martedì 19 giugno 2012
Vivisezione esperimento satanico contro la vita.. appoggiato da Farina Coscioni
L’on. Farina Coscioni ha bollato come fautori di un presunto ritorno al
medioevo coloro che, in numero considerevolmente alto (oltre
diecimila), hanno manifestato sabato scorso per chiedere, esprimendo
tra l’altro la volontà di oltre l’86% degli italiani, la chiusura di
lager come Green Hill e l’incentivazione di modelli di ricerca
alternativi alla sperimentazione animale.
Modelli maggiormente predittivi rispetto a que lli adoperati daivivisettori, ma che, a differenza di quanto avviene ad esempio negli Stati Uniti dove da cinque anni, nei centri di ricerca statale, la sperimentazione animale è stata abbandonata, nel nostro paese vengono scoraggiati per il peso preponderante delle lobbies farmaceutiche e degli interessi dei baroni universitari.
Colpisce e ferisce che tanta tracotanza si ritrovi in una parlamentare
eletta sì nelle liste del Pd ma che, come componente della pattuglia
radicale, dovrebbe avvertire la responsabilità di una storia di
nonviolenza, libertarismo, antidogmatismo e ragionevolezza , una
storia che fu degnamente incarnata da una battagliera esponente,
ahinoi messa di proposito nel dimenticatoio, come Adele Faccio.
Forse se l’on. Farina Coscioni la smettesse di essere infatuata
dall’ideologia vivisezionista e di lanciare fatwa nei confronti di chi
umilmente intende esprimere una visione della scienza e della ricerca
differente dalla sua (come, tra l’altro, faticosamente, ma con grande
coerenza, cercano di fare, tanto per restare in ambito radicale, l’on.
Elisabetta Zamparutti e la sen. Donatella Poretti) e si fermasse un
attimo a riflettere, si renderebbe conto che è anche a causa
dell’inefficacia e del fallimento della sperimentazione animale che,
purtroppo, è morto quel Luca Coscioni, di cui porta il cognome, che
s’impose alla pubblica attenzione per il coraggio, la dignità e
l’intelligenza di non nascondere la propria malattia ma, al contrario,
di farne strumento di lotta e iniziativa politica.
La vivisezione ha prodotto errori macroscopici, ormai sotto gli occhi
di tutti, dai numerosissimi medicinali messi in vendita e poi tolti
dal commercio per i gravissimi effetti prodotti sull’uomo (comprese le
malformazioni e le morti) ai cento vaccini anti-aids, prodotti
sacrificando macachi, totalmente inutilizzabili sull'uomo.
I vivisettori, prendendo per i fondelli la gente, affermano che, se
non si sperimentasse sugli animali, bisognerebbe farlo sugli esseri
umani. È una macroscopica falsità perché, in realtà, in tutto il mondo
le leggi impongono la sperimentazione umana dopo quella animale. Ciò
prova indiscutibilmente che non possiamo fidarci dei dati sugli
animali.
Viene, allora, legittimo chiedersi se sia medievale chi, basandosi sui
dati (fatti e documenti, non parole) della ricerca scientifica più
avanzata, chiede che si cambi rotta rispetto a criteri rivelatisi
antiscientifici o non piuttosto chi si abbarbica su ideologie degne
della peggiore inquisizione, impartendo anatemi a destra e a manca.
La vivisezione, che solo chi è in malafede vuole distinguere dalla
sperimentazione animale, cominciò ad essere esercitata da Galeno
Claudio di Pergamo (129-200 d.C.). Questi, infatti, non potendo
sezionare cadaveri umani per le proibizioni della Chiesa, fece ricorso
agli animali. Le sue conoscenze valide, come la consapevolezza che la
condizione organica è influenzata dalla psiche, derivarono, però,
dall’osservazione clinica, dai suoi contatti con i malati e non di
certo dalle torture inflitte ad altri animali. La maggior parte degli
errori da lui tramandati derivava, infatti, dall’illusione che animali
di altre specie potessero fornire dati validi anche per l’uomo. Così
non è, perché nessuna specie animale, compreso l’uomo, può essere
modello sperimentale per un’altra, per il semplice motivo che tra le
diverse specie esistono differenze fisiologiche e differenze di
reazione alle sostanze sia chimiche che naturali. Galeno riteneva che
il sangue venisse prodotto dal fegato e, sebbene ne riconoscesse la
circolazione, era convinto che le vene e le arterie non fossero tra
loro collegate e il sangue fluisse da un atrio all'altro del cuore
attraverso micropori invisibili presenti nel cuore stesso. Studi
successivi, eseguiti su cadaveri umani, smentirono molti di questi
errori. Tra l’altro, l’anatomia del suo tempo era convinta che la
donna avesse due uteri: uno per i feti maschi, l'altro per le femmine…
Ma il suo errore peggiore, responsabile, nel Medioevo, di grandi
epidemie, fu l'abbandono delle regole igieniche. Secondo Galeno,
infatti, gli animali vivono benissimo senza lavarsi, le loro ferite si
rimarginano spontaneamente e devono essere infettate deliberatamente
grazie ad un pus che ne procurerebbe la guarigione.
