martedì 11 gennaio 2011

Il Kirghistan dove tutti comandano (tranne chi ci vive) povero popolo kirghiso….



Il Kighistan o Kirghizistan  è una repubblica presidenziale del centro ASIA è si trova tra la Cina ed il Kazakistan, l’Usbekistan e il Tagikistan. Un paese spettacolare di altipiani laghi e montagne mozzafiato, è pieno di tante etnie perché al tempo della seconda guerra mondiale era stato usato per deportarci tutti i dissidenti o comunque chiunque non era d’accordo con il regime sovietico. Infatti, specialmente nelle città, (bischkek, osh, karacol) si possono trovare, turchi, tedeschi, russi, usbeki, tagiki, kazaki, tatari, armeni, estoni, mongoli, ecc mentre nei campi invece è facile trovare  i famosi dungani (popolazione di matrice cinese).
I kirghisi sono un popolo di origine nomade, fondamentalmente nel loro sangue non vi è nessuna idea di nazione in quanto popolo, se non quella imposta territorialmente dal loro fondatore, che  raggruppo le tribù di quel tempo nel territorio della “Kirghisia”.

Il loro capo si chiamava MANAS a cui è stato dedicato l’aeroporto di bisckek.  Un popolo che coltivava solo quello che serviva, raccoglieva solo per mangiare, non creava immondizia solo per produrre consumismo… e poi immondizia.
Quando ci fu l’annessione sotto l’URSS 1918 a questo popolo fu imposto il dogma del lavoro ad orario; un popolo che si alzava dalle loro tende particolari, per guardare l’alba, portare in giro i montoni, e godersi la vita con i propri figli magari davanti al lago di Issu Kull (un incredibile grande lago caldo vicino a Karacol). L’imposizione di mettere tutto in comune (comunismo) quando per loro già era tutto in comune ossia la natura, è stata una delle violenze più tragiche che questo popolo abbia potuto subire. Ma il Kirghistan era ed è il crocevia che porta fino in Afganistan asse nord sud (guerra dei russi per conquistare l’afagnistan persa miseramente) e allo stesso tempo sull’asse est ovest passando sempre per il Kirghistan  da Narin (altra città) che collega la Cina all’Uzbekistan. Ricordiamo che la famosa via della seta passava proprio di qua.

Ora questo territorio e questo popolo di grande profondità e schiettezza di grande ospitalità è stato sempre usato e raggirato da chiunque, proprio perché loro stessi non hanno mai avuto l’idea di nazione anche se l’idea identitaria è molto forte  ma questa non è vista come nazione ma solo soggettiva ed antropologica, la “sovrastruttura organizzativa stato” quasi gli sta stressa po9che la loro libertà è superiore. L’assenza del concetto di possesso di nazione e patriottismo e al contempo l’idea di essere solo  ospiti e fruitori di una natura (popolo nomade) ha determinato e deciso il loro futuro. Questa loro “semplicità” e schiettezza è stata ed è usata in maniera bieca e perversa da tutti facendo del Kirghistan una terra allo stesso momento di nessuno e di tutti e tanto meno dei kirghisi stessi. In altri termini nessuno in quel posto geografico vuole che si autodetermini un governo forte.
 
Gli stessi kirghisi non sono padroni del loro territorio; per esempio, la stessa URSS negli anni della ricerca atomica ha sotterrato ad insaputa degli stessi kirghisi, tranne qualche governatore corrotto, tonnellate di scorie radioattive nelle vecchie miniere nelle montagne centrali (ma chi è che ha il coraggio di dirlo, di verificarlo e soprattutto l’interesse di farlo?). Ma tornado ai giorni nostri, una gestione politica dei precedenti governatori per esempio Bakief (che si dice che abbia avi  dungani cinesi)  ha dato le terre specialmente del sud (quasi tutte di stato) ai  dungani (lavoratori staccanovisti) negandole ai veri kirghisi che invece lavorano per quello che serve. (innescando un odio razziale per fortuna limitato).
 
La vecchia URSS, per un politica di sicurezza, si sa che costruiva le fabbriche, soprattutto quelle dei mezzi militari, nelle varie repubbliche, per cui ogni repubblica faceva un pezzo, ma non sapeva per cosa serviva e comunque non aveva la conoscenza della tecnologia completa; il risultato tradotto  ad oggi è quello che non vi è una seria tradizione scientifica ed ingegneristica in questi paesi il Kirghistan in testa. Non hanno una conoscenza tale da essere autonomi  
tecnologicamente per cui dipendono in tutto e per tutto dall’estero, solitamente dalla Russia, dalla Cina e adesso purtroppo anche dall’America.  La tecnologia diffusa (salvo le nuove costruzioni ed i centri commerciali fatte dai turchi e qualche italiano) è ferma praticamente agli anni 60, anche se però hanno il cellulare, il navigatore ma sono senza strade (l’ipocrisia del capitalismo).
Quando nel 1990 ci fu la perestroica queste repubbliche furono liberate e abbandonate a se stesse.

