7 ottobre 2022. Biden ci fa sapere che rischiamo un'apocalisse nucleare e che Putin non sta bluffando. Adesso la Casa Bianca mostra una gran voglia di trattare: Putin deve avere dato un ultimatum riservato a Washington.
La notizia è uscita negli Stati Uniti quando gli italiani dormivano, alle 02:03. Sarebbe facile per me infierire sui miei calunniatori e dire che le mie previsioni hanno trovato conferma: “L’Ucraina è fondamentalmente persa… Posto in una condizione disperata, Putin ricorrerà alle armi nucleari”.
Ben diversamente, voglio porre al centro del dibattito il tema culturale decisivo di questa brutta storia in cui il nostro Paese ha dato prova di essere scientificamente immaturo nell’affrontare una crisi internazionale così grave, cioè di essere privo delle categorie concettuali e delle teorie necessarie ad affrontare una sfida di tale portata. È il tema dell’autonomia dell’Università italiana rispetto al potere politico e alla Nato; il tema dell’autonomia e dell’indipendenza dei dipartimenti di scienza politica e degli istituti di ricerca privati rispetto ai governi di turno. Non lotto per le mie idee, ma per l'autonomia e l'indipendenza dell'Università italiana dalle segreterie di partito.
Una società resta libera fino a quando gli studiosi non sono costretti a compiacere il presidente del Consiglio di turno per il tramite di un giuramento solenne (fascismo) o sotto la pressione di masse isteriche manipolate dall'alto (democrazia liberale). Ripeto ai miei studenti ciò che ho sempre detto in aula: la prima qualità di uno studioso è una qualità extra-scientifica: il coraggio.
Dal 24 febbraio 2022 a oggi, l’Italia non ha funzionato come una società libera; non ha rispettato le regole fondamentali che sorreggono le società libere. Il codice politico, nella società libera teorizzata da Popper, non deve mai prendere il sopravvento sul codice scientifico (Niklas Luhmann).
L’Italia deve lavorare molto per il consolidamento delle libertà liberali e non deve mai abbassare la guardia. Le nostre libertà sono una costruzione quotidiana e possono morire.
Televisioni, radio e quotidiani, con le dovute eccezioni, hanno dato pessima prova di sé. Possiamo fare meglio.
E adesso speriamo che Biden si renda conto che la sua conduzione della crisi in Ucraina è stata disastrosa. Speriamo che le colombe prendano il sopravvento sui falchi prima che sia troppo tardi.
Viva la società libera.
Commento di A.C.: “Il servizio pubblico RAI gioisce per l'attacco terroristico al ponte di Crimea. La RAI è ormai l'organo di propaganda di guerra dei più oltranzisti guerrafondai NATO-NAZI-UCRAINI... Il sabotaggio del ponte di Crimea potrebbe confermare l'ipotesi di trattative in corso. Dinnanzi ad un atto del genere Mosca dovrebbe rispondere con una rappresaglia essere senza precedenti. Questo manderebbe a monte gli ipotetici tavoli di negoziato in corso...”
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