Chi in pieno Medioevo osava giudicare negativamente l’opera galenica,
considerata inappellabile, era tacciato dalla Chiesa come un eretico.
La storia si ripete e non è un caso che l’on. Farina Coscioni abbia
trovato sponde in colleghe come l’on. Binetti, nota esponente del
fondamentalismo ad oltranza. Tra l'altro, anche i settori della
cosiddetta ricerca scientifica che (erroneamente) negano
caratteristiche mentali (e psicologiche) nelle altre specie animali,
non possono fare a meno di presupporle nello svolgimento della propria
attività. Se, infatti, gli altri animali vengono assunti come
“modelli” validi per testare il dolore umano, è lapalissiano che
debbano essere portatori di stati mentali e di coscienza simili a
quelli dell'uomo. Tertium non datur. Negarlo significa inficiare la
“sperimentazione”, ammetterlo comporta riconoscerne l'efferatezza.
Nonostante siano state ormai scientificamente dimostrate la fallacia,
l’inutilità e la barbarie della sperimentazione animale, nonché la sua
pericolosità per la stessa specie umana, nei nostri laboratori entrano
ogni anno un milione di animali, quasi tremila al giorno. Vengono
sottoposti ad esperimenti per la ricerca di base, a test sui farmaci e
sulla tossicità (comprese le sigarette e i gas usati in guerra).
Proseguire su questa strada, in un momento in cui le nuove conquiste
scientifiche ci consentono valutazioni di gran lunga più affidabili,
più complete e più rapide (nonché più economiche) di quelle fornite
dagli animali, significa, oltre che incaponirsi in un’inqualificabile
barbarie, sperperare risorse economiche, produrre un ritardo
irrecuperabile nella ricerca scientifica. Riferendosi alla
vivisezione, Albert Einstein, che non faceva di certo il parlamentare
ma lo scienziato, premio Nobel per la fisica nel 1921, affermò che
“nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni”.
Se davvero non è così crudele, oltre che inutile, perché non si dà la
possibilità di visitare gli stabulari, i laboratori, perché anziché
operare nella segretezza non lavora tra pareti di vetro? Entrare in un
laboratorio di vivisezione è impresa quasi impossibile, anche quando
si vuole concordare la visita. I giornalisti di Report, quando hanno
registrato una trasmissione sulla vivisezione, non sono riusciti ad
entrare nei laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità. Non è
alquanto strano per un’attività che da chi la pratica viene
considerata lodevole e ben condotta?
Ma già, è vero, noi apparteremmo al medioevo…
Francesco Pullia
..................
Ulteriore commento di Francesco Pullia:
“Vorrei dire a Neesema che da circa un anno sto contestando con durezza le assurdità vivisettorie dell'on. Maria Antonietta Farina Coscioni, divenuta parlamentare non di certo per proprie capacità e competenze. Ciò ha comportato la rottura con i radicali dopo quarant'anni di militanza e la mia estromissione, dopo una ventina di dirigenza, dalla direzione nazionale. Sono stato l'unico ad essere oggetto di un attacco (a mio avviso, delirante e inconcepibile) da parte del direttore di Notizie radicali il quale è arrivato addirittura a sentenziare che Green Hill non sarebbe un lager... Sarei bugiardo se negassi che la fuoriuscita dal partito mi ha provocato profondo dolore. Ma io sono uno che non scende a patti e compromessi, soprattutto quando si tratta del rispetto di altri esseri senzienti. Un partito che si professa nonviolento, e che ha avuto come deputato una straordinaria animalista come Adele Faccio, non può ospitare posizioni come quelle della Farina Coscioni. Per correttezza, tengo, però, a precisare che la sua non è, per fortuna, la visione della totalità del partito. Ci sono ad es. parlamentari come Elisabetta Zamparutti che si sono battuti contro la vivisezione e l'immonda sperimentazione sugli animali. Stando alle email ricevute e alle attestazioni di affetto, posso dire che ad avversare l'intollerabile e allucinante dogmatismo della Farina Coscioni (ma anche di Marco Cappato) non sono pochi tra i radicali...”
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