Si dichiararono indipendenti, con grande euforia, ma l’indipendenza di fatto nascondeva tanti rischi, tra cui la corruzione, l’alcolismo, analfabetizzazione di ritorno ecc; quando un popolo ha sempre obbedito  a degli ordini, nel sangue ha la liberta di nomade e non è stato aiutato ad autogovernarsi cadrà facilmente nelle mani della prima sirena che promette benessere (finto). Infatti lo zampino americano (ma anche quello dei neocapitalisti russi)  non tardo molto ad arrivare,  nel 2001 arrivarono (dopo l’attacco alle torri gemelle fatto dai servizi segreti americani, opss scusate, dai terroristi talebani) in virtù ed in nome della garanzia per la sicurezza mondiale (per altro da nessuno richiesta),  si sono sentiti autorizzati a fare di tutto e di più, tramite qualche regalino misero piede in Kirghistan il mediterraneo dell’Asia. Ora  ad un popolo lasciato: senza governo e nella miseria più totale lo specchietto dei dollari americani (con l’illusione del benessere del capitalismo) fece subito effetto. Infatti in cambio di circa 200 milioni di dollari all’anno, hanno concesso agli americani l’uso dell’aeroporto di MANAS come base aerea logistica per il l’Afganistan. L’America come si sa esporta democrazie e attraverso varie agenzie come  l’ONU (citazione a caso) di fatto con la scusa di fare miserabili opere di controllo e beneficenza di facciata di fatto pagava la rivoluzione dei tulipani, affinchè in kirghistan non ci sia tranquillità, pagando proprio la presenza fisica in piazza a giornata per persona   100 com  (circa 2 euro – Com  moneta locale si legge SOM).

L’America ma anche la Russia non ha nessun interesse che il Kirghistan si autogoverni seriamente, poiché il territorio di nessuno dove non ci sono regole o se ci sono nessuno ti chiede di rispettarle è comodo per fare quello che si vuole. La situazione di destabilizzazione politica è una bene per i potenti del mondo ma è un danno in tutti i sensi per il popolo kirghiso a cominciare, per esempio che tutti gli investitori stanno scappando (turchi, tedeschi, italiani, svizzeri, russi, ecc).
Ma non è finita qui, perché come sappiamo nell’economia  e geopolitica mondiale, per la Russia avere una base americana sotto l’inguine non è la cosa più bella del mondo. L’America, nella sua più alta e nobile democrazia, infatti, non accetterà mai di andare via dal kirghistan, punto logistico  per continuare a difendere gli interessi petroliferi in Afganistan opss scusate volevo dire  per  cercare i terroristi talebani e portare la democrazia in Afganistan. In oltre questo è punto strategico per il nuovo grande nemico che è la Cina (che ha già in possesso il 20%del debito pubblico americano).

La Bielorussia, ha già fatto una specie di mercato comune doganale insieme alla Russia e al Kazakistan, lasciando fuori l’infedele Kirghistan (svenduto ai dollari) che ha dato in affitto la base aereonautica agli americani. L’aver lasciato fuori il kirghistan ha messo ancora più inginocchio il paese infatti mentre prima era meta di passaggio doganale (ricordiamo che il più grande mercato “Dordoi” dell’Asia centrale era proprio a Bisckek ma dopo questo accordo sta praticamente chiudendo…)  
Con questo accordo il kirghistan si trova con due cappi al collo; da un lato la Russia gli ha chiesto di entrare nel mercato comune doganale, ma solo a condizione di far uscire gli americani… dall’altro l’America gli fa l’occhiolino con i dollari e foraggia alcuni deputati (sempliciotti) per fare rimanere le cose come sono ossia il caos.

Nel frattempo avendo cacciato Bakief con una seconda rivoluzione, nel 2010, sempre pagata dagli americani attraverso le organizzazioni umanitarie, ma stavolta la presenza era pagata fino a 1000 Som a testa, si aggiungono nuovi situazioni complicate, in quanto la stessa Russia, che in un primo momento voleva mandare gli aiuti umanitari ( ricordiamo il massacro del sud circa 2000 morti, 200 ufficiali, dove Bakief stesso pago dei cecchini terroristi per sparare sul “suo” popolo) di fatto si è fatta in dietro perché la neo presidentessa Otumbaeva voleva trasformare la repubblica “presidenziale” in “repubblica parlamentare”, cosa non gradita a nessun paese asiatico di stampo dittatoriale-famigliare.
 
Non esiste mettere un seme di libertà in centro Asia è un concetto troppo alto che può provocare gravi disordini in quanto le popolazioni non sono ancora mature per una democrazia reale (invece in europa?).  Nonostante ciò la Otumbaeva è riuscita nel suo intento, con il referendum è riuscita a cambiare la costituzione, ma dopo le lezioni, il governo tardava a formarsi, infatti è stato realizzato solo dopo circa 8/9 mesi poiché i poteri ed i finanziatori delle varie fazioni, che ci sono dietro non si mettevano d’accordo.

Il capitalismo imperante intanto si fa sempre più presente, aumentano continuamente i prezzi di ogni cosa, l’istruzione è sempre più lasciata alla volontà personale e alle proprie forze economiche, la corruzione è a tutti i livelli, e le politiche di sviluppo del paese praticamente non esistono. Tutto è lasciato alle imprese turche, ai Canadesi  che si prendo quel poco oro che resta, il mercato di abbigliamento e alimentari e come al solito è in mano ai cinesi, il petrolio è in mano ai russi e a Gazprom, una certa mafia ceceno-kirghisa che detiene il mercato del cambio e del pizzo, un po’ di casinò per dare l’illusione di potersi arricchire e poi vodka a volontà.

In tutto questo contesto geo-politico-economico  l’ultimo problema sono i poveri kirghisi che soffrono condizioni  di estrema di povertà.  


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Distinti Saluti
Giuseppe Turrisi Salvatore
Tel. 3938424644
e-mail giuseppeturrisi@leonardo.it

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