in mare con i “suoi” migranti (e con gli ospiti notturni del PD in plancia) avrebbe avuto la possibilità di scaricare la “merce” sotto i riflettori mediatici (poi, un giorno ci spiegheranno come fanno a trovarli tutti loro, queste ong, i disperati nei barconi che partono dalla Libia!). “Boveri” cristi, provati dalle privazioni causate dal Salvini, e atti a commuovere tutta la brava gente che vede le foto sui giornali ed i video sulle tv di stato (e di parastato). “The show must go on”, si dice, oppure in chiave cinese: “guardare il dito che indica la luna”.
La conferma di quanto qui affermato la troviamo nella dichiarazione degli armatori della Sea Watch, rilasciata a ridosso del “fattaccio”: “Continueremo a fare in modo che siano rispettati i diritti umani nel Mediterraneo, se necessario con una nuova nave se la nostra resta ancora sotto sequestro”, ha detto Ruben Neugebauer, uno dei responsabili dell’organizzazione, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Berlino. La Sea Watch e le altre organizzazioni non governative hanno raccolto “oltre un milione” di euro per coprire le spese legali di Rackete. “Ora – ha dichiarato Neugebauer – abbiamo l’appoggio finanzario necessario per continuare a lavorare”. In aggiunta va riportato che, comunque, la capitana Carola Rackete è tornata immediatamente libera. Grazie al gip di Agrigento, Alessandra Vella, che non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch escludendo il reato di resistenza alla forza pubblica. Mentre, nel frattempo, alcuni dei migranti hanno osato dire che “non avevano nessuna intenzione di migrare ma sono stati obbligati ad imbarcarsi”, la colpa è degli scafisti libici o delle ong (che sulle migrazioni ci speculano)?
La tedesca, furbetta, contava sul fatto che sarebbe diventata una star per un giorno con l’aiuto degli “abbocconi”, buonisti convinti o ipocriti in malefade che siano, sul palcoscenico marittimo lei avrebbe potuto esibire il pietoso episodio per ragioni politiche, ossia contro Salvini. Gli “abbocconi”, in particolare, hanno consentito il gioco, visto che ormai il biglietto dello spettacolo l’avevano pagato! Ma tutta questa manfrina determina due fatti inequivocabili: Salvini può ergersi come salvatore della Patria, mentre i “democratici” ottengono il favore delle istituzioni europee. Ad ognuno il suo, con buona pace dei “boveri” migranti che non si sa nemmeno che fine faranno. Lo sbarco infatti non è garanzia di “accoglienza” e “integrazione”.
Paolo D’Arpini
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