giovedì 17 gennaio 2019

Manbij, cui prodest? - Attentato "promozionale" targato "deep state"


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Il 17 gennaio 2019 a Manbij un kamikaze si è fatto esplodere uccidendo 21 persone tra cui 5 soldati americani. E' la prima volta che soldati americani sono fatti segno di un attentato in Siria. L'attentato è stato rivendicato dall'ISIS. Se è così abbiamo una risposta arricchita alla domanda: "Chi vuole che i soldati statunitensi rimangano in Siria"?

Avevamo già due risposte chiare: 1) Il Deep State (cioè i clintonoidi); 2) molti servi sciocchi di sinistra (come ad esempio, negli USA, Noam Chomsky e l'internazionale di sedicenti anarchici e comunisti che stravede per il Rojava curdo - e anche per le sue pulizie etniche, mi immagino, perché fanno parte integrante del pacchetto, assieme al "libertarismo", al "femminismo", alla "democrazia" e all' "ecologismo" dei curdi dell'YPG/SDF).

Adesso abbiamo una terza componente: l'ISIS.
I servi sciocchi sono per l'appunto sciocchi, guidati da un "idealismo" che fa più danni del cinismo. Ma la convergenza tra Deep State e ISIS mi sembra un'ipotesi molto verosimile dove l'idiozia non conta, ma semmai conta la psicopatia politica. 

A parte le reiterate ammissioni oblique da parte del Deep State americano (generale Petraeus, Hillary Clinton, senatore McCain etc), basta ragionare sulle cifre.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che dal 2015 (inizio dell'intervento russo) alla fine del 2018 sono stati uccisi circa 85.000 jihadisti e distrutti oltre 600 carri armati.
Il che significa che dall'inizio della guerra sono stati uccisi circa 100.000 jihadisti. Dato che il rapporto tra uccisi e feriti è circa 1/3, vuol dire che l'esercito jihadista era composto da più di 300.000 uomini con una dotazione di almeno 1000 carri armati. Una forza analoga, anzi superiore, a quella della 6a armata del generale tedesco Paulus impiegata a Stalingrado.

Un esercito simile non si raccoglie spontaneamente e infatti il Pentagono si lasciò sfuggire che al-Qaida era l'unico reparto operativo dell'Arabia Saudita e un ragionamento analogo vale per l'ISIS dato che all'emittente Al Arabiya (degli Emirati Arabi Uniti, stretti alleati dei Saud) un comandante dell'ISIS dichiarò che loro ricevevano ordini da Bandar Bin Sultan Al Saud, all'epoca capo dei servizi segreti sauditi, intimo di Bush jr. e dei neo-cons. 

Non era una grande rivelazione perché tutti sanno che l'ISIS era ed è finanziato dai Sauditi ed armato dagli Stati Uniti (l'ex capo della CIA di Obama, David Petraeus, è al centro del più grande traffico d'armi della storia, a favore dei jihadisti, coinvolgente 17 Paesi, tra i quali la Bulgaria: infatti il traffico è stato indagato a partire da Aleppo e infine denunciato dalla coraggiosa giornalista bulgara, Dilyana Gaytandzhieva, sul suo giornale di Sofia, “Trud”). I bunker dell'ISIS sono invece stati costruiti dagli ingegneri della Nato col cemento della francese Lafarge (cosa che è saltata fuori a seguito di un'indagine originariamente fiscale). La Nato ha anche fornito ad ISIS e al-Qaida/al-Nusra le informazioni di intelligence aerea e satellitare.

Si sa anche (perché rilevato dall'intelligence russa e spifferato da leader curdi) che comandanti dell'ISIS sono stati prelevati da al Raqqa e da altre zone nella valle dell'Eufrate da elicotteri americani e portati nella base statunitense di al Tanf (che è totalmente illegale visto che si trova in territorio siriano). Ad al Tanf sono esflitrati migliaia di terroristi ISIS dalle zone via via occupate dai curdi della Syrian Democratic Force.

