mercoledì 12 ottobre 2022

Le Petromonarchie del Golfo stanno definitivamente abbandonando USA e Occidente?



Il sangue arabo sparso per anni dagli Stati Uniti non é stato versato nell’indifferenza generale dei correligionari:  il presidente degli Emirati e sceicco del più ricco tra i potentati del golfo, Mohammed Ben Zayhane el Nahan, signore di Abu Dahbi, è sbarcato a San Pietroburgo dove ha incontrato Vladimir Putin. Va ostentatamente ad aggiungersi a Turchia e Arabia Saudita per mediare e fermare lo scontro.

La prima pugnalata Biden l’aveva ricevuta dal Crownprince saudita (e da poche settimane primo ministro) Mohammed Ben Salman, ma dopo che Biden aveva annunziato di averlo designato «pariah» del pianeta e dopo che lui se ne era vendicato rifiutandosi di rispondergli al telefono e concedendogli un aumento di produzione petrolifera di appena centomila barili, era scontato.

Meno scontato che abbia - subito dopo- concordato con Putin e con l’OPEC una riduzione di due milioni di barili al giorno ( che vanifica i centomila concessi agli USA) che raddrizza il bilancio russo vulnerato dalla riduzione dell’export di gas e che si sia portato appresso anche i sette emirati del golfo che non avrebbero potuto fare altrimenti. Tra questi, anche il Katar recentemente insignito del titolo di alleato preferenziale degli Stati Uniti…

Gli Emirati, assieme all’India e agli asiatici maggiori, avevano già rifiutato di condannare l’invasione russa e di aderire alle sanzioni, rifiutate anche dai turchi. ora si schierano ostentatamente dalla parte dei «non allineati» offrendosi come mediatori di pace, ignorando con sovrana alterigia le smorfie di disappunto degli americani.

Al primo segno di sanzioni o congelamento di beni da parte americana, tutti i più liquidi sceicchi del pianeta abbandonerebbero gli USA e Londra trasformando wall street e la City in tubercolosari per indigenti.

All’idea incautamente lanciata dalla Casa Bianca di incardinare un procedimento antitrust contro l’OPEC si sono messi a ridere anche i venditori di hot dog di Manhattan.

Mentre gli USA bombardavano Mossul o Kerbala, e dichiaravano in TV che i diritti umani non erano rispettati dagli arabi, (come se le vita non fosse un diritto fondamentale, ma lo fosse la sodomia) i russi hanno moltiplicato persino i contatti turistici ( nel 21 il 6% dei turisti degli emirati erano russi), fornivano armi più a buon mercato, più facili di utilizzare e manutenere, consulenti per la sicurezza non eterodiretti, solidarietà a livello di cartello petrolifero e assistenza nello sviluppo del nucleare civile che é la fida iniziale al monopolio nucleare israeliano.

Ad ogni tentativo USA-NATO di stringimento degli spazi politici o economici della Russia, assistiamo al ridursi degli spazi dell'egemonia diplomatica americana e all’ingrossarsi del numero dei paesi « non allineati« che alle Nazioni Unite hanno raggiunto quota sessantasei. Più sette.

Gli asiatici si dimostrano sempre più coesi e decisi a non far sconfiggere la Russia e gli Stati Uniti sempre meno uniti, meno influenti e meno rispettati.
Credo proprio che questo sarà l’inverno del loro scontento.

Antonio De Martini



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