sabato 15 ottobre 2022

Rimetti a noi i nostri debiti...


 

La preghiera per eccellenza – quella che Gesù stesso ci ha dettato («pregate così») – contiene un passo che il nostro tempo s’ingegna a ogni costo di contraddire e che sarà bene pertanto ricordare, proprio oggi che tutto sembra ridursi all’unica feroce legge a due facce: credito/debito. Dimitte nobis debita nostra… «rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori». L’originale greco è ancora più perentorio: aphes emin ta opheilemata emon, «lascia andare, rimuovi da noi i nostri debiti». 

Riflettendo nel 1941, in piena guerra mondiale, su queste parole, un grande giurista italiano, Francesco Carnelutti, osservava che, se è una verità del mondo fisico che non si può cancellare ciò che è avvenuto, lo stesso non può dirsi per il mondo morale, che si definisce appunto attraverso la possibilità di rimettere e perdonare.

Occorre innanzitutto sfatare il pregiudizio che in questione nel debito sia una legge genuinamente economica. Anche prescindendo dal problema di che cosa s’intenda quando si parla di una «legge» economica, una sommaria inchiesta genealogica mostra che l’origine del concetto di debito non è economica, ma giuridica e religiosa – due dimensioni che quanto più si retrocede verso la preistoria tanto più tendono a confondersi.

Giorgio Agamben


Fonte: Sinistra in rete

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