Morale, l'opposizione accanita dei neo-liberal-cons alla decisione di Trump di ritirarsi dalla Siria, prerequisito a un accomodamento con la Russia necessario, nella strategia imperiale di Trump, per contrastare l'ascesa della Cina, si è oggi arricchita con operazioni sul campo. Difficile sostenere dopo questo attentato che l'ISIS è stato sconfitto e quindi i soldati USA se ne possono andare...

(P.)


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2 commenti:

  1. Commento di Paolo Sensini: “Ma guarda un po' le coincidenze? Proprio ora che gli americani sono in procinto di smontare le tende per lasciare la zona occupata in Siria, scoppia un attentato in cui muoiono 16 persone, tra cui 5 militari statunitensi. La rivendicazione dell'ISIS è arrivata subito dopo, e come sempre la rende nota l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (SOHR) basato a Coventry, in Inghilterra: "Un attacco suicida sferrato con una cintura esplosiva - riferisce come al solito Rami Abdulrahman, il factotum del SOHR - ha colpito una pattuglia della coalizione internazionale nella città di Manbij". Vuoi vedere che adesso le truppe americane saranno costrette a rimanere in zona per un altro po' di tempo o, magari, bloccare addirittura sine die il rientro dei militari nelle loro basi in Europa o negli Stati Uniti? Strani questi tagliagole dell'ISIS: ogni volta che gli "infedeli" americani minacciano di andarsene loro fanno di tutto per tenerseli vicini vicini...”

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  2. Commento di Vincenzo Mannello:

    "Esce da un lato, rientra dall'altro": il vecchio modo di dire,adattabile a moltissime situazioni,è più che mai applicabile alla politica militare Usa in Siria e,senza complicate analisi di esperti vari,lascio ai lettori la valutazione di semplici "fatti" che permetta di farsi una opinione in materia.
    Trump,tenendo fede al suo programma elettorale,annuncia in dicembre al mondo che la guerra all' Isis è (quasi) finita e che le truppe americane (non i contractors) si ritirano immediatamente dalla Siria..
    Scatta all'istante il dissenso e la contrarietà dei vertici militari del Pentagono e del suo stratega Jim Mattis che,uniti ai media #curdinnamorati di tutto il mondo,strepitano per la triste sorte dei miliziani minacciati da Erdogan..
    Quindi il "ritiro" diviene meno "immediato" e diluito in tre mesi..
    Così,tra qualche bombardamento e qualche combattimento con i residui dell' Isis,arriviamo al 15 gennaio quando l'Osservatorio per i diritti umani in Siria (SOHRO),organizzazione ferocemente ostile al governo Assad,segnala l'ingresso (dall'Irak) in territorio siriano di oltre 100 mezzi militari statunitensi diretti chissà dove verso oriente..
    Ieri,giorno 16, a Manbij esplode un kamikaze islamico ed ammazza (tra 16 vittime) 4 soldati americani..
    Vuoi vedere che salterà fuori la ancora attuale pericolosità dello Stato Islamico e che Trump "allungherà" le date del (presunto) ritiro ?
    Strano che,ancor prima del provvidenziale attentato,rientrino più truppe di quante ne siano uscite..
    Casualità,visione complottistica ?
    Resta la preesistente domanda base per i lettori che desiderino porsela : che cavolo ci fanno soldati Usa in Siria ?
    In base a quale deliberato Onu possono avere truppe e basi a terra sul territorio di uno stato sovrano il cui legittimo governo è quello di Assad ?
    Visto che nessuna istituzione internazionale (Onu in testa) risponde e che i media occidentali glissano,non resta che una considerazione..
    Un minimo prezzo alla loro arroganza gli yankee,ogni tanto, lo pagano...

    Grazie per l'attenzione
    Vincenzo Mannello

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