sabato 19 gennaio 2019

In difesa del governo 5 stelle, il "meno peggio" degli ultimi anni....


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Abbiamo alle spalle un paese infestato dalla criminalità politica e non, colluso con tutte le mafie, offerta al patibolo dello snaturamento identitario tramite l’operazione globalista degli sradicamenti di popoli, corrotta in ogni sua istanza istituzionale, con magistratura e apparato dell’informazione venduti ai cannibali finanziari, a sociocidi, agli ecocidi, un paese devastato in ogni suo aspetto, involgarito, nevrotico, rassegnato alla peste. Chi ci prova anche solo a grattare questi bubboni, già merita sostegno!

Credo che toccherebbe avere presente questo al momento in cui si giudica con il coltello del giustiziere una formazione politica a-ideologica, post-ideologica, come lamentate voi, priva di basi culturali e progettuali. Quanto, più o meno i gilet gialli, e su questo non ci piove checchè si dica.

Ma è una fortuna dell’eterno laboratorio Italia che vi sia stato e vi sia questo fenomeno. Le istanze che esprime, i bisogni che manifesta, la rabbia che lo motiva, i settori sui quali ha posto il suo impegno  sono altrettanti pilastri sui quali, nell’evoluzione, non prima, come insegna qualsiasi rivoluzione o cambiamento, che non si sono mai svolti secondo manuali prescritti, potrà essere elaborato il progetto, la visione, la teoria.

Amici, siate elastici, siate realistici, tenete conto del prima e dell’alternativa. A dispetto del mostruoso Salvini, un governo come questo, per merito dei 5 Stelle, non s’era mai visto, né qui, né nell’Europa del dopo-muro. Tenete conto dei rapporti di forza, che sono tutti contro questa presenza, tenete conto dell’orrida alternativa possibile. Dalla quale non ci sarebbe probabilmente scampo.

Io ho girato tutta l’Italia lavorando quasi sempre con i 5 Stelle su temi che avrebbero dovuto essere dei comunisti, ma i comunisti non c’erano, e che hanno prodotto i tre miei lavori filmici sull’Italia. Particolarmente fortunato? Non credo. Questo era, questo è il Movimento. Forse carente di dottrina, teoria, basi intellettuali, ma sempre di grandissimo valore umano, sincerità e disponibilità ad ascoltare, apprendere, conoscere. A loro e ad alcuni bravissimi parlamentari debbo solidarietà e affetto.
 
Abbiamo in Italia il governo M5S-Lega che è frutto delle due forze che, in qualche misura, hanno “intercettato” le reattività della maggioranza della popolazione (lavoratori e classi subalterne) alla sciagurata subordinazione dei governi precedenti (dal centrodestra al centrosinistra: ma uso questi termini solo per intendersi) agli imperativi della (fase del capitalismo detta) «globalizzazione», del grande capitale transnazionale, degli organismi preposti come, appunto, l’Ue-euro, con la Troika alle spalle, nonché degli Usa e della loro Nato. Le hanno “intercettate” promettendo delle prime risposte e mettendo “qualcosa” in atto. 

Perciò, tutta l’opposizione a governo giallo-verde-M5S-Lega è la reazione, che vuole restaurare lo status quo precedente (tutta l’opposizione, compresi i gruppetti tanto chiassosi quanto iper-minoritari che si vogliono “rivoluzionari”, ma, con i loro obiettivi e azione - piena immigrazione, questioni “di genere”, Salvini-Lega ma anche tutto il governo razzista, retrivo, fascista, e cosí via – sono solo strumenti al servizio della reazione stessa). 

Ma il governo M5S-Lega, e le sue forze costitutive, appaiono soltanto situarsi nella tendenza (europea ed extra-europea) diretta a superare la (fase del capitalismo detta) «globalizzazione» e le “modalità” degli organismi preposti, data la provocata massa crescente di contrasti, conflitti, e data quindi la sia crescente ingestibilità, alla ricerca di un nuovo assetto (altra fase, ma sempre del capitalismo). Il che è attestato, in particolare, dalla misura “risicata” della manovra e dei primi provvedimenti governativi, che situano, sí, su “altra via” (rispetto a quella precedente), ma sono molto limitati, sia come risposta alla situazione presente, sia come piano anti-ciclico (che invece occorre, perché, tecnicamente, siamo già in recessione). 

E dunque … la via è stretta. Tuttavia c’è, e si colloca proprio nelle contraddizioni che si aprono e che “montano” nel contesto sopra (pur appena un po’) delineato. E’ poco, è molto? E’ il possibile, cari amici.

Occorrerebbe connettere tutte le pur poche forze disponibili, sviluppare la “chiarificazione” più ampia possibile, puntare su una serie di proposte di legge possibili (per esempio, dal togliere il «fiscal compact» dall’art. 81 all’inserire la messa a referendum dei trattati nell’art. 75, ma c’è altro ancora, come un’operazione sulla democrazia, senza aggettivi, cioè effettiva e diretta, e non certo su blog e web …), per premere sul governo e sulle sue forze (la Lega mi appare piú “ostica”, ma è da vedere, essendoci anche persone come Bagnai e Borghi, che qualcosa capiscono), per spingere sulle contraddizioni in cui si trova e troverà il governo stesso e le sue forze costitutive, sui limiti che discendono necessariamente dalla collocazione in cui appare porsi, etc. 

E aggregare, cosí, una tendenza piú “precisa” e “indirizzata”, e delle forze di maggiore consistenza. E in questo processo, o si fa leva sulla base 5 Stelle, di cui conosco benissimo le inquietudini, o non se ne fa nulla.

Stralcio di una lettera di Fulvio Grimaldi inviata ai membri della  "ListaNoNato"

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